Il gender gap nell’educazione finanziaria, un “ostacolo” anche per la ripresa del Paese

Charles Forerunner, immagine concessa (Unsplash)

L’Italia si classifica indietro, rispetto ai Paesi Ocse, in termini di educazione finanziaria, ma in questa classifica negativa, una categoria sconta un ritardo ancora maggiore: quella delle donne. Un gap che, se non colmato, ha delle conseguenze non soltanto in termini economici, ma anche di espressione politica e di partecipazione democratica. Su questo punto, in particolare, si è imperniata l’analisi della ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, nel corso del suo intervento alla conferenza "Donne e cultura finanziaria. Un investimento per il futuro. Come possiamo dare un aiuto concreto? Come superare diffidenza o disinteresse?", organizzato dalla Banca d'Italia in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato nell’ambito del Mese dell’educazione finanziaria (vedi gli altri appuntamenti nella sezione eventi sul nostro sito).

RECOVERY PLAN, EDUCAZIONE FINANZIARIA TRA GLI OBIETTIVI

Le competenze finanziarie si qualificano come “leva ed espressione di piena ed effettiva partecipazione delle donne alla vita democratica del Paese”, sostiene Bonetti. Un’affermazione, la sua, che trova sponda nella prima Strategia nazionale per la parità di genere varata in estate, in cui il governo indica “con chiarezza come l'educazione finanziaria sia una sfida necessaria e una precondizione per attivare reali percorsi di presa in carico da parte delle donne del loro ruolo sociale” e che riporta anche il riconoscimento del fenomeno della “violenza economica”. Bonetti ha poi aggiunto uno dei punti presi in carico dal Recovery Plan per contribuire a colmare il divario in termini di financial literacy in Italia, dedicando risorse al tema con un progetto di riforma dei curriculum fin dalle più giovani e poi con “una fase di reskilling per le donne già nel mondo del lavoro”.

L’autonomia economica femminile come motore di ripartenza del Paese nel post-Covid è indicata anche da Piero Cipollone, vicedirettore generale della Banca d'Italia in apertura della conferenza. Cipollone cita a questo proposito le classifiche Ocse sull'alfabetizzazione finanziaria. Il divario, d’altronde, inizia già tra i più giovani ed è confermato anche dai dati PISA che vedono le studentesse della scuola secondaria indietro di 15 punti rispetto ai propri coetani. Il contrasto al gender gap nell'educazione finanziaria è stato inserito tra le priorità dal Comitato Edufin, istituito dal MEF e al quale partecipa anche la Banca d'Italia. "L'emancipazione economica femminile – sottolinea il vice DG – porta benefici non solo alle singole persone ma anche all'economia nel complesso".

IL RUOLO DELLA SCUOLA

Magda Bianco, a capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria di Palazzo Koch, insiste sulla necessità di un intervento già dai banchi di scuola, citando in proposito l’opportunità di un “approccio didattico più inclusivo per attivare le competenze femminili a cominciare dalla scuola dell'infanzia per ridurre il gap di genere nella società” in particolare nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Bianco riferisce di un sondaggio lanciato sui canali social della Banca sui motivi per i quali le donne tendono a partecipare poco alla pianificazione economica familiare e alla gestione del denaro. I risultati, di un campione “tutt'altro che scientifico”, sottolinea Bianco, fa emergere come prima motivazione lo scarso interesse (39%), seguito dalla scarsa fiducia in sé stesse (25%) e dalla mancanza di tempo (23%). Le donne, in particolare, non soltanto hanno meno opportunità di apprendere, ma tendono a sottovalutare le proprie competenze finanziarie. Lo conferma uno studio (Iacofi 2020) elaborato dal Dipartimento per l'educazione finanziaria di Bankitalia e illustrato nel corso della conferenza dal Capo servizio Riccardo De Bonis. Tra le percentuali negative, emergono però dati in controtendenza: in particolare la competenza finanziaria è superiore tra le lavoratrici autonome, non soltanto rispetto alle dipendenti ma anche ai lavoratori autonomi.

UN DIVARIO ALIMENTATO DALLE FAMIGLIE

Valentina Rubertelli, presidente del Consiglio Nazionale del Notariato indica nella “capillarità” della presenza notarile sul territorio nazionale (per cui indica gli appartenenti alla categoria come “lavoratori di prossimità”) la motivazione per cui il Consiglio ha voluto collaborare con la Banca d’Italia all’organizzazione della conferenza. E appunto questa vicinanza diretta alla vita sociale emerge anche nel discorso di Alessandra Mascellaro, consigliera nazionale del Notariato, nonché presidente della Commissione pari opportunità del notariato costituita lo scorso aprile, nel corso della tavola rotonda che ha visto l’intervento di Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation; Giovanna Boggio Robutti, direttrice generale della Feduf; e Giovanna Paladino, direttrice del Museo del Risparmio (MdR) di Torino. Quest’ultima, in particolare ricorda come esista uno “spazio di miglioramento soprattutto in termini di autoconsapevolezza”, per le donne. Emerge infatti da diverse indagini del MdR che sono proprio queste ultime a “delegare” la gestione delle finanze ai propri compagni, e indica come siano le stesse famiglie la prima causa del gender gap finanziario. La volontà delle donne di emanciparsi è tutta nei numeri. E sono importanti anche quelli apportati alla conversazione da Segre, che indica come in sei anni di attività “sono oltre 6 mila” le donne che hanno partecipato ai corsi Donna al quadrato-D2, progetto non profit di alfabetizzazione finanziaria della Fondazione. Resta costante la necessità di colmare il divario sull’alfabetizzazione finanziaria, Boggio Robutti indica un assist alle attività della Feduf quello fornito dall’integrazione del digitale e della presenza delle banche sul territorio “nel periodo della pandemia abbiamo cominciato insieme a loro a parlare a milioni di loro clienti, portando i temi della differenza di genere degli stereotipi in economia nelle case delle persone. Quindi sicuramente a donne ma sicuramente anche a uomini”.