Sebbene gli ETF non rappresentino il cuore della strategia in Intesa Sanpaolo Vita, il loro uso all’interno delle gestioni separate e delle opzioni selezionate per i clienti è giustificato da una serie di caratteristiche proprie di questi strumenti. “Relativamente al portafoglio di Ramo I, utilizziamo gli ETF in maniera limitata poiché privilegiamo investimenti diretti. Adottiamo gli ETF per i loro innegabili vantaggi, come il costo ridotto, la rapidità di esecuzione, la liquidità, la trasparenza. Essi offrono chiarezza sulle posizioni sottostanti e sono utili a implementare sia la copertura di ampie asset class sia alcuni segmenti specifici di investimento. Questo è ancor più vero nel caso del mercato obbligazionario in cui con pochi ETF si può coprire un ampio spettro di tipologie di titoli o, viceversa, focalizzarsi su alcune nello specifico, per implementare velocemente scelte più tattiche o mirate”, commenta Luigi Di Martino, asset specialist fondi e fund selector Rami I, III e VI di Intesa Sanpaolo Vita. Un ulteriore beneficio, aggiunge l’esperto, è rappresentato dalla copertura del rischio cambio: “Attraverso la selezione di specifiche classi hedged, è possibile mitigarlo senza doversi rivolgere direttamente al mercato forex per coprire i singoli investimenti diretti, con minori costi e impiego di risorse”, spiega.
Secondo il fund selector, gli ETF obbligazionari offrono ai gestori diverse opzioni di utilizzo, consentendo non solo un’ampia diversificazione ma all’occorrenza anche una maggiore granularità di investimento. “Con un singolo ETF - ricorda - si può accedere a un'intera asset class e con pochi strumenti, a costi contenuti, realizzare un portafoglio ben diversificato”. La caratteristica di granularità di alcuni ETF, inoltre, permette interventi tattici rapidi e focalizzati. “In particolari condizioni di mercato, quando c’è da attivare visioni più di breve termine, gli ETF si rilevano strumenti ideali per interventi correttivi, ad esempio per aggiustare la duration o incrementare/decrementare velocemente l’esposizione a determinati mercati”, chiarisce Di Martino. “Nel nostro approccio core-satellite, la parte ‘core’ è ben definita dall’asset allocation strategica, mentre quella ‘satellite’ può beneficiare degli ETF per target specifici, ad esempio per accedere a determinati mercati emergenti o a tratti peculiari della curva obbligazionaria. Pensiamo all'esposizione in bond cross-over: gli ETF possono aiutare a concentrarsi su titoli ‘fallen angels’ o ‘rising stars’, conclude.
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