Rehmann (DJE Kapital): "In questa fase di mercato non si può prescindere dai fondi multi-asset"

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Moritz Rehmann. Foto concessa (DJE)

Nell'attuale fase di mercato non si può prescindere dai fondi multi-asset. Questa è l'opinione di Moritz Rehmann, manager del DJE - Multi Asset & Trends. "In linea di principio, i fondi multi-asset promettono di sfruttare le opportunità dei mercati azionari, ma anche di generare rendimenti consistenti sul versante obbligazionario e di offrire un certo grado di protezione dai ribassi. Grazie all'aumento dei tassi d'interesse, in particolare, sono ora di nuovo pienamente giustificati e possono sfruttare l'intero universo d'investimento", spiega il gestore del fondo con rating FundsPeople 2024.

Secondo l'esperto, in generale, gli investitori beneficiano naturalmente di una diversificazione molto ampia tra asset class, settori e titoli, nonché della flessibilità di dare priorità a diverse aree del portafoglio a seconda della situazione di mercato. "Grazie al pieno utilizzo dei mercati, i fondi multi-asset offrono un profilo di rischio/rendimento interessante, superiore a quello dei portafogli puramente azionari o obbligazionari. Allo stesso tempo, gli investitori non devono occuparsi personalmente del market timing, ma possono affidarsi all'esperienza di una gestione attiva e professionale del fondo", dice.

La strategia

DJE - Multi Asset & Trends è un fondo multi asset globale dinamico che si concentra su temi di tendenza globali. "Per noi questi includono, ad esempio, le aree dell'intelligenza artificiale e della digitalizzazione, la trasformazione verde dell'economia, nonché importanti sviluppi nell'area della demografia e della salute. In sostanza, cerchiamo una crescita strutturale: aziende con modelli di business stabili e prospettive di crescita superiori alla media, abbinate a valutazioni ragionevoli", commenta il manager. A tal fine, il portafoglio può essere investito fino al 70% in azioni e fino al 50% in obbligazioni. Le società tecnologiche costituiscono attualmente la parte più consistente dell'allocazione azionaria, con il 22 per cento. Passando in rassegna le società, oltre ad Alphabet (2,4%), Amazon (2,2%), Microsoft (2,1%) e Apple (1,8%), si concentriano su nomi che potrebbero beneficiare in futuro dell'applicazione dell'intelligenza artificiale, come Salesforce o SAP.

"Il fondo può inoltre investire una piccola quota in oro, fino al 10%, al fine di proteggere il portafoglio. Per mitigare le fasi difficili del mercato, utilizziamo in modo flessibile anche la quota di liquidità (fino al 49%). La massa complessiva del fondo, pari a 300 milioni di euro, ci consente di reagire in modo rapido e flessibile ai mercati", ammette. Ad esempio, se le condizioni del mercato obbligazionario cambiano in modo significativo, l'esperto è in grado di accorciare o allungare attivamente la duration. "Allo stesso tempo, è possibile aumentare o diminuire rapidamente la ponderazione dei settori azionari. Secondo gli ultimi dati, il fondo ha ottenuto un rendimento cumulativo dell'11,53% negli ultimi dodici mesi", prosegue.

Update del fondo

Se si guarda alle modifiche fatte nel portafoglio, si noterà come il team ha deciso di aumentato in modo significativo la quota obbligazionaria del fondo. "Negli ultimi anni si è attestata tra il 10% e il 12% e ora è salita al 22%, un valore storicamente elevato. Se in passato la quota obbligazionaria era costituita principalmente da obbligazioni societarie, con la svolta dei tassi d'interesse anche questo aspetto è cambiato. La quota di titoli di Stato è stata portata all'11%", dice. Vengono considerate interessanti soprattutto le obbligazioni di Stati Uniti, Messico, Italia e Norvegia e sono state aumentate di conseguenza. "Inoltre, il 14% dell'allocazione obbligazionaria è costituito da obbligazioni societarie. Riteniamo che il picco dei tassi d'interesse sia già alle spalle e per questo abbiamo aumentato anche la duration. In passato la duration era di circa 2 anni, mentre ora è salita a circa quattro anni", commenta.

Allo stesso tempo, l'allocazione azionaria è stata leggermente ridotta e ora si attesta intorno al 67 per cento. Oltre ai già citati titoli tecnologici, si concentrano sul settore finanziario, in particolare sulle compagnie assicurative. "Abbiamo infine ridotto l'allocazione in oro dal 9 al 5,8%. In situazioni eccezionali, come la crisi bancaria o dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, una posizione più elevata in oro ha dimostrato la sua valida funzione di protezione del portafoglio. Attualmente riteniamo che una posizione più bassa sia appropriata come ancora di stabilità, per così dire, in considerazione dei rischi geopolitici", conclude Rehmann.