Nella sede della società focalizzata sui fondi hedge alternativi, il team di fund selection racconta a FundsPeople quali sono i processi e le analisi fondamentali per una selezione trasparente.
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Nella sede della società focalizzata sui fondi hedge alternativi, il team di fund selection racconta a FundsPeople quali sono i processi e le analisi fondamentali per una selezione trasparente.
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Se il mondo dei fondi hedge è spesso collegato ad una scarsa trasparenza degli stessi strumenti e alla frammentaria disponibilità di documenti in termini due diligence richiesta dalle autorità di vigilanza, è ancora più importante il ruolo di chi seleziona tali strumenti. Lo sanno bene in Hedge Invest, dove accanto al processo qualitativo e quantitativo, un peso specifico importante appartiene al risk manager. “Valutare il portafoglio nel calcolo del NAV, capire quali sono i rapporti del gestore con le controparti o valutare l’adeguatezza della struttura sono tutte analisi fondamentali per capire se procedere o meno alla selezione di un fondo”, spiega Sara Cazzola, fund selector della società.
Insieme a Gianantonio Pagani e a Elisabetta Manuli (vicepresidente, gestore, membro del Consiglio di Ammistrazione del Comitato Investimenti dal 2001 e del Comitato Esecutivo dal 2016) l’esperta spiega a FundsPeople quali sono i processi che stanno alla base della selezione delle strategie che compongono l’HI Global Fund, fondo multi manager flagship, ma anche i due prodotti Ucits in delega di gestione. La strategia investe prevalentemente in fondi long/short equity, diversificando il portafoglio nelle strategie relative value, event driven, macro e CTA. “Parliamo sempre di un portafoglio concentrato, che non supera mai le 30/35 posizioni. Tutte, comunque, accuratamente selezionate e poi approvate dalla nostra risk manager Alessandra Curnis”, dice.
Una volta al mese, CdA e Comitato investimenti si incontrano per fare il punto: si discute sulla visione macroeconomica, che non è finalizzata ad avere la macro di ogni singolo Paese fine a sé stessa. “L’obiettivo di questa analisi è capire dove trovare le migliori opportunità d’investimento per i fondi alternativi. Arrivare, di fatto, ad un’asset allocation strategica”, continua Cazzola. Punto di partenza il fondo stesso, che ha un track record di oltre vent’anni e una sua asset allocation ben calibrata. “Gli interventi che vengono fatti sono interventi al margine, per incrementare o ridurre l’esposizione a determinate strategie”.
Analisi top down prima e bottom up poi. Parte da qui il lavoro del team di fund selection di Hedge Invest. Nell’analisi qualitativa si studia la performance del singolo fondo target, come opera, qual è il suo scenario migliore o peggiore, chi è il gestore, senza tralasciare anche l’aspetto ESG. “Certamente, non lavoriamo per cercare i prodotti ‘più belli’ dell’industria ma quelli che rendono di più”, precisa l’esperta. Accanto all’analisi qualitativa c’è poi anche un passaggio quantitativo che serve per valutare se la performance del fondo è in linea con le aspettative e sufficientemente decorrelata dai mercati. Infine l’attività di due diligence che, come detto, sta alla base di tutto il processo. “Nessuno ci costringe a selezionare o investire in situazioni potenzialmente problematiche o poco trasparenti. Il buon senso resta sempre la bussola da seguire”.
1/4Si sa, essere una piccola boutique permette un certo grado di specializzazione. Nel caso di Hedge Invest l’area di riferimento è quella dei fondi hedge, appunto. Una fetta del mercato di nicchia che porta, però, ad una certa libertà di azione. “Siamo piccoli, e come tali i capitali in gestione ci permettono di selezionare in maniera più protettiva i gestori che ci piacciono. Di solito sono gestori di lunga esperienza che magari già conosciamo perché lavorano con fondi su cui abbiamo investito in passato. Oppure gestori che lanciano una propria iniziativa. Generalmente preferiamo investire nella prima fase di operatività di un fondo. Questo significa dare fiducia alla strategia, all’idea, lavorando quasi in partnership con lo stesso gestore, in un rapporto stabile e duraturo”. Alla base di ogni scelta, però, come ribadiscono i fund selector, c’è sempre la trasparenza: devono esserci sufficienti informazioni sul portafoglio.
2/4Parlare di fondi articolo 8 o 9 è riduttivo. Come spiegano gli esperti il prodotto può investire o meno in strategie ESG ma la missione dell’HI Global Fund non sono i target di sostenibilità. Gli SRI sono più presenti sui due prodotti gestiti in delega. “Il Next Generation di Consultinvest è un fondo tematico, quindi è richiesto che segua una tematica ESG”, spiega Gianantonio Pagani. “Il 75% del portafoglio, infatti, è investito in fondi art. 8 e 9. Essendo un tematico puro investiamo più sulla transizione energetica e la digitalizzazione”. Il processo di selezione però, non cambia. “Parliamo di fondi con sottostante Ucits alternativo ma l’analisi e la selezione non è diversa rispetto alla strategia hedge”, dice l'analista.
3/4Come spiega Elisabetta Manuli (durante l'intervista collegata da Londra ndr), il 2023 sarà l’anno della volatilità. “Anche se l’inflazione scenderà, siamo convinti che la volatilità rimarrà elevata per buona parte dell’anno. Il nostro obiettivo, perciò, è mantenere un portafoglio bilanciato, senza prendere mai scommesse troppo aggressive su un singolo scenario”. La chiave di volta resta un buon bilanciamento ma anche una buona diversificazione. “Non siamo grossi investitori in credito, restiamo sempre più esposti ai mercati azionari ma stiamo osservando come quest’anno riemergano delle opportunità selettive su alcune aree del credito. Potremmo incrementare questa componente”, aggiunge Manuli.
Sul fronte azionario, secondo la manager, qualche opportunità potrebbe arrivare dal settore tecnologico, già penalizzato. “Crediamo che per i gestori long/short ci possa essere del valore nel settore tecnologico e siamo positivi anche sulla transizione energetica”, afferma la vicepresidente della SGR.
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