SFDR, nuovi paradigmi nella selezione di fondi sostenibili
Dalla sua introduzione, il Regolamento SFDR ha generato cambiamento sistemico nell'industria degli investimenti. Sono stati introdotti criteri rigorosi per migliorare la trasparenza e la divulgazione riguardo ai fattori ESG nelle decisioni di investimento, con un impatto significativo sulle scelte dei fund selector. Una delle principali conseguenze della normativa riguarda l'accento posto sulla sostenibilità come parte integrante del processo decisionale di investimento. I fund selector devono valutare attentamente come i fondi e gli strumenti finanziari considerano e gestiscono i fattori ESG. Questo ha portato a un aumento della richiesta di prodotti finanziari che dimostrano un impegno reale per la sostenibilità e il benessere dell'ambiente e della società.Nell’ultima parte della tavola rotonda dedicata al tema, del progetto Hub ESG, vengono indagate le sfide che i fund selector incontrano nell’interpretare e attuare i requisiti della SFDR e quali i fattori chiave vengono considerati quando si valuta la qualità delle informazioni sulla sostenibilità fornite da un fondo o una società di gestione del risparmio.
I commenti si riferiscono al contesto dell'11 luglio 2023.
Tra gli effetti di SFDR vi è l’aumento del monitoraggio dei rischi associati a investimenti non sostenibili, aumentando allo stesso tempo la disponibilità e la qualità delle informazioni ESG fornite. Il mondo ESG “ha creato un'area di business eccezionale per gli information provider”, commenta Alessandra Festini, ESG specialist di Cassa Forense. “Il loro numero si è quintuplicato, ma tutti presentano una metodologia proprietaria che rende complessa la ricezione di un’analisi oggettiva e un confronto tra dati provenienti da società diverse”, prosegue Festini, secondo cui “in futuro il settore andrà incontro a una decisa concentrazione tra player e questo consentirà una maggiore standardizzazione dei dati. Si tratta di un vantaggio per gli asset manager ma anche per i fund selector che si troveranno a selezionare prodotti. Ritengo tuttavia che a fianco a un’informazione più standardizzata, dovrà sempre esserci spazio per una valutazione interna da parte dell'investitore finale, di tipo prettamente qualitativo, perché solo l'investitore può conoscere le proprie policy ESG interne e i propri obiettivi di sostenibilità. Questo match non può essere compiuto da un information provider standard, ma deve essere effettuato internamente”.
1/5SFDR ha portato inoltre a una crescente consapevolezza degli investimenti responsabili tra i selector e i loro clienti. “La nostra società si occupa di analisi da prima del 2015, per questo al suo arrivo SFDR è stata considerata da Liontrust con molta soddisfazione”, evidenzia Antonio Forte, international sales director Italy Liontrust. “Ci siamo sentiti tutelati dalla normativa - prosegue - che ci consentiva un riconoscimento di tipo oggettivo. Per il futuro il nostro obiettivo è di rimanere all’avanguardia su questo fronte, restare pionieri delle più avanzate tecniche in termini di sostenibilità. Siamo attivi in particolare su due fronti. Il primo riguarda l’impatto, che attualmente non ha ancora una chiara definizione a livello normativo. Stiamo cercando di lavorare per una definizione di impatto a priori, con un margine temporale entro cui definirlo. Il secondo fronte riguarda l’engagement: vi è un grande lavoro da portare avanti con le aziende affinché sia attuata l’integrazione tra performance finanziaria e di sostenibilità”. In Liontrust “i gestori fanno entrambe le cose, ovvero vi è un unico soggetto che si occupa sia dell'analisi di sostenibilità ESG, sia di quella fondamentale. Per noi la sostenibilità non è un fattore da aggiungere in un secondo momento. Il gestore si occupa anche di engagement, guidando le attività e le aziende attraverso cui promuovere una cultura sostenibile”, conclude Forte.
