In Corea del Sud è iniziato un processo di transizione verso una maggiore attenzione verso gli shareholders e gli stakeholders.
Le aziende coreane non sono mai state famose per le loro politiche societarie a favore degli azionisti. L’anno scorso, le elezioni di Moon come presidente della Corea del Sud hanno portato una maggior speranza per un miglioramento della situazione economica e dell’organizzazione societaria. A distanza di un anno ci sono stati degli evidenti segni di miglioramento nelle corporate governance grazie ai risultati ottenuti da due colossi sudcoreani: Samsung Electronics e Hyundai Motor.
Per quanto riguarda la prima, si vede un aumento della ‘generosità’ delle politiche di dividendo: “Negli ultimi tre anni abbiamo visto un aumento del 340% dei dividendi e, negli ultimi due, il prezzo delle azioni è quasi raddoppiato”, spiega Tanguy Kamp, equity portfolio manager di BLI Investments. “Come si vede dal grafico la quota tende ad essere under-held dal mercato e il suo valore è ancora scontato nonostante la compagnia abbia raddoppiato i suoi profitti in due anni. Inoltre, la società ha recentemente aumentato il numero di amministratori indipendenti nel suo consiglio di amministrazione. Questo rappresenta un vero progresso in termini di corporate governance”.
Anche Hyundai Motor, il secondo gruppo più grande della Corea del Sud, ha già annunciato che intende semplificare la sua complessa compagine azionaria in risposta alle richieste del governo e degli investitori. L’obiettivo è di rendere le strutture di holding più trasparenti. “La famiglia Chung ha ancora un potere eccessivo a scapito degli altri azionisti, anche se il fondo Elliott ha aumentato la sua partecipazione in diverse società del gruppo, come Hyundai Motor, Kia e Hyundai Mobis in modo da fare pressione sugli amministratori sulle questioni di governance”, spiega il manager.
“Tuttavia, le corporate governance in Corea non miglioreranno durante la notte, anche se queste due società potranno essere un esempio per le altre”.
Corea del Nord e Corea del Sud: siamo vicini al matrimonio?
A seguito dell’armistizio firmato dalla Cina (il principale alleato della Corea del Nord) e le Nazioni Unite, molti hanno cominciato a pensare che le due Coree abbiano fatto pace, ma in realtà non è cosi. “La Corea del Sud non ha firmato nessun trattato di pace con la Corea del Nord e questo le rende di fatto ancora ufficialmente in guerra fra loro”, spiega Kamp. “Da tenere presente però è il cambio di tono della Corea del Nord, che ha fatto enormi passi avanti dal punto di vista diplomatico, anche se è troppo presto per prevedere un miglioramento nella situazione geopolitica ed economica nel breve periodo”. Sebbene le due Coree, al momento, non abbiano nessuno scambio commerciale, i benefici che porterebbe un’eventuale apertura del commercio sarebbero un’ottima opportunità per entrambe. “Basti pensare alle prospettive per il settore delle costruzioni e delle infrastrutture: se i collegamenti stradali o ferroviari diventassero accessibili da nord a sud, si ridurrebbero i costi di distribuzione e facilitare l'accesso alla Russia e Cina”, spiega il gestore.
“Per la Corea del Sud, la Corea del Nord potrebbe essere il nuovo El Dorado: le due Coree parlano la stessa lingua e se prendessimo come esempio il mercato del food and beverage condividono le stesse abitudini culinarie”.