Il Goldilocks è morto. Parola di Aletti Gestielle

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Roger Brendhagen, Unsplash

Buona crescita economica, inflazione bassa, liquidità. Più una volatilità sostanzialmente piatta. Il momentum perfetto sembra stia per essere archiviato. Anzi, “la Goldilocks non c’è più”, dicono da Aletti Gestielle SGR. All’aumento di volatilità registrata da inizio febbraio e accompagnata da una correzione significativa dei mercati azionari, i mercati obbligazionari governativi hanno reagito in maniera contenuta. Di certo però questo clima ha portato moltissimi investitori a riflettere sulle loro scelte nell’assunzione di rischi interni nel portafoglio. Il 2018, ribadiscono gli esperti, sarà un anno più complicato, proprio perché ci troviamo di fronte a questi eventi improvvisi. Per Giuseppe Benigno, portfolio manager del comparto obbligazionario, “abbiamo assistito a un notevole rialzo dei rendimenti soprattutto dei titoli di Stato americani. E questo per una serie di motivazioni di natura fondamentale. Tutti fattori che hanno e stanno spingendo per una ripresa dell’inflazione”.

L’inflazione dunque potrebbe rovinare la festa, anche sui mercati azionari. “Il sell off è avvenuto nell’arco di due sedute”, dice Marcello Fatticcioni, responsabile dei fondi absolute return della SGR, “ma la volatilità sale. La ricerca forsennata di rendimento ha portato gli investitori a scovare rendimento dov’era più rischioso. Sono andati a shortare la volatilità. La correzione ha indotto tutti a essere un po’ più prudenti e in attesa di un nuovo episodio l’azionario continuerà a recuperare, ma più lentamente. L’effetto spirale poi non si allarga perché le condizioni generali sono favorevoli”.

Maggiore cautela per una possibile correlazione negativa

Come spiega Fatticcioni, il mercato alla fine si gioca sulle aspettative. Al momento si registra una pressione doppia, da una parte sull’inflazione e dall’altra sui premi per il rischio di durata e di credito. La fine della Goldilocks porterà alla separazione dei destini di bond ed equity. “La correlazione potrebbe diventare negativa”, dice Fatticcioni. Sul fronte azionario meglio “non sperare che il ritorno atteso derivi dall’espansione dei multipli ma focalizzarsi sulla crescita degli utili”. In questa fase graduale di cambiamento di regime, la società di gestione ha diminuito l’esposizione azionaria, per la posizione obbligazionaria è aumentata leggermente la duration, mentre sui bond societari già da vari mesi fa una gestione oculata, attenta e selettiva dei titoli. L’idea è quella, ribadita da Benigno “di una maggiore cautela nel 2018”.

Italia in buona salute

Sul fronte italiano gli analisti non hanno dubbi: qualunque cosa succeda in chiave politica (eccetto stravolgimenti eccessivi) il Paese godrà di buona salute. Per Benigno lo scenario macroeconomico italiano è in miglioramento, “e questo è l’elemento chiave che riesce a mantenere lo spread su livelli abbastanza contenuti. Fin quando sarà così siamo positivi”. Secondo Fatticcioni poi il mercato italiano è uno dei migliori a livello mondiale. “C’è un’attesa sugli utili di più del 25% anno su anno. E questa volta invece di vendersela, l’Italia se la sono comprata. Eccessive reazioni dovute a motivi politici sono da escludere”, conclude l’esperto.