Bce, nessuna sorpresa con il rialzo di 75 punti base. Le prime reazioni dei gestori

Christine Lagarde_news
Christine Lagarde. Meeting Bce, 27 ottobre 2022.

Nessuna sorpresa dalla Bce con il rialzo dei tassi di 75 punti base. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno portati rispettivamente al 2%, al 2,25% e all'1,50%, con effetto dal prossimo 2 novembre.

Questo rialzo era ancora più “scontato” rispetto all'ultimo secondo Altaf Kassam, EMEA head of Investment Strategy and Research di State Street Global Advisors, poiché i vari rappresentanti della Bce avevano fornito una forward guidance in tutto e per tutto, e quindi la mossa era stata quasi perfettamente prezzata dai mercati. Nel presente stato d'incertezza, con la recessione che incombe (e la probabilità è aumentata) il mantra di Christine Lagarde, ribadito durante tutta la conferenza stampa, rimane: "Ognuno deve fare il proprio lavoro. Il nostro è la stabilità dei prezzi".

Nel frattempo la Bce continua a rispondere alle critiche di essere rimasta indietro rispetto alla curva, soprattutto rispetto alla Fed, e "anche alle crescenti richieste di porre un floor sotto l'euro, nel tentativo di tenere sotto controllo l'inflazione extra importata (in particolare i prezzi dell'energia) che la sua debolezza d’azione ha portato” commenta Kassam.

Riunione dopo riunione

Guardando al prossimo futuro, secondo l’esperto la Bce rallenterà il ritmo dei rialzi dei tassi, aumentando “solo” di altri 50 punti percentuali a dicembre, raggiungendo un tasso di deposito del 2% entro la fine dell'anno. Dato il consenso sul rialzo attuato ieri, il focus si è spostato sulla strategia di uscita della Bce: "il QT è stato discusso in questa riunione politica, ma non sarà presa alcuna decisione prima di dicembre e sembra che le preoccupazioni per la frammentazione e la stabilità del mercato potrebbero vedere un'attuazione lenta, e solo dopo che i tassi di policy avranno raggiunto il loro punto finale” prosegue Kassam.

L'Eurotower conosce il viaggio e la destinazione per il 2023 secondo quanto detto dalla presidente Lagarde. Eppure il numero di rialzo verrà deciso incontro dopo incontro. “Se da un lato vediamo un secondo “jumbo rate hike” di 75 punti base e la ricalibrazione dei piani di TLTRO, dall’altro una retorica più accomodante e la flessibilità sui reinvestimenti di APP e PEPP ha rappresentato una sorpresa espansiva” secondo l’analisi di Michele Morra, Portfolio manager di Moneyfarm. Come noto, è convinzione comune che gran parte dell’inflazione sia attribuibile all’aumento dei prezzi energetici. “Con questa scelta la Bce continua a prediligere la prevenzione della spirale inflattiva a discapito della crescita economica, ma si lascia un certo grado di flessibilità per contenere il rischio di frammentazione” prosegue Morra.

Su questo è concorde anche Anna Stupnytska, Global economist di Fidelity International: "La principale novità emersa ieri è che il Consiglio Direttivo baserà il futuro andamento dei tassi ufficiali sull’evoluzione delle prospettive per l’inflazione e l’economia, seguendo il suo approccio riunione per riunione”. Sullo sfondo, come detto prima, rimane la crisi energetica mondiale. “La mossa del meeting di ottobre sarà probabilmente l'ultimo grande rialzo di questo ciclo, seguito da aumenti dei tassi più contenuti e da una pausa anticipata, o addirittura dall'abbandono dell'inasprimento, rispetto alle aspettative” prosegue Stupnytska.

Modifiche al TLTRO

Dopo il lungo periodo di tassi negativi e le misure aggiuntive di QE in atto, secondo l’analisi di Kaspar Hense, Senior Portfolio manager di BlueBay Asset Management, cambiare rapidamente direzione non è certo un compito semplice per la Banca centrale. “Le difficoltà tecniche legate alla remunerazione delle banche sulle riserve, ieri sono state un punto centrale. Il fatto che la Bce stia modificando i termini dei programmi TLTRO (Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine) e non si stia impegnando in un reverse tiering sul tasso della deposit facility, ma allo stesso tempo sostenga i titoli di Stato attraverso l'estensione dei reinvestimenti, ci sembra molto sensato” aggiunge l'esperto.

Inoltre, secondo Konstantin Veit, Portfolio manager di PIMCO il rimborso del denaro preso per arbitraggio dovrebbe avere poche implicazioni per i mercati, "poiché questi fondi sono rimasti inattivi presso le varie banche centrali nazionali e non sono mai circolati sui mercati monetari. Le riserve obbligatorie minime saranno remunerate al tasso sui depositi presso la banca centrale anziché al tasso di rifinanziamento principale (MRO). Non vediamo alcuna implicazione sul mercato front end a seguito di questa decisione" spiega.