Dati oggettivi per capire il vero interesse per i fondi SRI

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Viktor Kern, Unsplash

Si parla molto dell'investimento socialmente responsabile (SRI). Forse troppo per il peso che hanno questi investimenti in Europa? Dando uno sguardo ai dati, certamente no. "Attualmente, del patrimonio totale che l'industria europea del risparmio gestito dispone, il 6% è in fondi di investimento che seguono una filosofia puramente ESG, una percentuale molto importante. Sebbene i fondi SRI ​​abbiano una vita molto più breve rispetto a quelli quotati, questi sono stati in grado di raggiungere rapidamente una quota di mercato simile a quella che hanno oggi gli ETF. Un qualcosa di cui i media non parlano", spiega Detlef Glow, head of Analysis EMEA di Lipper, in occasione del 17th European Fund Distribution Landscape Seminar organizzato dalla società di consulenza Accelerando Associates.

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"L'industria non può ignorare l'SRI. L'Europa è totalmente impegnata nell'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, il quale stabilisce misure per la riduzione delle emissioni di gas serra. Il continente è impegnato con questo problema e vuole andare avanti più di chiunque altro in questa sfida", sottolinea l'esperto. Gli asset manager si stanno quindi preparando, e lo fanno in due modi. Il primo: mettendo a disposizione dei clienti prodotti con una filosofia di investimento socialmente responsabile. Le società che lanciano strategie che portano il cognome SRI aumentano sempre di più. Il secondo, meno comune ma che coinvolge alcune società, consiste nel convertire l'intera gamma in prodotti SRI. È il caso di Amundi, asset manager che dal 2021 che applicherà i criteri SRI ​​in tutti i suoi fondi.

La percezione che gli asset manager hanno sull'interesse suscitato dall'SRI tra i clienti europei varia molto perché il successo di questi prodotti è parecchio disomogeneo a livello regionale. In determinati Paesi europei, come quelli nordici e la Francia, già da diversi anni tale interesse si traduce in flussi in entrata, mentre in altri, l'interesse è ancora agli albori, pur percependosi.

Secondo un sondaggio condotto da Accelerando Associates tra 76 sales manager in tutta Europa (principalmente Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Svizzera e Italia), l’82% afferma che si sta assistendo ad una vera e propria domanda reale da parte dei clienti (il 24% di tale percentuale risponde che questo interesse è molto forte, mentre la maggioranza, il 58%, riconosce che la domanda esiste, ma in modo molto selettivo). Negli ultimi sette anni, la domanda per questi prodotti ha mostrato una tendenza al rialzo. Dal 2011, il patrimonio è cresciuto ininterrottamente. I flussi si stanno sostanzialmente canalizzando attraverso prodotti equity, categoria che concentra la maggior parte degli asset attualmente esistenti in Europa in fondi SRI. Tuttavia, è aumentata anche la quota di fondi SRI obbligazionari, multi-asset e monetari.

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"Uno dei dati più interessanti è che, quest'anno, nonostante i deflussi che i fondi convenzionali stanno vivendo in Europa, i prodotti SRI ​​stanno attraendo flussi", afferma Glow. Sebbene questi dati mostrino solo cifre in fondi puramente SRI, il numero di prodotti che nella loro brochure includono tale criterio è in aumento. "Ciò significa che sia il patrimonio sia la quota di mercato di questi prodotti risultino maggiori di quanto mostrato dai suddetti numeri", afferma Philip Kalus, CEO di Accelerando Associates. Risultati che mostrano anche come l'industria voglia essere verde, proponendo di integrare l'SRI nel processo di analisi di tutti i prodotti. "È un tema presente nella maggior parte degli incontri tra gli asset manager e i loro clienti", ricorda l’head of Analysis EMEA di Lipper.

Flussi storici rispetto ai fondi ESG in Europa

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Flussi storici dei fondi ESG per asset class

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Flussi in Europa di fondi ESG rispetto ai fondi convenzionali

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Fonte dei grafici: Lipper (Refinitiv).