Funds People ha chiesto ad alcune società italiane operanti nel settore del risparmio gestito quali sono le tematiche da non perdere di vista nei prossimi mesi e come si stanno posizionando di conseguenza.
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Gli investitori si sono ormai abituati a non abbassare la guardia durante i mesi estivi. Agosto, infatti, è stato un mese decisamente impegnativo per chi opera sui mercati finanziari (con giornate di elevata volatilità sui mercati azionari, l’annuncio di nuove tariffe USA nei confronti dei prodotti cinesi, dati di crescita negativi in Germania, la crisi politica in Italia, ecc.). Lo scenario nel breve termine si presenta altrettanto complicato. Per questo, Funds People ha chiesto ad alcune società italiane operanti nel settore del risparmio gestito quali sono le tematiche da non perdere di vista nei prossimi mesi e come si stanno posizionando di conseguenza.
Giovanni Brambilla, direttore investimenti, AcomeA
La presenza di incertezze geopolitiche e il deterioramento del quadro macro globale a causa della Trade War apre la strada ad un nuovo ciclo espansivo delle Banche centrali e ad un possibile cambio di rotta nelle politiche fiscali in Europa. Sui mercati obbligazionari, l’ammontare di bond a tassi negativi ha raggiunto il valore record di 17 trilioni di dollari (il 30% del totale in circolazione). In questa fase, preferiamo adottare un posizionamento prudente verso i mercati sviluppati che mostrano tassi negativi, esclusa l’Italia, e ricercare opportunità di rendimento nelle aree emergenti.
Sui mercati azionari europei riscontriamo valutazioni particolarmente sacrificate che scontano in eccesso i timori legati ad una possibile recessione. In termini settoriali le nostre scelte ricadono sui finanziari, che pur in situazione di strutturale debolezza, potrebbero beneficiare di un ritorno di interesse degli investitori alla luce dei miglioramenti patrimoniali. Allo stesso tempo siamo in sottopeso sui settori, come quello degli staples, le cui valutazioni già scontano le prospettive di crescita ed i benefici di un contesto di tassi negativi.
Negli Stati Uniti, ci avviciniamo al 2020, un anno in cui inizieranno le campagne presidenziali e che la Cina vorrà sfruttare per evitare di chiudere trattative con Trump dato il mandato in scadenza; tutto questo potrebbe portare volatilità sul mercato, soprattutto qualora la Fed dovesse deludere le aspettative sul taglio dei tassi. Date queste fonti di incertezza ci avviciniamo al 2020 con un posizionamento cauto, avendo preso profitto su molti titoli del portafoglio e rimanendo investiti maggiormente su settori difensivi quali i consumer staples. Sull’area asiatica manteniamo un posizionamento cauto, privilegiando un approccio value che guarda a quei titoli che non scontano una crescita elevata, considerando il rallentamento della crescita cinese e indiana. Tuttavia, non siamo estremamente negativi visti i possibili stimoli monetari e fiscali che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi.
Alberto Zorzi, VDG responsabile direzione investimenti, Arca Fondi SGR
Il confronto tra USA e Cina rimane acceso, mentre il tema Brexit si fa sempre più intricato. I nuovi equilibri dopo le elezioni europee di maggio si devono ancora definire. Crisi locali, come Argentina e Italia, allungano la lista dei punti di domanda. Lo scenario per i prossimi mesi è ricco di incognite ed è in continua evoluzione. Posizionarsi in un senso o nell’altro sarebbe altamente speculativo. L’incertezza non riguarda solo chi investe: le minute della Fed riportano un FOMC diviso nel decidere il taglio dei tassi a luglio. In un quadro economico e politico così incerto è verosimile che le Banche centrali vogliano continuare ad assicurare un elevato grado di accomodamento monetario.
Anche se in modo ancora approssimativo, a livello politico cresce la consapevolezza che il rallentamento economico in atto richiede anche il supporto delle politiche fiscali. L’elevata incertezza spinge istintivamente gli investitori verso i risk free asset, facendo aumentare in modo vertiginoso lo stock di attività finanziarie che offrono rendimenti negativi, cioè che distruggono valore per gli investitori. In un contesto di mercato di questo tipo il rischio va accettato e adeguatamente misurato, integrando i processi di investimento con i sistemi di risk management. È importante diversificare non solo tra asset class ma tra strategie gestionali. La pianificazione finanziaria è fondamentale e le scelte degli investitori devono orientarsi a piani di accumulo, fondi flessibili e soluzioni di investimento.
Andrea Conti, responsabile macro research, Eurizon
La notizia di agosto è stata la forte discesa di tassi governativi di USA e Germania, segnale di preoccupazione per i destini della crescita globale, a fronte invece della tenuta dei mercati azionari. Si potrebbe pensare che, tra tassi ed azioni, uno dei due mercati stia sbagliando la lettura della realtà. Oppure se ne può dedurre che gli investitori in azioni hanno visto nel calo dei tassi il prerequisito necessario per ridare vigore ad un ciclo economico globale in indebolimento. Va inoltre considerato l’effetto TINA, il There Is No Alternative. Non c’è alternativa all’investimento in attività di rischio, a fronte di una remunerazione delle obbligazioni di qualità ai minimi termini e spesso negativa.
In tale contesto gli investitori saranno disposti ad abbandonare i mercati azionari e le obbligazioni a spread solo a fronte di uno scenario di recessione mondiale molto certo. Ma tenendo in conto del forte stimolo monetario degli ultimi mesi, in vista di una ripresa dei colloqui USA – Cina sul commercio e, magari, nell’eventualità di una politica fiscale più espansiva in Europa, questo ciclo economico globale, per quanto lungo e acciaccato, potrebbe invece riservare nuove soddisfazioni agli investitori.
Mario Romano, Responsabile Investimenti, Sella SGR
Siamo di fronte ad un ciclo con dinamiche fortemente incerte sia per fattori esogeni molto poco controllabili di matrice politica che per il ruolo assunto dalle Banche Centrali, su cui, gli investitori ripongono particolare fiducia. Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad evoluzioni positive anche sul fronte politico, in particolare ad HK dove è stata formalmente disinnescata la legge sull’estradizione verso la Cina, in UK per i passi cruciali fatti dal Parlamento per bloccare un no-deal Brexit e in Italia con la formazione del nuovo esecutivo.
Tuttavia, al rallentamento economico globale in corso solo veri progressi sul fronte trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero essere d’aiuto; l’annunciata ripresa del dialogo lascia ancora tutti abbastanza disillusi. Per quanto riguarda la componente obbligazionaria, alla vigilia delle prossime mosse delle principali Banche centrali, manteniamo una duration elevata, incrementata nella prima parte dell’anno, privilegiando periferici, scadenze lunghe e curva americana. Per quanto riguarda le attività rischiose riteniamo di continuare ad essere moderatamente costruttivi per il forte sostegno derivante dalle valutazioni relative, per i fondamentali ancora resilienti e, nel caso dei mercati azionari, per la cautela con cui nel corso dell’anno sono stati approcciati sia dagli investitori retail (con dati di raccolta netta negativa) che quelli istituzionali (considerando un posizionamento contenuto).