Unit linked, è boom di raccolta in Italia

In Italia il settore delle polizze unit linked sta vivendo una stagione molto proficua con un vero e proprio boom di raccolta, arrivando a fare concorrenza alle gestioni separate. Si tratta di strumenti adatti a chi desidera avere un’asset allocation diversificata in termini di gestore, strategia di investimento e asset class. 

Secondo i dati raccolti da Assoreti, si sono registrati premi netti per 1,8 miliardi di euro (+23,4% sul mese precedente). Un valore pari al 97,2% delle risorse nette raccolte dalle reti di pf sul comparto assicurativo/previdenziale e da inizio anno la raccolta è di 3,7 miliardi, oltre la meta dei 7,1 miliardi raccolti in totale nel risparmio gestito dai consulenti finanziari. A riscoprirle sono state soprattutto le reti di consulenti e le private bank, che le propongono ai clienti perché permettono di avere i vantaggi dei prodotti assicurativi senza rinunciare però a un’esposizione ai mercati. “Questi prodotti consentono di investire in un portafoglio multimanager, mantenendo i vantaggi che hanno i prodotti assicurativi”, spiega Enzo Furfaro, amministratore delegato di Old Mutual Wealth. 

L’interesse delle private bank, insomma, pare proprio essere una delle ragioni di questa crescita della raccolta. Continua il manager: “sono quindi la scelta giusta  per chi cerca una diversificazione, ma deve anche pensare alla pianificazione del patrimonio”. Secondo gli esperti questo trend è destinato a continuare in un mercato dove la ricerca della redditività si fa più complessa. A favorire la loro ascesa è stata ed è la ripresa dei mercati tanto che i loro rendimenti sono a doppia cifra nel 2015. Basta guardare i numeri: i fondi interni legati alle unit linked hanno registrato nei primi tre mesi performance anche superiori al 20% e il rendimento medio trimestrale degli oltre 3.500 comparti sul mercato è stato dell’8,2%. 

Costi e regole

Ma, a fronte di una serie di vantaggi nell’ottimizzazione fiscale, bisogna fare attenzione ai costi che in polizze di questo tipo possono far lievitare il conto finale per il sottoscrittore in misura più elevata rispetto all'investimento diretto in fondi. Allianz, Generali e Azimut si sono confermati gli operatori più attivi in questo comparto con flussi netti superiori a quelli di gennaio 2014. 

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Molte polizze sono di diritto lussemburghese. Le polizze vita estere, comprese quelle delle compagnie del Lussemburgo, permettono infatti spesso una maggiore flessibilità in termini di selezione degli attivi finanziari sottostanti. E le polizze vita di diritto estero distribuite in Italia seguono il diritto civile e fiscale italiano. 

E quindi gli elementi quali l’impignorabilità, l'insequestrabilità, la costituzione in pegno o rispetto della legittima, sono applicabili anche ai prodotti vita esteri. Intanto in Lussemburgo l’organo di vigilanza ha introdotto, attraverso due nuove circolari (15/3 e 15/4, in vigore dal 1° maggio 2015 per i nuovi contratti), nuove e più ampie regole dirette a disciplinare la sottoscrizione di prodotti assicurativi vita legati a fondi di investimento. 

In sintesi: è ridefinita la precedente classificazione in categorie, con l’inserimento di un nuovo sistema di profilatura della clientela attuato non più sul prodotto sottoscritto, bensì sulle caratteristiche del soggetto contraente. Si è anche abbassata la soglia minima di premio sottoscrivibile di queste polizze a 125 mila euro, dai precedenti 250 mila. 

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Le polizze vita godono poi di vantaggi fiscali e di tutela del sottoscrittore, come l’assenza di imposta di successione in caso di decesso. E potranno essere utilizzati anche da chi fa riemergere i capitali grazie alla voluntary disclosure. 

Le polizze multiramo

Sono anni che questi prodotti aspettano una regolamentazione più puntuale ma il confronto tra Ivass e la Consob continua a conoscere delle interruzioni. Le polizze multiramo sono chiamate così perché investono contemporaneamente nelle gestioni separate (ramo I), su cui si esprime l’Ivass e nelle unit linked (ramo III), che rientrano invece sotto la competenza Consob. 

Sta di fatto che queste polizze stanno attraversando una fase di boom e gruppi come Generali e Intesa Sanpaolo, Vita, Poste e Allianz le stanno promuovendo con grande forza commerciale. Con i tassi d’interesse ai minimi storici, sono infatti prodotti molto apprezzati dai clienti dato che consentono di mantenere la protezione tipica delle gestioni separate e allo stesso tempo permettono di entrare nei mercati tramite i fondi comuni, in cui investono le unit linked. E anche le compagnie di assicurazione hanno tutto l’interesse a distribuirle. A questo punto le autorità dovrebbero riprendere in mano la questione della regolamentazione della materia e fare luce su determinati tasti che renderebbero le polizze multiramo più trasparenti, come il costo e le condizioni richieste per effettuare spostamenti (switch) tra gestioni separata e unit linked. In sintesi, l’Ivass dovrebbe gestire la vigilanza non solo sulle polizze tradizionali, ma anche su unit e index, oggi di competenza della Consob. Ora bisognerà capire come si muoverà il legislatore, anche in occasione del recepimento della nuova MiFID II.