Europa vs Stati Uniti alla prova della sostenibilità
Bruxelles e Washington, chi è più avanti sul fronte degli investimenti sostenibili e come la prima posizione influisce sulla selezione di prodotti e strumenti ESG? Se ne è discusso nell'ultima parte della tavola rotonda di Hub ESG sulla sostenibilità.
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Parlare di investimenti ESG è sempre complicato, specialmente quando si fanno confronti tra le diverse regioni geografiche e di investimento. Una considerazione fondamentale e che viene citata solitamente da chi non sostiene l’adozione di pratiche sostenibili è la disparità normativa tra i diversi Paesi. Da un lato l’Europa è pioniera degli investimenti sostenibili e potenzialmente ha le risorse per guidare la rivoluzione green. Le stesse risorse, probabilmente maggiori, sono in capo a Paesi come gli Stati Uniti ma anche la Cina o altri grandi Paesi che tuttavia sembrano arrancare rispetto all’Europa nella definizione di target sostenibili. Infine vi sono alcuni Paesi dei mercati emergenti molto vicini a problemi globali fondamentali e urgenti come la deforestazione, la povertà e il cambiamento climatico che non hanno ancora intrapreso del tutto questo percorso. Di disparità normative e conseguenti considerazioni a livello di selezione investimenti si è discusso nell’ultima parte della tavola rotonda di Hub ESG, con un focus particolare sulle differenze tra Europa e Stati Uniti.
I commenti si riferiscono al contesto dell'8 novembre 2023.
Le differenze normative tra Europa e Stati Uniti in tema di investimenti sostenibili sono ancora diverse e raffigurabili in modo oggettivo. "Il gap tra Europa e Stati Uniti per quanto riguarda la reportistica ESG è ancora purtroppo ampio", commenta a riguardo Anna Baldassarri, European Financial Advisor, Zurich Bank Private Advisory. "Gli Stati Uniti - prosegue - presentano un leggero ritardo rispetto all’Europa in ambito di pratiche sostenibili e di reporting. Sicuramente un progressivo sviluppo e diffusione della tassonomia potrà non solo favorire una migliore comprensione dei profili di sostenibilità ma anche agevolare la riduzione di questo gap favorendo una maggior trasparenza in ambito ESG. L’Europa, nel percorso verso la sostenibilità, è molto più avanti rispetto agli altri paesi; il 37% del Pnrr è stato infatti destinato alla transazione green (primo posto in termini di risorse destinate alla sostenibilità)".
1/4Antonio Forte, international sales director Italy di Liontrust pone l'accento sulla transizione energetica che "si risolve attraverso soluzioni innovative: producendo più energia con meno CO2. In questo campo gli Stati Uniti sono pionieri. Il paradosso qui è che troviamo aziende innovative che grazie alle tecnologie all’avanguardia hanno sviluppato prodotti e servizi in grado di accelerare la transizione e al contempo fare profitti, ma che spesso nascondo i 'successi' in materia ambientale e sociale". Si tratta, secondo Forte, di aziende "che non sanno di essere sostenibili e non sono preparate per fare reporting su materie ESG. Questo fenomeno è diffuso soprattutto tra le aziende mid e small cap. In questo senso l’Europa è almeno 10 anni avanti. Cioè nella trasparenza informativa, che poi è alla base della transizione in quanto permette di canalizzare o capitali se aziende che partecipano attivamente a rendere il mondo più sostenibile. Questa è una opportunità per noi, in quanto abbiamo un grosso serbatoio di aziende americane con le quali fare attività di engagement per aumentare la qualità dei reporting e al contempo creare valore per gli azionisti. Fare engagement nei confronti di simili realtà innovative, supportarle nella produzione di dati quantitativamente e qualitativamente rilevanti è uno degli obiettivi che ogni asset manager dovrebbe tentare di raggiungere. Noi stiamo lavorando molto in questa direzione, specialmente attraverso il nostro fondo US Articolo 9 del SFDR".
2/4Facendo un confronto tra Bruxelles e Washington è rilevante sottolineare come negli Stati Uniti esista "un tema politico collegato alla sostenibilità", rileva Giulia Monaca, portfolio manager di Banca Passadore. "Le società che cercano di lanciare nuovi prodotti da distribuire sul mercato europeo - aggiunge -, allineandosi alle normative di sostenibilità di Bruxelles, spesso si scontrano con gli Stati repubblicani che sono altamente contrari alle pratiche ESG, nonché con le società di armamenti e petrolifere che definiscono la sostenibilità come un male per l'economia americana. Per fortuna l'amministrazione Biden ha fatto già molto per cercare di ridurre il gap tra le società americane e le società europee in termini di sostenibilità. Per fare un esempio, l'Inflation Reduction Act ha messo a disposizione ingenti capitali al fine di promuovere progetti allineati agli obiettivi climatici dell'Accordo di Parigi. La stessa Sec obbliga le società quotate a fare disclosure sulle proprie operazioni per quantificarne l’impatto sul clima e il contributo alle emissioni di carbonio. Ritengo che il gap tra Europa e Stati Uniti si stia assottigliando, ma molto dipende dal risultato delle prossime elezioni presidenziali a novembre 2024".
3/4Sul primato dell'Europa in tema di sostenibilità è d'accordo Federico Mondonico, portfolio manager e Sustainable Investment specialist di BCC Risparmio&Previdenza. "L’Europa è sempre stata all’avanguardia negli investimenti sostenibili. Sulla chiusura del gap rispetto a altri Paesi, come gli Stati Uniti, occorre differenziare tra large e small cap", afferma Mondonico. "Alcune grandi società americane, in particolare, tendono ad avere una forte attenzione alle tematiche di sostenibilità, anche per una questione di competitività rispetto alle aziende UE. I grandi flussi di capitale vanno oggi nella direzione di investimenti ESG e anche le grandi large cap USA stanno adottando politiche in quest’ottica. Il gap si sta quindi un po' assottigliando. In generale implementiamo lo stesso modello di rating proprietario sia per le società americane che per quelle europee, perché non vogliamo avvantaggiare chi presenta meno obblighi di reporting. Un aspetto che riteniamo importante da sottolineare è il cosiddetto “Momentum ESG”, ossia premiare quelle società o istituzioni che partendo da un profilo di sostenibilità minore hanno intrapreso un percorso volto al miglioramento ESG nell’arco di un tempo ben definito con degli obiettivi sostenibili chiari e caratterizzati da trasparenza e reale fattibilità. Se si vuole davvero intervenire a favore della sostenibilità, infatti, non basta solo porre in risalto i leader ESG attuali, ma supportare e premiare le entità che stanno facendo progressi rilevanti verso un’economia più sostenibile", conclude l'esperto.
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