L'ottimismo sui mercati è in diminuzione?

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Veenit Panchal, Unsplash

Dopo il recente rally, l'euforia sta pian piano diminuendo. Superata la fase più comples­sa, i mercati azionari hanno rapidamente recu­perato terreno, complici da una parte gli interventi stra­ordinari delle autorità monetarie e fiscali e, dall’altra, il miglioramento della situazione sul fronte dell’emergen­za sanitaria, che ha permesso di avviare la graduale riapertura delle attività produttive.

"In particolare, l’indi­ce azionario globale MSCI World in valuta locale è arri­vato a recuperare oltre l’80% delle perdite accumulate da inizio anno e il rimbalzo è stato ancora più marcato per quanto riguarda gli indici americani, con il Nasdaq che ha registrato addirittura nuovi massimi storici", spiega Anima SGR.

Mercati azionari a confronto

azioni

Fonte: elaborazione Anima SGR su dati Bloomberg.

"Ne è derivato un incremento della propensio­ne al rischio degli investitori, complice soprattutto il continuo potenziamento degli stimoli sul fronte delle politiche monetarie: la Fed ha cominciato a comprare obbligazioni societarie (corporate bond) sul mercato secondario, la BCE ha rilanciato il QE pandemico (ha in­crementato il piano di acquisto di titoli di 600 miliardi di euro, portandolo a 1.350 miliardi e allungandone la scadenza fino a giugno 2021) e la BoJ ha aumentato la dotazione dei programmi di sostegno alle imprese. La Fed come riportano i verbali dell’ultima ri­unione del Fomc del 9-10 giugno, si è detta molto preoc­cupata per gli impatti economici del Coronavirus, in ter­mini di crescita e posti di lavoro, e ha ribadito un pieno sostegno alla ripresa, attraverso una politica monetaria accomodante e tassi di interesse attorno allo zero per un lungo periodo di tempo".

Il Recovery fund, secondo la proposta della Com­missione Ue, potrà assegnare fino a 750 miliardi di euro fra sovvenzioni e prestiti, suddivisi tra i diversi Paesi europei, in proporzione all’entità della crisi eco­nomica subita a causa della pandemia e finanziati attra­verso emissioni obbligazionarie a medio lungo termine. La proposta, che è lontana da una vera e propria mu­tualizzazione del debito, ne introduce tuttavia una for­ma embrionale, in quanto a garanzia delle emissioni c’è comunque il bilancio europeo. "Rappresenta, peraltro, un primo passo nella direzione di una maggior integra­zione fiscale, dato che la Commissione potrà raccoglie­re risorse anche tramite nuove imposte", spiega Anima SGR. L’importanza del Fondo ai fini dello scenario macro si giustifica con il fatto che le risorse dovranno essere impiegate per inve­stimenti sul futuro e saranno erogate a fronte di richie­ste in termini di riforme strutturali da parte dei Paesi interessati: "questi elementi saranno fondamentali per aumentare la crescita potenziale dei Paesi e migliorare la sostenibilità del debito. L’accordo sul Recovery fund non è ancora stato siglato, vista l’opposizione di alcuni Stati, ma la volontà politica di trovare un’intesa sembra forte. Dalla prossima riunione del 17-18 luglio, ci si at­tende un quadro più chiaro".

Dal punto di vista delle politiche fiscali, nuovi interventi espansivi sono stati annunciati in Francia e Germania, mentre ne­gli Stati Uniti si discute di un piano di investimenti infrastrutturali da 1.000 miliardi di dollari. Anche il flus­so dei dati dell’ultimo mese è stato abbastanza rassicu­rante, confermando lo scenario base del team gestio­nale di Anima che la profonda contrazione economica del II trimestre potrebbe essere seguita da un consi­stente recupero nel III trimestre. "A proposito, l’indice Citigroup di sorpresa economica per gli USA, che aveva segnato nuovi minimi storici il 30 aprile, è salito fino a registrare il livello più alto dal 2003", ricorda Anima SGR.

