SFDR, ancora cautela nella classificazione
Alcuni ritengono che il 2022 sarà il banco di prova delle strategie sostenibili. Altri, invece, che decreterà la fine della corsa agli investimenti green dopo il boom registrato lo scorso anno. Mancano ancora diversi mesi per tracciare un bilancio, con i mercati in bilico tra l’inasprirsi del conflitto in Ucraina e le prospettive di rallentamento […]
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Alcuni ritengono che il 2022 sarà il banco di prova delle strategie sostenibili. Altri, invece, che decreterà la fine della corsa agli investimenti green dopo il boom registrato lo scorso anno. Mancano ancora diversi mesi per tracciare un bilancio, con i mercati in bilico tra l’inasprirsi del conflitto in Ucraina e le prospettive di rallentamento della crescita. Quel che è certo intanto è lo slancio senza precedenti che gli investimenti sostenibili hanno ricevuto in Europa grazie al regolamento Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) entrato in vigore il 10 marzo 2021.
La normativa ha dato una decisa impennata al mondo ESG, definendo uno standard minimo per i prodotti sostenibili e imponendo l’obbligo di trasparenza agli operatori. Il regolamento rientra in una strategia più ampia portata avanti dall’Unione europea che intende creare un ecosistema integrato di norme più stringenti in ambito Esg. Lo sviluppo della normativa ha offerto alle società di gestione l’opportunità di riorganizzare il proprio motore decisionale di investimento, perfezionare le capacità di reporting e aumentare i processi di gestione interna per soddisfare e potenzialmente superare le aspettative degli investitori in ottica di sostenibilità. Ma non tutte si sono mosse allo stesso modo.
FundsPeople ha analizzato gli orientamenti degli asset manager in merito alla SFDR, esaminando la totalità dei fondi distribuiti in Italia. I dati mostrano società di gestione che hanno assunto approcci più decisi nella classificazione dei prodotti come articolo 8 e 9 e altre che hanno preferito una posizione conservativa per il timore di un successivo declassamento dei propri fondi.
I diversi approcci alla SFDR
Il team di analisi di FundsPeople ha analizzato il panorama italiano dei fondi azionari e obbligazionari per valutare, in sintesi, quanto le società di gestione abbiano spinto l’acceleratore sulla classificazione SFDR e quante invece siano state più caute nel classificare i propri prodotti come articolo 8 o articolo 9. L’analisi è stata realizzata attraverso i dati della piattaforma Morningstar Direct, considerando tutti i prodotti commercializzati in Italia per le categorie equity e fixed income, esaminate separatamente.
Gli strumenti risultanti sono stati successivamente raggruppati per società emittenti. Per ogni casa di gestione sono stati individuati il numero di prodotti commercializzati e gli asset under management. Partendo da questi ultimi due elementi sono state realizzate, per ogni asset class, una classifica delle società con il maggior numero di fondi in commercio e un’altra graduatoria che invece tiene conto delle aziende con il maggior patrimonio in gestione al 31 marzo 2022. È stata infine calcolata la percentuale dei fondi e degli AuM registrati come articolo 8 e articolo 9.
In generale, a poco più da un anno dall’introduzione della SFDR, l’atteggiamento delle società di gestione è risultato ancora cauto nella classificazione dei propri strumenti. Si può tuttavia affermare che le maggiori spinte di ordinamento siano presenti sull’azionario rispetto all’obbligazionario e che vi sia per entrambe asset class una maggiore presenza di fondi classificati come articolo 8.
L’analisi del panorama italiano equity
Complessivamente sono risultati 3218 strumenti azionari, di cui il 44% registrato come articolo 8, il 9% come articolo 9 e il 47%, la maggioranza, non classificati. Percentuali che si riflettono nella distribuzione delle prime dieci società in classifica per numero di fondi distribuiti.
La classifica per numero di fondi
Società | Articolo 8 | Articolo 9 | Non classificato | Totale fondi |
BNP Paribas AM | 69% | 28% | 12% | 109 |
BlackRock AM | 18% | 7% | 75% | 100 |
Schroders | 43% | 7% | 29% | 79 |
Amundi AM | 47% | 5% | 18% | 70 |
Fidelity International | 50% | 0% | 20% | 70 |
JPMorgan AM | 51% | 1% | 15% | 67 |
Eurizon AM | 34% | 0% | 32% | 66 |
Allianz Global Investors | 25% | 5% | 33% | 63 |
Franklin Templeton Investments | 15% | 1% | 45% | 61 |
UBS AM | 44% | 1% | 14% | 59 |
A un primo sguardo emerge la netta prevalenza di fondi classificati come articolo 8. Una maggioranza comprensibile se si considera che l’articolo 9 indica fondi completamente focalizzati su obiettivi sostenibili, mentre l’articolo 8 identifica quelli che promuovono, tra le altre, caratteristiche di sostenibilità ambientale o sociale, o una combinazione tra le due. I vincoli di classificazione ESG più stringenti per i prodotti articolo 9 ne giustificano la minore presenza all’interno del panorama nazionale di strumenti azionari (e non solo).
