La sostenibilità può essere applicata a tutti i settori e le aree geografiche di investimento. La selezione, in questo senso, si concentra sulle diverse strategie. “La nostra allocazione di portafoglio prevede investimenti in ambito azionario a livello globale; pertanto, cerchiamo opportunità senza preclusioni tra paesi e settori”, sostiene Enrico Pellicciari, portfolio manager, Optima SIM. Secondo Pellicciari “è indubbio che ci siano aree geografiche dove l’approccio alla sostenibilità e alla riduzione delle emissioni sia ad uno stadio più avanzato, come in Europa, mentre altre, come l’area emergente, dove il processo di decarbonizzazione è meno maturo ma dove il potenziale impatto della transizione è considerevole. Sulla base di questa distinzione, da un lato, per gli investimenti nei Paesi sviluppati prediligiamo fondi con strategie che si concentrino su società leader nell'efficienza energetica; dall’altro, per quelli sull’area emergente cerchiamo piuttosto strategie con focus su aziende nelle fasi iniziali del loro percorso di sostenibilità, dove l’attività del gestore può accelerare significativamente la transizione mediante un’importante attività di engagement e voto”. A livello settoriale, invece, “al fine di creare portafogli ben diversificati, riteniamo vincenti le strategie dei fondi che investano su tematiche di sostenibilità all’interno di ciascun settore. Ad esempio, strategie che selezionano nel settore energetico le aziende specializzate sulle energie rinnovabili o nel settore industriale società che si occupano dell'efficienza energetica degli edifici, in grado di contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di carbonio. Infine, nell'ambito dell'industria automobilistica, aziende che producono veicoli elettrici o che sviluppano infrastrutture di ricarica. In generale, il nostro obiettivo è quello di creare portafogli che considerino la sostenibilità a trecentosessanta gradi, investendo su temi di sostenibilità peculiari di ciascun paese e settore”, conclude l’esperto.
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