Nuovi strumenti al servizio dei CF, le piattaforme fintech capaci di fare la differenza

Tavola rotonda FeeOnly21
FeeOnly Summit 2021.

Velocizzazione dei processi di gestione, minimizzazione degli errori e rapporto costante tra consulente e cliente. Si potrebbero riassumere così, andando oltre le mode del momento, gli obiettivi che la consulenza finanziaria si pone approcciandosi a strumenti tecnologici e a piattaforme fintech.

Su questo tema si sono confrontati alcuni professionisti del settore in occasione del FeeOnly Summit 2021 in un panel dal titolo "Tecnologia e finanza: l’impatto del fintech nel mercato della consulenza". Sono state inoltre ribadite le caratteristiche e le migliorie apportate alla FeeOnly Platform, il cui valore è stato ribadito in questa intervista rilasciata a FundsPeople proprio da  Luca Mainò, co-fondatore di Consultique e membro di Nafop.

"Con l’adozione di modelli innovativi e aperti diversi player potranno partecipare alla creazione di un servizio poiché ciascuno detiene un punto di vista diverso e privilegiato sul cliente finale" è di questo avviso Salvatore Grisanti, project manager, Banca Sella. "Le piattaforme tech sono in grado di svolgere un lavoro di cooperazione, di interazione e infine riescono a mettere in relazione una serie di dati, qualcosa che fino qualche anno fa non era possibile. Il beneficio di questo processo è sicuramente verso il cliente, il quale ha dovuto mettere in campo diverse skills digitali anche a causa delle restrizioni dovuto dalla pandemia".

Perché scegliere una piattaforma fintech?

Negli ultimi tempi sono aumentati gli investimenti in venture capital e anche i fondi di private equity a causa di alcuni elementi macroeconomici "come ad esempio la massiccia liquidità presente sui conti corrente italiani, io ancora i tassi di interesse che sono praticamente a zero o in alcuni casi negativi" spiega Stefano Mascetti, investment specialist, Doorway, piattaforma di investimento con un processo interamente digitale in economia reale e startup. "Ci proponiamo sia al consulente che al cliente (sia retail che istotuzionali) per avvicinare questo genere di asset class e di investimento per rappresentare una diversificazione nel portafoglio che infatti è da aggiungere con la giusta cautela tenendo conto delle opportunità e dei rischi connessi".

La digitalizzazione di alcuni servizi e processi è funzionale a semplificare le operazioni tanto per il consulente quanto per il cliente finale. "Quella relativa alla fintech è stata una svolta recente ed estremamente importante, ma questo da solo non basta perché rischia di rimanere una moda o in qualche modo una parola vuota. C'è bisogno della creazione di piattaforme che abbiano la capacità e la giusta strutturazione per essere dirompenti, come c'è bisogno di molta organizzazione e disciplina. Solo in questo modo si riesce a ottenere risultati importanti, la finalità è quella di avere un accesso facilitato agli investimenti e soprattutto veloce" spiega Fabio Mungai, director, Azimut Direct. Il professionista ribadisce la centralità dell'abbattimento dei tempi nelle varie operazioni: "Velocizzare i tempi di esecuzione e relativa risposta, rappresenta la nostra stella polare, tutta la nostra attività si basa proprio su questo connubio. Ci facciamo vanto di poter dare una prima risposta di appetibilità della proposta di investimento in poche ore, questo consente di operare in termini di efficacia ed efficienza con un beneficio immediato e veloce al cliente".

Tecnologia al servizio degli ETF

La dirompenza della tecnologia ha investito anche i prodotti di investimento passivi. Come spiega l'amministratore delegato di Directa Vincenzo Tedeschi: "Il servizio dà la possibilità ai consulenti e ai clienti di acquistare con ordini automatizzati quote di ETF presenti nel mercato e lo abbiamo sviluppato in collaborazione con Lyxor. L'industria degli ETF, Smart beta o addirittura indicizzati ai megatrend rappresenta un'opportunità importante, infatti non si tratta più soltanto di cloni di indici di borsa. Il talento del CF è quella di seguire l’asset allocation adattandola alle mutazioni di mercato". Dunque, il ruolo della consulenza riamane comunque centrale, il professionista infatti continua a dare raccomandazioni di asset allocation. "Il cliente riceve una mail ogni volta che gli ordini automatici vanno in borsa (il primo o il quindicesimo giorno del mese), questi ordini vengono immessi in Asta di chiusura così il prezzo rimane trasparente e privo di commissione e soprattutto verificabile (del costo si fa carico Lyxor)".

La risposta dei consulenti

La parola chiave rimane "partecipazione" che sia essa da remoto o in presenza. Da questo assunto parte l'obiettivo di Prestiamoci, una piattaforma digitale che fa incontrare chi vuole investire con chi vuole richiedere un prestito. "L'investimento rimane comunque manuale e automatico, così come il suo disinvestimento e ci basiamo su una forte propensione alla diversificazione, si tratta di social lending. Questo rappresenta uno tool molto interessante per i professionisti che operano nella consulenza, poiché ci cerchiamo di servire una categoria che viene tralasciata dalle asset class più tradizionali" conclude Daniele Loro CEO della società.