Tuttavia, rimangono incertezze circa la sostenibilità della ripresa per il IV trimestre di quest’anno, dal mo­mento che l’attuale recupero risulta trainato più dagli sviluppi sul lato dell’offerta, che non dal fronte della do­manda, il che suggerisce che le pressioni sui prezzi siano destinate a rimanere contenute. "Gli indicatori relativi ai Paesi OCSE testimoniano una tendenza ribassista sia sull’inflazione headline che core, con una sola componen­te in contro-tendenza: i prezzi del cibo e delle bevande non alcoliche, che sono al di fuori dei radar delle ban­che centrali e certamente non ne minacciano politiche monetarie ultra-accomodanti".

Crescita Pil reale: stime del Fondo Monetario Internazionale

stime

Fonte: FMI, World Economic Outlook Giugno 2020. Dati in % .

Disconnessione tra valutazioni ed economia reale

Secondo Anima SGR l’entità e la rapidità dell’apprezzamento degli indici azionari hanno contri­buito a creare la percezione di una disconnessione fra mercati finanziari ed economia reale, considerati i vari condizionamenti che l’epidemia determina ancora sulla vita di consumatori e aziende e i dubbi sugli sviluppi fu­turi. "Lo stesso FMI, nella nota di aggiornamento al suo Word Economic Outlook, pubblicata lo scorso 24 giugno (si veda il Grafico 2 relativo all’aggiornamento delle sti­me), ha espressamente precisato come il miglioramen­to del sentiment sui mercati finanziari appaia sganciato dall’andamento delle prospettive economiche, con conse­guente possibilità di inasprimento delle condizioni finanzia­rie”. La probabilità che vengano implementati lockdown gene­ralizzati su ampia scala sembra contenuta, dal momen­to che oggi si punta a bilanciare gli impatti di eventuali provvedimenti restrittivi sul fronte epidemiologico con le ricadute per l’economia, ma l’evoluzione dell’emer­genza sanitaria non rappresenta l’unica fonte di incertezza nel futuro prossimo. La perdita di consensi di Trump e dei Repubblicani fotografata dagli ultimi sondaggi sta iniziando a spo­stare l’attenzione degli investitori sugli effetti delle elezioni presidenziali di novembre: "se Joe Biden do­vesse vincere e il Senato passare ai Democratici, l’au­mento della tassazione e della regolamentazione per le imprese non sarebbe apprezzato dai mercati. Trump potrebbe anche tentare di risollevare i suoi consen­si inasprendo i rapporti con la Cina e gli altri partner commerciali".

Italia: quale futuro 

Dopo il periodo di lockdown forzato per contenere i contagi, il mercato si è concentrato sulla graduale ripar­tenza delle attività produttive, sulla cosiddetta Fase 2 e quindi sulle attese di ripresa economica. In prospettiva, i mag­giori beneficiari della situazione attuale risultano es­sere:

  • I settori più esposti ai temi legati agli investimenti strutturali individuati dal Recovery Fund e che, nel bre­ve, si dimostrino resilienti ad affrontare un contesto di distanziamento sociale;
  • Il settore tecnolo­gico, che trarrà vantaggio dalla straordinaria accelera­zione del processo di digitalizzazione e il settore delle telecomunicazioni, che dovrebbe beneficiare della mag­giore percezione della strategicità di un’infrastruttura che garantisca una connettività efficiente;
  • Pruden­za sulla parte più ciclica del mercato (industriali, lusso), in quanto crediamo che la ripresa dell’economia rimarrà soggetta a vuoti d’aria che esigono tatticismo nella loro gestione. 

"Gli investitori hanno reagito con entusiasmo alla fine del lockdown e alle notizie di politiche fiscali e monetarie espansive; tuttavia, la velocità e la dimensione del rim­balzo (circa 30% dai minimi del 16 marzo) ci spingono a ritenere che da qui in avanti si possa attendere una fase più riflessiva in attesa di conferme sulle modalità di di implementazione del Recovery fund e di mag­giore visibilità sulla tipologia della ripresa. Si conferma pertanto un approccio cauto in termini di esposizione complessiva del portafoglio", conclude Anima SGR.