Si concretizza sempre di più uno scenario di soft landing, ossia di una crescita che rallenta ma resta in territorio positivo, con un’inflazione che torna ai target delle banche centrali. Si tratta di un ambiente ideale sia per gli investimenti in equity che nel reddito fisso, ed entrambe le asset class stanno generando performance positive negli ultimi mesi. Ma quali rischi potrebbero complicare questo quadro? Uno dei principali rischi secondo Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, con l’economia Usa che continua a dimostrarsi resiliente, è di una crescita che contro le previsioni delle banche centrali non diminuisce: “Un’economia che non rallenta, difficilmente farà atterrare l’inflazione”, avverte l’esperto.
“Ma seppur sia lecito avere qualche dubbio, il nostro messaggio è che non bisogna preoccuparsi eccessivamente per il rischio di qualche intoppo nel processo di disinflazione, perché il processo di calo dell’inflazione dipende solo in parte dall’azione delle banche centrali. Su di esso sta avendo un forte effetto l’aggiustamento dell’offerta aggregata nel post Covid. C’è sempre il rischio di un errore da parte delle Banche centrali, ma io credo che una certa mancanza di accondiscendenza da parte delle banche centrali sia già prezzata dal mercato che sconta a malapena due tagli da qui alla fine dell’anno, quando la Fed ne ha annunciati tre”, dice Marco Piersimoni.
Vantaggi del multi-asset
Per quanto riguarda le scelte di portafoglio, secondo il co-gestore assieme ad Andrea Delitala del Pictet-Multi Asset Global Opportunities, un fondo che nel 2024 ha ottenuto il rating FundsPeople, i temi protagonisti della fine del 2023 e di questo inizio anno possono essere ancora validi: “Per l’azionario alcune parti del tech e del mercato asiatico, in particolare Corea del Sud e Giappone, sono molto interessanti. In Europa ci piacciono le banche, il lusso e il farmaceutico. Mentre la parte obbligazionaria del portafoglio è indispensabile per bilanciare la parte azionaria”, continua.
“La novità del 2024 è la possibilità di tornare al caro vecchio mondo in cui è sensato avere un portafoglio che appoggi sia sulla gamba rischiosa delle azioni sia su quella prudente dell'obbligazionario, dice il Senior Investment Manager.
“La maggior preoccupazione da qui in avanti non sarà l’inflazione bensì la crescita. Una crescita sorprendentemente forte potrebbe far bene alla parte delle azioni e male alle obbligazioni. Viceversa una crescita che delude potrebbe far male alle azioni e bene alle obbligazioni. Dunque unire azioni e obbligazioni in portafoglio multi-asset credo possa essere la strategia vincente nel contesto attuale", conclude.