Dai dati agli investimenti, come affrontare il cambiamento climatico
Il 2023 è stato l’anno più caldo della storia. Fino a oggi. Come gestire a livello di strategia e rischio finanziario le conseguenze di un clima in deciso mutamento? Parola ai fund selector nella prima tavola rotonda di Hub ESG.
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Dopo le anticipazioni è arrivata la conferma: il 2023 è stato l'anno più caldo di sempre. I dati dell’agenzia europea Copernicus confermano che era dal 1850, ovvero da quando si registra la temperatura media mondiale, che non faceva così caldo, con una temperatura media di 14,98° C. Fino a oggi. Il cambiamento climatico è infatti ormai il fenomeno epocale del nostro secolo e sta generando impatti significativi su scala globale. Dal punto di vista finanziario, le perdite legate a eventi climatici estremi stanno crescendo a ritmi preoccupanti. Nel 2021 secondo i dati della Banca Mondiale, le perdite globali causate da eventi climatici sono state stimate intorno a 200 miliardi di dollari, evidenziando l'urgenza di affrontare la gestione del rischio climatico. Parallelamente e fortunatamente anche gli investimenti sostenibili stanno guadagnando terreno. Nel 2023 si stima un totale di 44 miliardi investiti in attività green (dati Global Sustainable Investment Alliance). L’aumento degli investimenti green ha coinciso non solo con una maggiore sensibilità da parte degli investitori, ma anche e soprattutto con l’accelerazione a livello normativo. Nella prima parte della tavola rotonda di Hub ESG dedicata agli effetti del cambiamento climatico sugli investimenti, abbiamo chiesto ai partecipanti come questo fenomeno stia influenzando le decisioni di asset allocation nei fondi di investimento.
I commenti si riferiscono al contesto del 18 gennaio 2024.
Le strategie di contrasto al cambiamento climatico possono partire dalla sfida della transizione energetica. “Rappresenta l’elemento chiave per contrastare i cambiamenti climatici e raggiungere l’obiettivo della Carbon Neutrality entro il 2050, tematiche per noi molto rilevanti in quanto il gruppo Banco BPM, di cui Banca Aletti è banca private e centro di investimento, ha aderito all’iniziativa Net Zero Banking Alliance”, spiega Barbara Ietto, investment advisor di Banca Aletti. “Come evidenziato anche dalla Cop28 - continua -, per affrontare la crisi legata al clima sarà necessario triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello mondiale e aumentare quindi i flussi in questa direzione. Strategie legate a tematiche di cambiamento climatico le ritroviamo in tutte le asset class e, in qualità di distributore, Banca Aletti ha sviluppato internamente un modello di classificazione ESG degli strumenti che è stato integrato in tutti i processi di analisi e di selezione delle strategie. Il modello si compone di diverse analisi quali-quantitative che ci permettono di selezionare le strategie ESG che riteniamo più solide e tra queste anche quelle legate a temi ambientali: osserviamo diverse metriche, alcune riferite alle emissioni di CO2. Inoltre, svolgiamo una approfondita due diligence sulle case di gestione in ambito di sostenibilità, verificando l'allineamento tra quanto dichiarato e le azioni compiute. Il nostro approccio di valutazione rimane finanziario in primis ma si affiancano anche gli aspetti ESG e considerare il cambiamento climatico, dato ormai imprescindibile, per noi vuol dire prendere in esame anche la fase di transizione che l’azienda sta perseguendo. Stiamo lavorando per sviluppare nuove metodologie che includano metriche che vadano in questa direzione e che, a nostro parere, troveranno sempre più riscontro nell’evoluzione della normativa europea al pari di quello che è avvenuto in altri Paesi. Rimane centrale il tema della disponibilità dei dati, infatti la nostra attenzione è rivolta all'integrazione di metriche affidabili per sfruttare le opportunità e mitigare i rischi legati al cambiamento climatico nel nostro processo decisionale”.
1/5Il tema della sostenibilità “è guidato tra le altre cose da due forze principali: in primis il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, disponibili a dedicare più energie per selezionare prodotti a impatto ambientale inferiore. In secondo luogo la regolamentazione, come la direttiva CSRD del 2023, che impone obblighi di reportistica riguardo criteri di sostenibilità per le grandi società”, esordisce Andrea Mongardini, portfolio manager di Banca Generali. “Si osserva ormai da qualche tempo sul mercato – prosegue - l’atteggiamento degli istituti bancari di emettere dei prestiti a fronte di determinati parametri di sostenibilità. Banca Generali utilizza nella valutazione dei suoi investimenti societari un rating ESG che integra nella dimensione ambientale considerazioni legate a: Impatto sull’ambiente dei prodotti, gestione della catena di approvvigionamento, efficienza dei processi produttivi e strategia ambientale dell’azienda. Nel contesto delle analisi di sostenibilità dei fondi viene valutato sia l’approccio del gestore sulla specifica strategia all’integrazione ambientale (così come per S e G) che poi valutato il portafoglio titolo per titolo. Ogni asset manager e titolo nel portafoglio viene esaminato strategicamente in termini di sostenibilità, con una restricted list per analizzare i settori controversi e una watch list che include le società che non hanno fatto sufficiente disclosure in termini di sostenibilità. Attualmente oltre il 30% delle masse gestite è sostenibile, con l'obiettivo di raggiungere il 40% entro fine anno. La banca si impegna inoltre a ridurre del 25% l'impronta carbonica degli investimenti gestiti sempre entro la fine di quest’anno. È stata infine introdotta la figura del sustainable advisor per fornire consulenza specializzata in ambito ESG, supportando ulteriormente i clienti sul tema della sostenibilità”.
