I cinque fattori primari di sostenibilità su cui si devono concentrare i gestori

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Markus Spiske, immagine concessa (Unsplash)

Stiamo attualmente assistendo a una grande migrazione verso un mondo più green, con organizzazioni pubbliche e private impegnate a sostenere il passaggio dalla produzione e dal consumo di energia fossile alle fonti rinnovabili. E grazie all'intensificarsi di questo trend, si stanno formando nuovi ecosistemi e stanno emergendo tecnologie innovative. “Tuttavia, molte aziende sono ancora non allineate a questo percorso”, avverte Paul Malpas, ESG Distribution lead di Nordea Asset Management. Inoltre, l’esperto ravvisa questo ritardo in quelle imprese responsabili di un volume elevato di emissioni e che causano una parte considerevole del problema dell’inquinamento mondiale. In aggiunta questi gruppi continuano ad affrontare significativi rischi fondamentali e ambientali.

“Negli ultimi anni, con l'aumentare della consapevolezza del rischio climatico, abbiamo riscontrato una significativa fuga di capitali dalle società con alte emissioni”, spiega Malpas. E la rapida crescita degli investimenti ESG è stata un fattore chiave in questo esodo. Ciononostante, secondo Malpas, limitarsi ad escludere i titoli e i settori ad alto tasso di emissioni, non rappresenta una strategia efficace per creare un cambiamento positivo. “Se da un lato ci sono aziende che vanno escluse perché richiedono una reinvenzione completa del proprio modello di business, dall’altro ci sono diversi esempi di business che hanno solo bisogno di una spinta nella giusta direzione”, argomenta.

Quindi, per l’esperto di ESG, l’importante è che gli investitori si impegnino a collaborare con queste aziende lasciate in secondo piano dato che proprio queste imprese con alta intensità di emissioni potranno assumere un ruolo cruciale nella nostra transizione verso un futuro più sostenibile. Un fattore chiave per gli asset manager per guidare questo cambiamento positivo secondo Malpas è l’engagement con le aziende, che dovrebbe esser svolto concentrandosi su cinque fattori primari di sostenibilità.

Emissioni di gas serra

“Il primo di tali fattori è rappresentato proprio delle emissioni di gas serra, principale causa del riscaldamento globale”, dice. “Le aziende ad alta intensità di CO2 che non allineano le proprie attività ai requisiti identificati dalla transizione verso uno scenario di aumento delle temperature globali al di sotto dei 2°C, continuerà ad essere altamente esposta ad un aumento dei rischi di transizione, fisici e reputazionali”, argomenta.

Efficienza energetica

Il secondo fattore è la gestione energetica. “Poiché la nostra economia richiede notevoli input energetici, la gestione energetica è fondamentale per un'azione efficace sul clima”, spiega. Con l’aumento dei prezzi dell’energia non rinnovabile e l’applicazione del ‘carbon pricing’, il clima è diventato una dimensione finanziariamente ‘materiale’, in particolare nei settori a più alta intensità energetica, come il manifatturiero. “Attraverso l'engagement, è possibile aiutare le aziende a migliorare l'efficienza energetica e la diversificazione delle risorse”, dice.

Gestione delle acque e dei rifiuti

Terzo punto fondamentale riguarda la gestione delle acque e dei rifiuti. Le risorse del nostro pianeta sono limitate e non possono soddisfare la crescente domanda di una popolazione in aumento, creando incertezza a lungo termine per le aziende altamente dipendenti dai beni naturali. “Gli investimenti di capitale legati all’ottimizzazione delle risorse idriche possono ridurre il rischio di far fronte a costi operativi più elevati o a carenze idriche a causa della disponibilità e/o della regolamentazione di tali risorse”, avverte l’esperto di Nordea AM. “Guidando l'adozione di modelli circolari possiamo contribuire ad affrontare la crescente scarsità di risorse naturali e i costi ambientali sempre più visibili della loro lavorazione”, dice.

Utilizzo di materiali riciclati e rinnovabili

La gestione delle risorse naturali costituisce il quarto fattore. Questa include l'utilizzo di materiali riciclati e rinnovabili, la riduzione dell'uso di materiali cruciali e la massimizzazione dell'efficienza delle risorse nella produzione. “Gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo in materiali sostitutivi sono essenziali se vogliamo smettere di danneggiare l’integrità e la stabilità degli ecosistemi attraverso un eccessivo sfruttamento”, argomenta.

Business model sostenibili

Infine il quinto e ultimo punto è disporre di un business model sostenibile. I manager delle aziende selezionate devono essere disposti a riposizionare i business per essere resilienti alla transizione e ai rischi fisici del cambiamento climatico. “A nostro avviso, la creazione sostenibile di valore a lungo termine sarà quasi impossibile se le aziende non dovessero reagire proattivamente alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, conclude Malpas.