Mossetti (Credit Suisse AM): “Diversificazione, tematici e ESG tasselli indispensabili dei portafogli del post COVID”

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Marco Mossetti, immagine di FundsPeople

Diversificazione, fondi tematici e ESG. Sono questi i tasselli indispensabili nella costruzione dei portafogli nel dopo COVID secondo Credit Suisse AM. È il messaggio lanciato da Marco Mossetti, senior portfolio manager della branch italiana dell’asset manager, che FundsPeople ha incontrato a margine del Salone del Risparmio. Il titolo dell’edizione appena conclusasi del Salone è “Liquidità per costruire nuovi mondi”. Ed è proprio a partire da questi due concetti legati tra di loro che Mossetti svolge la sua analisi. Liquidità come frutto di politiche espansive delle banche centrali destinate a durare. I nuovi mondi creati dai trend strutturali accelerati dalla pandemia, che rappresentano un’opportunità per far confluire l’elevata quota di risparmi attualmente parcheggiata sui conti deposito o investita in attività a basso rischio.

Liquidità

Inflazione, tapering e rilancio economico in seguito alla crisi del COVID sono i principali ingredienti dello scenario marco economico per la fine dell’anno, con il timore per gli investitori di un possibile aumento della volatilità dei tassi. Ma nel complesso, secondo la view del gestore, i tassi dovrebbero rimanere bassi ancora a lungo. “Il picco dell'inflazione sembra ormai alle spalle. Ora dobbiamo verificare come la Fed uscirà dal programma di acquisto di titoli”, afferma Mossetti. Il tapering si farà, come emerso nell’ultimo meeting della Banca centrale USA, e il mercato attende l’annuncio già nella prossima riunione di novembre. “Ma la politica sui tassi sul medio periodo è molto più importante”, avverte Mossetti. Ovvero se verranno ritoccati al rialzo già dal prossimo anno, o dal 2023 in avanti. In ogni caso secondo Mossetti siamo alle soglie di un contesto di normalizzazione della politica monetaria molto più graduale rispetto a quanto avvenuto storicamente. “Questo è collegato al tema liquidità dei portafogli”, afferma l’esperto. “La Fed ha già chiarito l'argomento con il mercato. La sua funzione di reazione da essere preventiva è passata ad essere di attesa degli eventi. Sarà quindi un processo di normalizzazione della politica monetaria diverso a quanto osservato negli ultimi 4-5 cicli economici”, illustra. E questo si traduce in tassi di interesse che, soprattutto per la parte reale, rimarranno in territorio negativo ancora a lungo. “Tutto ciò serve per rendere maggiormente sostenibile l'uscita dall’enorme mole di debito accumulata per permettere il rimbalzo dell'economia dopo la pandemia”, afferma.

Nuovi mondi

“Usciamo da questa crisi con un livello di risparmio altissimo a livello globale. Tuttavia, gran parte è allocato in attività a basso rischio del mercato monetario o titoli di stato. È un paradosso, ma anche un'opportunità”, continua Mossetti. Ne nasce l'urgenza da parte degli investitori di trovare alternative di rendimento. E lato asset manager di fornire nuove soluzioni. L’orizzonte in cui muoversi è quello della diversificazione, includendo anche strumenti alternativi. “Avere sotto il proprio ombrello asset reali, materie prime e fondi alternativi oltre a quelli tradizionali può essere un grosso vantaggio”, spiega Mossetti. E un altro tema chiave è appunto quello dei ‘nuovi mondi’: “Sono i trend legati ai cambiamenti della società e dell'economia. Tra questi uno sotto gli occhi di tutti è la digitalizzazione. Sono legati a doppio filo ai piani di stimolo dei governi per il post pandemia, come il Next Generation EU per l’Europa, che avendo una durata decennale sta guidando il trend delle energie rinnovabili”, afferma l’esperto. I prodotti sui cui il settore punta maggiormente per cavalcare i nuovi trend sono i fondi tematici. E anche Credit Suisse è al lavoro su questo fronte: “Cybersecurity, digitalizzazione, climate change, infrastrutture sono tematiche di investimento di estrema rilevanza, che creano delle grandi divergenze all'interno dei listini tra le aziende in grado di beneficiarne o meno. Individuare questi trend può essere un grosso vantaggio in termini di rendimenti”, sostiene.

ESG 

Fino ad ora nella percezione comune gli investimenti ESG hanno richiamato l'idea di una scelta etica e di responsabilità nei confronti degli investitori. Cosa ancor vera, ma nel tempo gli ESG si sono evoluti, determinando secondo Mossetti una sovrapposizione virtuosa tra l’universo degli ESG e i nuovi trend del mercato. Un fenomeno che si può riscontrare anche sul versante dell’analisi fondamentale. “Un analista che oggi seleziona un titolo si trova di fronte ad indicatori ESG che sono altamente correlati al rendimento. Prendiamo come esempio il fattore governance: è innegabile che vi è un'elevata probabilità che un board indipendente e composto da persone esperte farà prendere scelte vincenti all'azienda. Inoltre, il fatto che stiamo andando verso un mondo in cui i problemi di clima avranno un impatto rilevante anche dal punto di vista finanziario coincide con il concetto più ampio di rendimento di lungo termine di un titolo. Perciò, d'ora in avanti seguire gli ESG vorrà sempre più dire rendimenti più alti”, conclude.