2/5L’approccio alla sostenibilità per un asset manager può essere un percorso intrapreso da diverso tempo. “Fideuram AM SGR ha aderito a Net Zero Asset Manager Initiative fin dal 2021, ponendo la lotta al cambiamento climatico al centro delle proprie scelte di investimento”, ricorda Chiara Mauri, head of Fund Research and Alternative Investments di Fideuram Asset Management SGR. “Nell’ambito della fund selection - continua - cerchiamo di selezionare asset manager firmatari di NZAMI chiedendo una sempre maggiore trasparenza riguardo agli obiettivi climatici, specialmente a livello di singolo prodotto e ci impegniamo nella promozione dell’iniziativa con chi ancora non ha aderito. Inoltre, abbiamo prioritizzato alcuni PAI relativi sia alle emissioni di gas serra che all’impronta carbonica e abbiamo avviato il monitoraggio degli stessi con l’ausilio di alcuni tra i principali provider esterni. Tra le informazioni che stiamo raccogliendo, disponibili sul tracciato EET, vi è anche un campo dedicato alla presenza o meno per i singoli prodotti di ‘Carbon Emission Reduction Objective’ (20570). Purtroppo, sono ancora pochi gli asset manager che popolano questo campo e ancora meno, circa il 15% del campione analizzato, coloro che lo valorizzano positivamente, dichiarando di perseguire un obiettivo di riduzione delle emissioni carboniche. Riteniamo fondamentale in tal senso un dialogo aperto e costante con gli asset manager, considerandolo una forma di engagement che può aiutare noi ad avere maggiori informazioni e le società terze ad indirizzare al meglio i loro sforzi, riconoscendo l’impegno di tempo e risorse che la transizione sostenibile richiede”.
3/5Nel tempo “si stanno diffondendo una maggiore consapevolezza e la necessità di un approccio più completo per affrontare la crisi climatica, al di là della sola riduzione delle emissioni di carbonio”, conferma dal suo punto di vista di esperto Andrea Florio, head of product development ESG di Zurich Bank. “È infatti essenziale considerare anche fattori come le emissioni di metano e la preservazione della natura e della biodiversità: aspetti cruciali per un impegno più ampio nel mitigare le conseguenze del cambiamento climatico. L’enfasi sul metano è significativa, dato il suo maggiore potere come gas serra rispetto alla diossina di carbonio. Questa consapevolezza, espressa alla COP 28, indica una svolta verso una comprensione più olistica dei vari contribuenti al cambiamento climatico”, aggiunge florio. “Altri aspetti rilevanti – evidenzia - riguardano l’attenzione ai principi dell'economia circolare e delle pratiche sostenibili di gestione dei rifiuti, oltre che il riconoscimento del ruolo della natura e della biodiversità. La stima del World Economic Forum sulla dipendenza economica dalle risorse naturali sottolinea i rischi economici associati alla degradazione ambientale. La considerazione dei rischi finanziari legati alla natura e la divulgazione volontaria di tali informazioni da parte delle aziende rappresenta un passo positivo verso l'integrazione della natura nei processi decisionali aziendali e di asset allocation nei fondi di investimento. Questa svolta verso un approccio più completo è indicativa di una comprensione più ampia di quali indicatori e metriche devono essere utilizzati per valutare l’esposizione dei fondi alle questioni legate al cambiamento climatico”.
4/5Per un asset manager è ormai fondamentale prendere posizione rispetto al tema sostenibilità. “È innanzitutto fondamentale sottolineare la nostra convinzione in merito al problema del cambiamento climatico che riteniamo essere causato dall'intervento umano. Questa convinzione ci porta a una responsabilità concreta”, evidenzia Antonio Forte, senior sales manager di Liontrust. “A livello aziendale – ricorda - siamo firmatari della Net Asset Zero Initiative dal 2022, operando come azienda carbon neutral. Tuttavia, il maggiore impatto che un asset manager può avere sulla sostenibilità risiede nei prodotti gestiti. Nel nostro caso, il 40% delle masse gestite riguarda fondi con divieto assoluto di investire in aziende produttrici di combustibili fossili, nonostante ciò abbia in parte comportato alcune perdite a livello di possibile performance negli ultimi anni. Questa percentuale è in aumento, riflettendo il nostro crescente impegno nella gestione sostenibile e l'attenzione alla qualità della gestione di strumenti sempre più sostenibili. La nostra azione è motivata dalla convinzione che agire per la sostenibilità abbia un prezzo, ma che sia essenziale per affrontare il cambiamento climatico”.
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