Ottina (ACP SGR): “Una piattaforma multistrategy con focus sui FIA sostenibili”

Emanuele Ottina, foto concessa (ACP SGR)

Un’iniziativa imprenditoriale nata nel 2018 con un obiettivo: colmare il gap in termini di offerta di FIA sostenibili in determinate nicchie di mercato. L’intuizione di Emanuele Ottina presidente esecutivo e responsabile business development e fund raising, e Evarist Granata AD e responsabile investimenti private capital di Alternative Capital Partners SGR (ACP SGR) parte da un’analisi del settore del risparmio gestito italiano in ambito di alternativi illiquidi: “Abbiamo individuato asset class specifiche, come le infrastrutture, in cui era possibile integrare i principi ESG e la digitalizzazione, e abbiamo deciso di costituirci come SGR e piattaforma multistrategy con focus su questi temi”, racconta Ottina. “All’epoca del lancio la nostra mission era ancora inesplorata (oggi altre realtà si sono mosse in tal senso), abbiamo operato dunque da first mover in un segmento lasciato scoperto non soltanto dagli altri asset manager ma anche da larga parte degli operatori bancari (molti dei quali ora sono diventati nostri partner)”, prosegue l’esperto.

Le asset class individuate e gli ESG

Le asset class principali sono infrastrutture e supply chain finance, “entrambe con strategia di investimento prevalentemente debito, in via residuale equity” continua Ottina. L’investimento in debito è un'altra caratteristica distintiva dell’operato di ACP, “in quanto oggi si sta sviluppando una discreta offerta in ambito infrastrutture lato equity ma non esiste nulla lato debito e/o strumenti ibridi di capitale. Allo stesso modo, ci sono poche fintech e pochissime SGR che lavorano nella supply chain finance e noi siamo stati i primi in Italia ad avviare un FIA dedicato”. Entrambe le asset class hanno acquisito peso, anche in termini di conoscenza, soprattutto negli ultimi anni, in un percorso collegato alla transizione energetica che inserisce il nostro Paese in un progetto comune a livello europeo e globale. E qui si incrocia il tema della sostenibilità. “Il tema ESG non è stato solo introdotto con la firma dei Principi per l’investimento responsabile dell’Onu nel 2018, ma si è tradotto nella classificazione attenta dei prodotti in linea con i dettami SFDR”. Il riferimento va al Regolamento (UE) 2019/2088 in attuazione dal 10 marzo 2021. E i fondi lanciati da ACP si qualificano ex articolo 8 ed ex articolo 9 della normativa comunitaria.

I fondi

Il 20 dicembre ACP ha comunicato il primo closing del Sustainable Securities Fund (SSF), il primo FIA di impact investing PIR alternative compliant dedicato al finanziamento di nuove infrastrutture a supporto della transizione energetica in Italia nei segmenti delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e dell’economia circolare. Il fondo, che si qualifica come articolo 9, opera attraverso un approccio multi-strategy diversificato per strumenti finanziari (debito senior, mezzanino ed equity), offrendo ritorni finanziari decorrelati, anticiclici, con ridotta volatilità e flussi di cassa a elevata resilienza. L’obiettivo massimo di raccolta complessiva è pari a 200 milioni di euro, e il fondo ha già ottenuto commitment per oltre 80 milioni da investitori istituzionali, tra cui la Banca europea degli investimenti (BEI), che ha sottoscritto impegni con la garanzia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). Un secondo closing è previsto già entro il primo semestre 2022. Un altro prodotto, SMes Alternative Credit Fund (SMAC), ha visto il secondo closing lo scorso ottobre. In questo caso si tratta del primo FIA chiuso ESG specializzato nel credit trading digitale, nato per supportare le aziende che necessitano di strumenti di liquidità a breve termine alternativi e/o complementari ai prodotti e servizi tradizionali bancari. “In questo caso si tratta, appunto di un fondo di supply chain finance ex art 8 (in questo settore è più difficile costruire un prodotto a impatto)”, afferma Ottina che specifica come l'SSF sia invece classificato come articolo 9 "perché contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di investimento sostenibile, che nel nostro caso è la mitigazione del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 in linea con gli accordi di Parigi”.