Con l’inflazione in calo, Mirco Bongiovanni, responsabile gestione patrimoniali di Cherry Bank, ritiene che “il portafoglio 60/40 potrebbe tornare sui radar degli investitori”. In ogni caso, se l’esperto dovesse costruire un portafoglio di lungo periodo, punterebbe su una maggiore diversificazione. In primo luogo, Bongiovanni spiega che invece di destinare il 40% dell’investimento all’acquisto di obbligazioni di lunga durata, preferirebbe indirizzare “un 20% ai bond con una scadenza più breve, uno o tre anni, o anche al cash”. L’esperto fa poi notare che oltre all’opzione dei titoli di Stato, in linea teorica ci sarebbero anche le “obbligazioni di emittenti privati” da poter inserire in portafoglio. Un’altra possibilità citata da Bongiovanni sarebbe quella di considerare anche “il tema del real estate per favorire la decorrelazione” perché come spiega l’esperto “in contesti di inflazione elevata la correlazione tra azioni e obbligazioni sale e quindi il portafoglio 60/40 tende a soffrire”. Fatta questa precisazione, Bongiovanni aggiunge che inserirebbe “sempre e comunque un po’ di oro in portafoglio, anche e soprattutto in ottica di hedging parziale. Per gli investitori più propensi al rischio, inoltre, potrebbe essere inserita anche una minima parte di Bitcoin, considerando che gli ETF spot sulla criptovaluta approvati lo scorso gennaio dalla SEC l’hanno ulteriormente ‘accreditata’ come classe di attivo”.
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