Secondo le proiezioni di Moody’s il totale comprenderà circa 775 miliardi di dollari di obbligazioni verdi. Regolamentazione e nuove emissioni aumentano le cifre totali.
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Social bond da record. Nel 2022 le obbligazioni verdi, social e legate alla sostenibilità raggiungeranno la cifra record pari a 1.350 miliardi di dollari, con un aumento del 36% rispetto ai 992 miliardi di dollari stimati per il 2021. A dirlo sono le proiezioni pubblicate recentemente da Moody’s.
Andando nel dettaglio, l’ammontare complessivo sarà suddiviso in 775 miliardi di dollari circa di obbligazioni verdi, 150 miliardi di dollari di obbligazioni sociali, 225 miliardi di dollari di obbligazioni di sostenibilità e 200 miliardi di dollari di obbligazioni legate alla sostenibilità.
Una crescita di qualità
Gli esperti sottolineano l’esigenza di emissioni che siano di qualità. Come nel caso dei green bond “Se consideriamo la quota di emissione di green bond per categoria di utilizzo dei profitti nel 2021, l'energia rinnovabile era predominante con il 31%, seguita da edifici verdi (20%) e clean transportation (15 per cento). C'è ancora un enorme potenziale in termini di utilizzo dei profitti dei green bond in diverse aree come la Climate adaptation e la prevenzione e il controllo dell'inquinamento, e su cui concordiamo con quanto emerge dal report di Moody's sul fatto che aumenterà nei prossimi anni grazie a iniziative come la Coalition for Climate Resilient Investment” spiega Lucia Meloni, Lead ESG Governance Analyst di CANDRIAM.
A dare la spinta necessaria a questa crescita sono stati senza dubbio due fattori: il quadro normativo dell’EU e la lotta al cambiamento climático. "Nello specifico nel 2021 le emissioni dell’Unione Europea, parte del Next Generation EU Recovery Plan, di governi come l’Italia e UK per far fronte agli impegni presi per favorire la transizione energetica e di nuovi emittenti corporate in tutto il mondo, hanno conferito ulteriore credibilità e liquidità a questo tipo di emissioni che stanno assumendo un ruolo sempre più preminente nell’universo obbligazionario” commenta Lorenzo Randazzo, Institutional sales manager e RI expert, AXA IM Italia.
Una menzione speciale va anche al mercato dei social e dei sustainability bond, dominato dagli emittenti quasi governativi, “in poco tempo si sta affermando come valida alternativa per gli investitori: il particolare momento storico che stiamo vivendo e gli effetti della pandemia stanno richiedendo un budget straordinario per finanziare progetti legati alla salute, all’inclusione e all’emancipazione sociale. È verosimile che queste esigenze da transitorie diventino presto strutturali e che questo nuovo mercato possa svilupparsi al pari di quello dei Green Bond ma con un profilo rischio/rendimento differente” prosegue Randazzo.
Secondo Bram Bos, Lead portfolio manager, Green Bonds, NN Investment Partners la crescita nel prossimo anno sarà guidata da alcuni fattori. “Prima di tutto, una maggiore implementazione della regolamentazione relativa alla finanza sostenibile contribuirà positivamente alla crescita dei GSS. In secondo luogo, il programma di obbligazioni verdi dell'UE, che ha preso il via nell'ottobre 2021, reciterà un ruolo di primo piano, in quanto ci aspettiamo che le emissioni dell'UE conteranno tra i 50 e i 75 miliardi di euro. Infine, la finanza sostenibile si sta diffondendo in più parti del mondo. In passato l'Europa è stata il centro del mercato dei GSS, ma ci aspettiamo che gli Stati Uniti e i mercati emergenti guadagnino quote di mercato nel 2022" Nonostane questo, l’Europa spicca ancora come uno dei maggiori emittenti in questo mercato, “L'UE si è impegnata a emettere fino a 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi per sostenere il piano di recovery. L'emissione di obbligazioni verdi dell'UE dovrebbe crescere il prossimo anno di 50-75 miliardi di euro dai livelli del 2021 (Bloomberg), ma il totale potrebbe superare questa cifra a seconda della velocità nelle emissioni” prosegue Bos.
Non mancano le criticità
Non mancano però gli ostacoli, come spiega Meloni. "In primo luogo, la mancanza di accordo su una definizione comune di progetti green e di green bond; in secondo luogo, procedure di revisione spesso complesse per i green bond; infine, la mancanza di progetti e asset investibili".
Il 29 maggio 2018, il Parlamento, nella sua risoluzione sulla finanza sostenibile ha osservato che i green bond sono insufficientemente regolamentati e che l'UE non ha uno standard unificato per queste obbligazioni. "Inoltre, il nuovo European green bond standard, EUGBS (da gennaio 2022) sarà aperto a qualsiasi emittente di obbligazioni verdi, compresi gli emittenti situati al di fuori dell'UE. Pensiamo l'EUGBS sia un buon punto di partenza. Tuttavia, al fine di evitare il greenwashing, crediamo fortemente che le credenziali di un emittente debbano essere conformi ai criteri ESG e che la strategia ambientale di un’azienda debba essere allineata con l'accordo sul clima di Parigi e si debba muovere verso una strategia Net Zero" conclude l'esperta.