2/5La normativa ha aperto la strada a nuove opportunità di investimento in settori in crescita. Allo stesso tempo, SFDR ha aumentato la pressione sulla comunità finanziaria per migliorare la qualità delle informazioni ESG fornite. La raccolta dati, nel mondo ESG, “rappresenta un tema complesso”, ricorda Roberto Bianchi, Head of Funds Investments e portfolio manager, Banor SIM. “Mettere a disposizione di aziende e fund manager dati sulla sostenibilità è, infatti, un processo difficile e dispendioso. Occorre dunque poter disporre di una serie di figure professionali preparate nello specifico sulla sostenibilità”, aggiunge Bianchi. Per le realtà più piccole “non è naturalmente semplice costruire team dedicati. Ciò mi porta a ritenere che in futuro questo tipo di società faranno più fatica a raccogliere informazioni e a essere competitive suggerendo un processo di aggregazione. Vi è quindi il rischio che solo le grandi realtà potranno gestire i rischi legati alla sostenibilità. Ritengo invece che per i fund selector sarebbe utile preservare un po’ di questa biodiversità, per poter ulteriormente scovare quelle realtà che possono esprimere dei valori, sul mercato e non solo”, conclude l’esperto.
3/5Una delle criticità relative all’implementazione della SFDR “risiede nella mancata uniformità dei dati”, afferma Valeria Colombo, ESG and engagement lead, BancoPosta Fondi SGR. Il processo di standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità “sarà piuttosto lungo; tuttavia, sono già stati compiuti diversi passi avanti. Le agenzie di rating di credito, ad esempio, stanno integrando i fattori ESG all’interno delle proprie analisi e si tratta di un elemento fondamentale per l’integrazione ESG nell’analisi rischio-rendimento”, commenta l’esperta secondo cui “a questo proposito il portfolio manager dovrebbe includere la sostenibilità tra i fattori da considerare per effettuare le valutazioni degli investimenti”. Per Colombo “l’impatto del rischio di sostenibilità sul rendimento dei prodotti finanziari è un concetto ancora in via di definizione, perché non è attualmente possibile attribuire a questo rischio un valore di riferimento tangibile. Il punto di vista di investitori e aziende deve passare dal breve al medio-lungo periodo. Le aziende, in particolare, hanno obblighi di rendicontazione finanziaria trimestrale, ma anche un mandato di lungo periodo con piani industriali a 3-5 anni. Questa visione sul futuro deve fungere da stimolo per migliorare le proprie capacità sul fronte ESG”.
4/5La regolamentazione SFDR “è in continua evoluzione e quindi l’attività di fund selction dovrà sapersi evolvere e adattare”, sostiene Sofia Righetti, fund selector di Generali Multi Manager Solutions, Generali A&WM. “Se confrontiamo i dati di due differenti ESG data provider spesso troviamo delle informazioni non coerenti, perché ogni società utilizza la propria metodologia. Per quanto riguarda gli investimenti ESG, quindi, oltre a un problema di reperibilità dei dati vi è anche un tema di standardizzazione dei dati che, secondo me, cambierà con all'evolversi della regolamentazione”, continua Righetti. “Inoltre - aggiunge -, attualmente è presente una limitata copertura ESG sulle singole società che tende a sfavorire le società a minor capitalizzazione in quanto non essendo in grado di fornire un’adeguata informativa, spesso hanno rating inferiori”. L’esperta ricorda che “in tal senso, il Level II (RTS) entrato in vigore da gennaio mira proprio ad aumentare la comparabilità, la coerenza e l'affidabilità delle informazioni ESG. Sicuramente il regolatore ha individuato queste problematiche e sta studiando delle soluzioni. Ad esempio, l’Unione europea mira alla creazione di un database unico Europeo di informazioni finanziarie e non finanziarie pubblicate dalle imprese: European Access Point (ESAP). La centralizzazione dei dati ne aumenterà la qualità e la standardizzazione rendendo il processo di selezione, monitoraggio e reportistica più fluido e efficiente. È vero che adesso vi è la necessità di avere un determinato capitale e di una forza lavoro impiegata nella gestione della sostenibilità piuttosto notevoli. Ma credo che a tendere saranno necessari meno sforzi in tal senso, perché sarà quasi scontato che un asset manager includa i criteri ESG nella propria offerta prodotti”.
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