L’analisi per patrimonio gestito
Anche l’analisi per AuM mostra un andamento simile. Il 52% del totale del patrimonio azionario gestito dai fondi commercializzati in Italia è stato classificato come articolo 8, il 37% non risulta classificato e solo l’11% è catalogato come articolo 9.
Società | Articolo 8 | Articolo 9 | Non classificato | Totale AuM |
BlackRock AM | 3% | 8% | 89% | 146508203214,064 |
JPMorgan AM | 93% | 0% | 6% | 96946064702 |
Fidelity International | 88% | 0% | 12% | 92577116245 |
Pictet AM | 33% | 53% | 14% | 81922223554 |
Schroders | 55% | 4% | 40% | 70800009299 |
Amundi AM | 65% | 9% | 27% | 68212005293 |
Morgan Stanley IM | 4% | 0% | 96% | 60027599011 |
BNP Paribas AM | 42% | 56% | 2% | 59110570193 |
DWS | 94% | 3% | 3% | 55624045849 |
Vanguard | 7% | 0% | 93% | 54711481180 |
Guardando alle prime società in classifica per valore di mercato dei propri strumenti in gestione si registra una situazione più variegata. Bnp Paribas e Pictet, ad esempio, presentano spiccate percentuali di patrimonio classificato come articolo 9, a indicare una maggiore preferenza da parte degli investitori per questo tipo di fondi, oppure una performance brillante.
Uno sguardo al fixed income
Anche osservando gli strumenti obbligazionari emerge un’intensa attività di rebranding su fondi già esistenti che hanno cambiato nome o policy di investimento per essere classificati sotto gli articoli 8 o 9 della normativa. La prevalenza di fondi articolo 8 rispetto al totale risulta tuttavia meno marcata. Complessivamente, dei 2551 prodotti fixed income complessivi, il 38% è registrato come articolo 8, solo il 5% come articolo 9 e ben il 58% non è ancora classificato.
Il rebranding obbligazionario punta sugli articolo 8
Società | Articolo 8 | Articolo 9 | Non classificato | Totale fondi |
Amundi AM | 57% | 3% | 40% | 100 |
Eurizon AM | 22% | 1% | 77% | 155 |
Bnp Paribas AM | 66% | 6% | 28% | 79 |
BlackRock | 20% | 3% | 76% | 59 |
Franklin Templeton Investments | 14% | 0% | 86% | 58 |
Axa IM | 63% | 20% | 16% | 49 |
UBS AM | 41% | 0% | 59% | 49 |
Fideuram AM | 26% | 0% | 74% | 47 |
Anima AM | 11% | 0% | 89% | 46 |
Credit Suisse AM | 37% | 2% | 61% | 46 |
Percentuali riflesse anche nella fotografia del ventaglio obbligazionario dei principali emittenti per numero di strumenti sul mercato. Ben quattro società su dieci in classifica non presentano nessun fondo classificato come articolo 8. Ad eccezione di Amundi, Bnp Paribas e Axa, per tutte le società la maggior parte di fondi è priva di classificazione.
Bond, questione di AuM
Percentuali simili emergono se si analizza la classificazione degli AuM, sempre considerando le prime società per quantitativo di patrimonio gestito.
Società | Articolo 8 | Articolo 9 | Non classificato | Totale AuM |
BlackRock AM | 7% | 2% | 92% | 91502443806 |
Eurizon AM | 40% | 3% | 56% | 72089795914 |
Amundi AM | 75% | 2% | 23% | 62478357877 |
Vanguard | 1% | 0% | 99% | 57347267861 |
JPMorgan AM | 77% | 0% | 23% | 53351592781 |
AllianceBernstein | 99% | 1% | 0% | 41357063043 |
Schroders | 78% | 1% | 22% | 41099631438 |
Nordea AM | 76% | 0% | 24% | 34934504360 |
BNP Paribas AM | 87% | 5% | 8% | 34652511190 |
AXA IM | 80% | 13% | 7% | 33904516635 |
I numeri sembrano comunque essere destinati a salire, visto che in generale le società hanno preferito una posizione conservativa per il timore di un successivo declassamento dei loro prodotti. A poco più di un anno dall’entrata in vigore del regolamento europeo sulla finanza sostenibile i dati Morningstar indicano centinaia di nuovi prodotti lanciati sul mercato: dal 10 marzo 2021 si stima che 536 strategie siano state riproposte o abbiano cambiato nome per essere classificate sotto l’articolo 8 o 9 della normativa. Il dato risulta circa il doppio rispetto a quello del 2020 e rappresenta metà della nuova offerta. Per questo sembra destinato ad aumentare.
I gestori vedono nella SFDR l’opportunità di dimostrare il proprio impegno nella sostenibilità e hanno piani per migliorare le strategie esistenti, riclassificare i fondi e lanciarne di nuovi, che rispettino fin da subito i parametri. Un motivo in più per essere positivi, benché rimangano ancora incertezze sull’applicazione stessa della classificazione.