In Europa, la Banca centrale mantiene i tassi d'interesse bassi e le attese di inflazione rimangono deboli. Quale direzione possiamo prendere sul mercato obbligazionario?
Draghi ha sapientemente colto l’occasione del forum di Sintra per chiarire ulteriormente la posizione della BCE, pronta ad intervenire con una un nuovo programma di acquisti, tagli ai tassi e una forward guidance rafforzata.
Il suo intervento alla riunione del 6 giugno non aveva convinto i mercati, preoccupati che il famoso toolkit della banca centrale fosse ormai esaurito. La precisazione che un intervento sia stato già discusso è molto importante, perché rende la prossima riunione plausibile per l’attuazione di una delle misure citate. "Riteniamo che attraverso una forward guidance così estesa, il commitment al TLTRO III e prossimi interventi (nuovo QE in primis), Draghi abbia preimpostato le azioni future della banca centrale", spiega Roberta Aldeghi, assistant portfolio manager del fondo Euro Global Bond di GFG Groupe. "Ciò rende la scelta del suo successore, tempo fa motivo di timore per i mercati, meno rilevante".
Dove sono nascoste le opportunità sul mercato obbligazionario?
Dopo Sintra, abbiamo assistito a un’ulteriore compressione dei rendimenti: ad oggi molti Paesi dell’Europa Continentale e Nord Europa offrono rendimenti negativi a 10 anni (non solo Svizzera e Germania, ma anche Olanda, Austria, Danimarca insieme a Svezia e Finlandia). "In questo contesto, la nostra strategia è stata quella di scommettere sulle scadenze lunghe, quindi su un flattening delle curve".
La continua mancanza del target di inflazione da parte delle banche centrali ha portato le attese di inflazione a ridursi sempre più (le attese sull’inflazione a 5 anni per i 5 anni successivi hanno toccato i minimi storici) a beneficio della parte lunga della curva. "Sulla scadenze brevi, abbiamo invece unicamente esposizione al credito, che ha beneficiato di un sentiment positivo sull’equity, di una liquidità importante alla ricerca di rendimento e, più recentemente, anche dell’annuncio di un nuovo round di TLTRO", spiega.
Italia
"Abbiamo sempre mantenuto un bias positivo sull’Italia in quanto il clima politico, peraltro molto più costruttivo dell’anno scorso, non giustificava il mispricing del BTP dei mesi scorsi". Basti pensare allo spread con il decennale greco, che ha toccato un minimo di 20 punti base a maggio. "Per quanto riguarda la procedura di deficit eccessivo, riteniamo che l’atteggiamento dell’attuale governo, di dialogo piuttosto che di confronto, porterà ad un accordo con l’Unione Europea".
In un contesto di tassi a zero, il BTP italiano rappresenta sicuramente una fonte di rendimento interessante, soprattutto se paragonato a Spagna e Portogallo che hanno invece pienamente beneficiato della compressione degli spread da inizio anno. "Abbiamo affrontato questa settimana decisiva in termini di comunicazione delle banche centrali con una view bullish sull’Italia, pronti eventualmente a ridurre il rischio tatticamente, ma con un target di medio periodo sullo spread BTP-Bund di 150 punti base", conclude Roberta Aldeghi.