Vuolo (Deutsche Bank): "Gli Eltif avranno sempre più spazio nei portafogli"

Ciro Vuolo
Foto propria (FundsPeople)

I recenti dati economici mostrano come le politiche restrittive delle banche centrali hanno iniziato a produrre effetti tangibili: la crescita in alcune economie sviluppate è rallentata. Un’inflazione persistente potrebbe, tuttavia, indurre a mantenere i tassi d’interesse a livelli più elevati, e più a lungo. È la view del CIO de Deutsche Bank, che sintetizza Ciro Vuolo, head of Funds & Solutions dell’istituto di Francoforte, quando spiega il motivo per cui, oggi come oggi, le obbligazioni societarie IG continueranno ad attirare l’attenzione degli investitori, grazie all’alta qualità e ai rendimenti interessanti, anche nel prossimo anno. “L’investment grade euro corporate ha un buon valore rischio/rendimento, per cui è sicuramente l’asset class su cui ci stiamo più concentrando” afferma l’esperto. Non è un caso, dunque, che la stessa banca, come anticipa Vuolo, lancerà a inizio 2024 un prodotto fixed income maturity investment grade short duration, con scadenza 2026.

Private markets

Ma non c’è solo il mondo obbligazionario nel mirino dell’esperto. “C’è molto valore anche nel mondo degli investimenti alternativi. I private asset, anche alla luce della correlazione di azionario e obbligazionario degli ultimi 18 mesi, sono un buon investimento e possono esprimere valore positivo all’interno di un portafoglio bilanciato, che lo scorso anno è venuto meno”. Sui private market si sta facendo un lavoro di scanning del mercato, nello specifico sugli Eltif, prodotti illiquidi e semi illiquidi. “Un paio di anni fa abbiamo lanciato un fondo di fondi venture capital, in partnership con nomi prestigiosi riconosciuti dalla clientela professionale. Poi ci sono soluzioni dedicata ad un pubblico più diffuso: gli Eltif, ad esempio, avranno sempre più spazio nei portafogli dei clienti, sono prodotti su cui puntare”.

Sul fronte azionario, invece, per il 2024, la banca ha una view positiva, soprattutto in Usa, mentre nell’area asiatica predilige Giappone e azionario emergente, escludendo (“per ora”) la Cina. “Ha delle valutazione attraenti ma ci sono ancora molti problemi irrisolti da analizzare con prudenza”, spiega il fund selector.

Un ulteriore lavoro è poi quello rivolto ai fondi ESG. “Non ci limitiamo a scegliere prodotti art 8 o 9 ma ci sono ulteriori analisi di due diligence con dei criteri propri, grazie alla collaborazione di provider specializzati, per individuare quei fondi dedicati alla sostenibilità che possano coprire tutte le asset class, all’interno della nostra piattaforma”.

Razionalizzazione dell’offerta

C’è anche un’attività intensa di razionalizzazione dell’offerta. In un mondo in cui i prodotti a disposizione sono sempre più numerosi, si tende ad una selezione coerente con la view del CIO globale, aggiornando la gamma anche in base alla richiesta dei clienti. “Ci sono prodotti che andavano di moda, magari cinque o sette anni fa, e che adesso stiamo escludendo. Sicuramente il trend attuale riguarda i fondi a scadenza e i fondi protetti, ma c’è anche un altro megatrend strutturale che riguarda la crescita degli ETF”, spiega Vuolo. L’industria del risparmio gestito dovrà, perciò, essere in grado di esprimere sempre più valore. “Alcuni operatori verranno spazzati fuori dal mercato. Questo vuole dire che una banca come la nostra dovrà aumentare il livello dei servizi collegato ai prodotti gestiti che offre, con un monitoraggio attivo e continuo”, conclude il manager. 

Tratto dalla rivista di dicembre n.79