Tenani (Schroders): "Dai mercati privati benefici quali diversificazione e conoscenza profonda delle aziende nelle quali si investe"

Tenani Luca News
Luca Tenani, immagine concessa (Schroders)

Cercare di superare la distopia che ha caratterizzato il comportamento di molti investitori retail negli ultimi anni. Un obiettivo tutt’altro che facile quello con il quale apre le proprie considerazioni Luca Tenani, country head Italy di Schroders raggiunto da FundsPeople.

“La mancanza di prospettiva ha fatto sì che, nella peggiore delle ipotesi, non venissero prese decisioni di investimento, rinunciando di fatto alla crescita che si è verificata su alcuni mercati lo scorso anno (un esempio su tutti, quello dell’S&P 500 a doppia cifra). Nella migliore delle ipotesi ha fatto sì che gli investimenti fossero concentrati su uno o pochi strumenti finanziari, facendo ‘surfing di tasso’ e dimenticando i benefici della diversificazione e di una pianificazione finanziaria più lungimirante”, mette in guardia il professionista.

Ci sono poi anche delle sfide di lungo periodo che non riguardano soltanto l’anno che si è appena aperto ma hanno un respiro più ampio. Una di queste concerne i private market. “I fondi comuni in Italia sono stati istituiti nel 1983 per consentire ai piccoli investitori di entrare nel mercato dei capitali, un’operazione di grande successo guardando agli attuali dati dell’industria. Gli operatori finanziari e le istituzioni dovrebbero adoperarsi affinché a questi stessi investitori sia reso possibile accedere ai mercati privati, a oggi appannaggio quasi esclusivo degli istituzionali o dei retail con ingenti patrimoni”, ricorda Tenani. Per capire le reali dimensioni dell’universo di cui parliamo basti pensare che solo il 9% del patrimonio finanziario globale è investito sui mercati privati. “Una percentuale ancora modesta, ma la richiesta di fonti di rendimento alternative sta crescendo. I titoli quotati rappresentano la punta dell’iceberg del sistema economico: nel 2020 erano 41mila le aziende quotate sui mercati pubblici rispetto ai 200 milioni delle non quotate, un universo più ampio e profondo”, sottolinea il responsabile italiano della società.

Dunque per Tenani investire nei mercati privati significa offrire al cliente diversificazione, nuove fonti di rendimento, ma anche sostenere lo sviluppo dell’economia reale e delle istanze relative alla sostenibilità. “Si tratta di un universo investibile molto ampio ma non per questo necessariamente più rischioso, infatti le aziende nelle quali si decide di investire si conoscono più da vicino rispetto alle quotate”, ci tiene a sottolineare. Non solo, il focus sul medio e lungo periodo genera effetti benefici: per i mercati privati c’è un premio di illiquidità nell’arco temporale dei 7-10 anni e, in questo modo, ciò che accade nel breve può essere derubricato a rumore di fondo, riducendo la carica emotiva che a volte interferisce con le scelte d’investimento.

Mercato italiano, un core business

Come noto, il mercato italiano si distingue da altri europei per essere guidato principalmente da banche, reti e piattaforme di wealth management. “Ci confrontiamo con un mercato che ha ancora degli ampi margini di crescita dato l’alto tasso di Risparmio; il sistema si è dotato di un modello di distribuzione ad architettura aperta (anche se ora più guidata), con gli intermediari in grado di offrire ai loro clienti privati le migliori opportunità d’investimento offerte dai gestori”, dice Tenani. Il professionista ricorda inoltre che, da quasi 30 anni in Italia, Schroders è stato tra i primi player internazionali a operare nel Paese. “Anche per questa storicità si tratta di un mercato chiave per noi, vantiamo collaborazioni con oltre 125 organizzazioni italiane, tra cui banche, compagnie assicurative, fondi pensione e fondazioni bancarie. Gestiamo più di 25 miliardi di euro”, ricorda il professionista. Se ci si guarda indietro si noterà che, nel corso degli anni, il mercato è diventato molto più complesso e sofisticato anche lato prodotto. “Ne è un esempio l’internalizzazione di alcune strategie sulle piattaforme proprietarie con deleghe di gestione a terzi: questo ha comportato una relazione e delle collaborazioni più profonde dando luogo a partnership in cui gli asset manager non forniscono più soltanto dei prodotti, ma anche interscambio reciproco di know how propietario”, sottolinea.

Strumenti e prodotti

Anche quest’anno è bene ricordare come gli investitori siano ancora piuttosto preoccupati per il perdurare dell’incertezza geopolitica e dell’inflazione. “Sul segmento wealth stiamo rilevando particolare interesse per il credito, sia investment grade che high yield, con particolare attenzione agli strumenti articolo 8-9 secondo l’SFDR che includono caratteristiche di sostenibilità nel loro processo di investimento”, dice. Spostandoci sulla componente azionaria Tenani ha rilevato un certo interesse per l’equity globale e asiatico. Invece, sul segmento istituzionale “notiamo un ritorno di domanda per i mercati privati dopo il calo nel 2022, complice la perdita di valore degli asset pubblici che aveva costretto questa tipologia di investitore a ribilanciare i portafogli per evitare un peso eccessivo sui mercati privati. Registriamo inoltre un continuo posizionamento sul mercato azionario globale core, elemento particolare se si pensa al profilo tipicamente difensivo dell’investitore istituzionale”, aggiunge.

Se la volatilità e l’incertezza, come detto prima, potrebbero non abbandonare il 2024, continuano a essere chiave elementi quali l’ascolto, il supporto, e la necessità di fornire non solo prodotti ma anche servizi tailor made. “Lavoriamo su reporting e contenuti di marketing personalizzati, facilitiamo l’accesso diretto agli investment desk per avviare confronti sui temi di mercato, oltre a confronti sul tema della sostenibilità, come abbiamo fatto a fronte della normativa che ha letteralmente travolto l’industria negli ultimi anni, un esercizio tutt’altro che semplice e immediato; a questo proposito, sottilineo che per noi l’impact investing e l’active ownership sono elementi fondanti del nostro approccio”, commenta.

Per concludere, guardando all’industria, l’auspicio di Tenani è che “il livello di pianificazione finanziaria continui a elevarsi, con sempre maggiore spazio per un’allocazione dei risparmi più diversificata e non solo a senso unico su specifici strumenti. È una direzione verso la quale noi di Schroders continueremo a lavorare con convinzione”, chiosa.