Investimenti, puntare sul futuro sostenibile del pianeta
L'impegno di asset manager e governi nei confronti dell'energia pulita è fonte di rischi ma anche di notevoli opportunità di investimento. Ne abbiamo discusso con i partecipanti della prima tavola rotonda di Hub ESG.
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Il cambiamento climatico è il mutamento epocale del nostro secolo. Nonostante gli sforzi di governi e imprese a livello internazionale, la strada per contenerne gli effetti è ancora lunga. Dopo il picco del 2022 le emissioni di anidride carbonica da combustibili fossili faranno segnare un nuovo record nel 2023, aumentando di un ulteriore 1% a livello globale, secondo le stime del rapporto annuale del Centro per la ricerca internazionale sul clima basato sui dati dell’Agenzia internazionale per l’energia. Sembra quasi un passo indietro. Uno dei percorsi più veloci e efficaci per raggiungere l’obiettivo zero emissioni è l'adozione delle tecnologie di energia pulita. Su questo fronte si registrano importanti opportunità e spinte al cambiamento. Proprio oggi ha inizio l’ultima settimana della Cop28, con i negoziatori si concentreranno sul futuro dei combustibili fossili in un pianeta in surriscaldamento. Tanti obiettivi e tanti target che indicano la presenza di un’opportunità senza precedenti per investire a lungo termine e con successo nella transizione. Di opportunità e influenze del cambiamento climatico all’interno dell’asset allocation si è parlato nella prima parte della tavola rotonda di Hub ESG dedicata al tema.
I commenti si riferiscono al contesto dell'8 novembre 2023.
L’attenzione alla sostenibilità si riflette nelle scelte di allocazione ormai di quasi tutti i fund selector. “Le tematiche ESG stanno influenzando le nostre decisioni di asset allocation per due motivi principali”, spiega Giulia Monaca, portfolio manager di Banca Passadore. “Il primo - prosegue - vuole mirare al rispetto della normativa e delle richieste da parte delle autorità di vigilanza. ESMA e Commissione europea stanno spingendo gli intermediari finanziari a selezionare per i propri investimenti e privilegiare nell'accesso ai capitali le società che meglio integrano nelle proprie policy il tema della sostenibilità e che stanno cercando di fare un percorso di transizione. Il secondo motivo riguarda la volontà di minimizzare i rischi, perché i rischi legati alle tematiche ESG hanno un impatto economico e presentano rischi fisici e di transizione. Non considerare tali rischi espone il portafoglio a potenziali perdite. Banca Passadore ha adottato una policy di sostenibilità, decidendo in particolare di considerare i PAI integrandoli nel processo di selezione degli strumenti, non solo sostenibili”.
1/4Il cambiamento climatico sta anche “incrementando diverse tipologie di rischi”, sottolinea Federico Mondonico, portfolio manager e Sustainable Investment specialist di BCC Risparmio&Previdenza. “Oltre a quelli fisici - evidenzia -, come gli eventi meteorologici estremi, vi sono i rischi di transizione legati alle strategie di adattamento e alla mitigazione che le società mettono in atto per ridurre le emissioni. Questi ultimi possono essere declinati in ulteriori quattro rischi. Il primo riguarda i costi che le società devono sostenere per poter implementare innovazioni tecnologiche di supporto alla transizione. Vi è poi il rischio di mercato, legato allo squilibrio fra domanda e offerta in termini materie prime, prodotti e servizi. Vi sono inoltre i rischi reputazionali: la percezione di un brand o di un'azienda è fondamentale, sia per i clienti che per gli investitori. Infine, i rischi politico-legali riguardano possibili contenziosi generati dal climate change: si pensi ad esempio al tema dell’approvvigionamento idrico”. Secondo Mondonico quando si prendono decisioni di investimento “occorre considerare questi rischi, ma anche saper cogliere le opportunità. In BCC Risparmio&Previdenza adottiamo un approccio prudente, che consiste nel non seguire le mode del momento scommettendo sull’onda emotiva che alcune tematiche possono suscitare. Un macrotema che riteniamo interessante è la transizione energetica per diverse ragioni, di tipo normativo, pragmatico e fiscale. Crediamo sia un tema da tenere nei portafogli di oggi e domani”.
2/4Sull’influenza che le pratiche di sostenibilità hanno all’interno di una società o gruppo finanziario è d’accordo Anna Baldassarri, European Financial Advisor, Zurich Bank Private Advisory. Riportando l’esempio del proprio gruppo, Baldassarri ricorda che Zurich “è per definizione un investitore responsabile, all’avanguardia nell’applicazione dei criteri ESG e con diversi riconoscimenti di sostenibilità. Il gruppo ha dimostrato negli anni un forte impegno ed aderisce ai principi ONU per l'investimento responsabile. Nel programma di intenti del gruppo, Zurich deve essere il profitto ‘buono’, ovvero avere un impatto positivo sulle persone e sull'ambiente. La governance è fortemente impegnata in questa direzione, al punto che se un membro del consiglio di amministrazione non dimostra un sufficiente impegno nell'attuazione dei target stabiliti dall'azienda non può essere rieletto”. Tutti i fattori ESG “sono ben rappresentati nelle pratiche di esclusione adottate dal gruppo; ad esempio vengono considerati i volumi di emissione di gas da parte di società operanti in specifici settori ad alta emissione, livello di trasparenza della governance e aziende appartenenti a settori controversi”, conclude Baldassarri.
3/4Parlando di riflessi della transizione verso il Net Zero nel mondo finanziario è necessaria una premessa. “Il cambiamento climatico è in atto. Riteniamo che si tratti di un problema significativo e di una nostra responsabilità, di conseguenza abbiamo il dovere di fare qualcosa per attivare la trasformazione”, commenta Antonio Forte, international sales director Italy di Liontrust spiegando che “come asset manager agiamo su due livelli, corporate e di investimento. A livello societario siamo firmatari della Net Zero Asset Managers Initiative dal 2022, che influisce anche sugli obiettivi di sostenibilità del top management. Sempre dal 2022 siamo carbon neutral. A livello di prodotti gestiti, invece, stiamo spingendo tutti i team a rendere i nostri fondi Articolo 8 o 9 SFDR. Questo procedimento avviene attraverso un potenziamento piuttosto costoso, occorrono infatti investimenti nella produzione di dati e reporting. Un processo che va in due direzioni: le aziende devono fornire dati che ci permettano di valutarne la sostenibilità e i nostri clienti sono educati a scegliere prodotti sostenibili. Il secondo livello riguarda invece più in generale gli investimenti: siamo investitori, quindi contribuiamo alla canalizzazione di capitali verso le aziende più sostenibili. L'esempio più significativo riguarda i prodotti Articolo 9, che rappresentano il 40% delle nostre masse. Non si tratta solo di una questione di responsabilità, per agire contro il cambiamento climatico, ma troviamo che vi siano delle grandi opportunità negli investimenti sostenibili soprattutto nell’attuale periodo storico”.
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