Un mercato di "nicchia" e per questo troppo spesso trascurato. Si tratta delle obbligazioni convertibili con focus sulla Cina che scontano questo ritardo per diverse ragioni. "La necessità di disporre di team interni dedicati a seguire questo spazio di mercato, al fatto che i mercati dei capitali cinesi onshore sono ancora visti da alcuni investitori come secondari nella loro asset allocation, oppure ancora a un'apertura del mercato che è stata probabilmente progressiva" spiega Nicolas Delrue, Investment specialist Convertible bonds di Union Bancaire Privée (UBP).
Eppure i dati delineano un trend di crescita. "Il mercato cinese delle obbligazioni convertibili onshore è diventato il secondo più grande al mondo dopo gli Stati Uniti. Negli ultimi 5 anni è arrivato a valere quasi 140 miliardi di dollari USA con circa 430 emittenti. Il mercato cinese delle obbligazioni convertibili onshore è attualmente due volte più grande di quello europeo e tre volte più grande del resto dell'Asia, Giappone compreso" commenta l'esperto.
Non soltanto una questione di dimensioni ma l'insieme di caratteristiche non convenzionali che offre. Da quanto analizza il professionista infatti le emissioni standard offrono cedole che aumentano ogni anno, "un meccanismo di compensazione nel caso in cui un'obbligazione raggiunga la data di scadenza con un'opzione ancora "out of the money". Ciò significa che i detentori delle obbligazioni vengono compensati in caso di mancato guadagno di capitale" prosegue. Inoltre, sono previste clausole di rimborso anticipato negli ultimi due anni di vita dell'obbligazione convertibile, nel caso in cui il valore sottostante scenda al di sotto di un livello predefinito. "Queste clausole particolari migliorano sostanzialmente il comportamento delle obbligazioni convertibili cinesi in caso di ribassi dell’azionario. Tali clausole riducono l'effetto dei ribassi dovuti all’andamento delle azioni, mentre non incidono sull'effetto dei rialzi. Questo ne migliora notevolmente la “convessità” spiega Delrue.
Focus sulla Cina
È innegabile però che l'economia del Dragone stia fronteggiando diversi ostacoli. "Di recente abbiamo assistito a scarsità di energia elettrica e a nuove preoccupazioni per il settore immobiliare. L'economia cinese ha risentito di questi ostacoli e delle relative interruzioni delle catene logistiche e di approvvigionamento. Questo, unito alla posizione della Cina nei confronti della guerra russa in Ucraina, ha alimentato un sentiment negativo nei confronti degli asset cinesi" sottolinea l'esperto di UBP.
In un contesto come quello attuale le obbligazioni convertibili svolgono un ruolo chiaro a detta dell'esperto. "Da quando il mercato primario delle obbligazioni convertibili onshore ha iniziato a fiorire alla fine del 2016, al 10 ottobre le obbligazioni convertibili avevano un rendimento annualizzato del 6% e una volatilità del 10 per cento. Questo a fronte di un rendimento annualizzato del 3% e di una volatilità del 19% per le azioni onshore. In questo arco di tempo, le obbligazioni convertibili hanno registrato una capacità del 50% di catturare i movimenti al rialzo e del 28% su quelli al ribasso" analizza.
Pertanto, il mercato delle obbligazioni convertibili offre la possibilità di tornare a esporsi all’azionario in modo più prudente, con una volatilità molto più contenuta, beneficiando al contempo della serie di caratteristiche interessanti che generano un valore sostanziale nella strategia di UBP.
Per questo, a detta dell'esperto, le deboli performance delle A-Shares dalla fine dello scorso anno si sono rivelate un buon test per evidenziare i vantaggi delle convertibili quando si tratta di limitare il potenziale di ribasso. "Da un anno all'altro, al 10 ottobre, l'indice CSI 800 è sceso del 23%, mentre le convertibili hanno subito una perdita solo dell'8 per cento. Si tratta di una protezione al ribasso molto interessante durante una significativa correzione dell’azionario". Un altro dato che aggiunge Delrue è che al lancio della strategia, un anno e mezzo fa, mentre l'indice CSI 800 è sceso del 21%, la nostra strategia è in crescita del 17% al 10 ottobre.
La costruzione del portafoglio
Guardando al processo di investimento questo "mira a fornire un accesso diversificato e liquido al mercato cinese delle obbligazioni convertibili onshore. A questo scopo, privilegiamo un processo di selezione e allocazione sistematico basato su regole appropriate alla gestione delle nostre soluzioni di obbligazioni convertibili" commenta. Delrue spiega che nella prima fase del processo, il mercato cinese delle obbligazioni convertibili onshore viene vagliato in base a criteri di liquidità, qualità del credito e rischio idiosincratico. Il processo di allocazione è quindi guidato dalla valutazione combinata di quattro metriche: la sensibilità ai movimenti dell’azionario, il rendimento a scadenza, la volatilità implicita e la liquidità.
Il portafoglio risulta dunque diversificato tra circa 150 emittenti in tutti i settori, "che riduce la concentrazione sui singoli emittenti, il rischio idiosincratico ed elimina la distorsione a favore del settore finanziario che caratterizza i mercati obbligazionari convertibili cinesi. Inoltre, il portafoglio non è stato esposto a società che sono state colpite dalla prolungata stretta normativa vista in Cina e continuiamo a non esporci al settore immobiliare" prosegue.
In conclusione, secondo il professionista di UBP, pur attribuendo una forte importanza alla qualità del credito nel loro processo, come dimostra uno spread più basso rispetto alla media, "riteniamo che non si possa trascurare il potenziale di crescita delle azioni, in quanto la nostra sensibilità azionaria si aggira intorno al 60 per cento. Questo è fondamentale per sbloccare la convessità che ci si aspetta da questa classe di attivi" chiosa.