Natixis IM, quattro driver guideranno il cambiamento e le strategie in portafoglio

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Natixis, Parigi marzo 2023 (FundsPeople)

Quattro driver guideranno le scelte degli investitori in portafoglio nel prossimo futuro. In primo luogo il ritorno del fixed income come possibilità  di investimento, la transizione climatica e più in generale i fattori ESG, il ruolo degli asset di rischio e, infine, i private asset che hanno un’attrattiva a livello globale, tanto per gli investitori istituzionali che per quelli retail. Questa è l’opinione di Gad Amar, head of Western Europe di Natixis IM, intervenuto in occasione del Thought Leadership Summit 2023, a Parigi con la stampa europea.

“Sono persuaso che nel fixed income ci siano buone opportunità di yield rispetto al passato. Ci si interroga poi con estremo interesse su quale sarà l’evoluzione per gli strumenti articolo 9 secondo la SFDR. Infatti, cresce sempre di più l’appetito per questa tipologia di prodotto”, commenta l’esperto.

Al netto di tutte le complessità attuali, l’obiettivo di Natixis è quello di “cercare di dare soluzioni integrate ai nostri clienti e non solo singoli prodotti per far fronte alle loro esigenze e a quello che realmente richiedono”, spiega Amar. “Come società sentiamo la necessità di differenziare la nostra offerta con tutte le expertise che abbiamo a disposizione anche grazie alle nostre affiliate, questo ci permette di avere più punti di vista diversi pur mantenendo la loro totale indipendenza. Possiamo fare affidamento su molti professionisti specializzati in diverse aree di interesse”, ci tiene a sottolineare. In ogni caso, Natixis IM, in qualità di investitore attivo, continua a guardare alle performance che rimangono centrali ma, allo stesso tempo anche a un’offerta che sia tagliata su misura per i singoli investitori”, aggiunge Amar.

Impatto geopolitico sui portafogli

Non si può però prescindere dal contesto macroeconomico in cui gli investitori e gli addetti ai lavori si stanno muovendo. Si sono confrontati su questo Mabrouk Chetouane, head of Global Market Strategy di Natixis IM Solutions e Axel Botte, global strategist di Ostrum AM.  La politica ha giocato un ruolo centrale negli ultimi anni per i mercati finanziari. Possiamo fare alcuni esempi recenti: la Brexit, l’elezione di Trump e la guerra commerciale con la Cina che ne è scaturita o ancora la guerra in Ucraina. Questi hanno rappresentato tuti momenti di grande volatilità e nei portafogli gli asset più sicuri hanno giocato un ruolo fondamentale”, ne è persuaso Chetouane.

Dall’altra parte però, va ricordato che questi accadimenti hanno rappresentato delle importante opportunità, una sorta di lato opposto della medaglia. “Quando guardiamo al conflitto in Ucraina, questo ha avuto il grande merito di far ripensare le strategie energetiche in tutta Europa laddove, fino a qualche tempo fa, non ce n’era una”, dice l’esperto. Quelli menzionati sono tutti topic centrali  per gli investitori che rappresentano per loro un’opportunità per compiere dei passi in avanti nelle loro strategie.  

“Sono persuaso che Paesi diversi giocheranno ruoli centrali, come ad esempio la Turchia o ancora l’India ed è qualcosa che dobbiamo guardare da vicino e con estrema cautela”. Un altro esempio di atti politici che hanno delle ripercussioni sui mercati e l’economia è l’inflation reduction act (IRA) messo in campo dall’amministrazione del presidente americano Joe Biden. “Questo ha avuto conseguenze anche in Europa, è una scelta politica ma che ha un impatto sui mercati, poiché la politica statunitense mira a proteggere il mercato domestico. Tutte queste scelte hanno un effetto sulle scelte di asset allocation, non sono dunque mai soltanto delle decisioni politiche ma anche economiche”, ci tiene a sottolineare l’esperto di Natixis. “Inoltre, bisogna tenere in conto il nuovo ruolo della Cina nello scacchiere geopolitico internazionale  e capire come questo impatterà sui portafogli”, ammette. Come si diceva prima, gli Stati Uniti stanno cercando di proteggere la propria economia e, secondo l’esperto, l’Europa dovrebbe fare lo stesso. “Se vogliamo evolvere dobbiamo proteggere i nostri mercati e, più in generale, tutti i settori economici per cercare di farli progredire e per promuovere innovazione”.

Non solo, secondo Botte, sarà interessante capire “quali Paesi riusciranno a trarre più vantaggi dalle nuove dinamiche che si stanno imponendo, come ad esempio quelle energetiche o ancora quelle relative alla supremazia tecnologica o quelli che riusciranno a generare degli sviluppi tangibili dal punto di vista del cambiamento climatico, che è un tema davvero centrale”.

Inflazione e banche centrali

Dal punto di vista macroeconomico, quello dell’inflazione rimane un tema di primo piano. Chetouane  spiega: “Abbiamo constatato che è difficile riportare l’inflazione al target dopo anni di tassi a zero. Dobbiamo dunque concentrarci  sull’inflazione core e su quali driver la manovrano. In questa fase, il mercato del lavoro si è rivelato molto forte ovunque, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa”. Secondo gli esperti di Natixis dunque, questa rappresenta una vera e propria nuova era fatta di inflazione alta e per le banche centrali non c’è alternativa che continuare a reagire, come già stanno facendo. “Anche per gli investitori è tempo di ripensare a una nuova asset allocation mentre le banche centrali stanno facendo fronte a una situazione davvero molto difficile  e puntano alla stabilità finanziaria”, chiosa Botte.

In ogni caso, se si tenta un confronto tra i due principali istituti centrali, Bce e Fed, “la prima si trova in una situazione, che sorprendentemente, si è rivelata migliore rispetto alla seconda. Già da quando Lagarde a luglio ha iniziato a innalzare i tassi di interesse e, secondo noi, continuerà a farlo fino a giugno. Dunque, si potrebbe dire che il rischio non è in Europa perché ci sono un insieme di strumenti di politica monetaria per far fronte alla situazione attuale. Se si guarda allo spread Btp-Bund si noterà che è sotto controllo e, come sappiamo, questo è indicativo” conclude Chetouane.