Il gestore del fondo, Raheel Altaf, spiega perché il timing degli investimenti nei mercati azionari dei Paesi emergenti sia difficile e spesso non porti a buoni risultati.
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Considerare i mercati emergenti un asset class tattica anziché strategica è uno dei più grandi errori che può commettere un investitore. Quando aumenta la volatilità sui mercati, si tende a farsi influenzare dai rischi a breve termine, trascurando le opportunità a lungo termine. Cercare un valore sostenibile nel tempo è la vera chiave del successo per chi vuole investire nei mercati emergenti; lo spiega Raheel Altaf, gestore del fondo di Artemis, Artemis Funds (Lux) - Global Emerging Markets con rating Funds People Consistente.
Se nel breve periodo le preoccupazioni, che aumentano le incertezze su queste aree geografiche, non mancano, come la guerra commerciale, il rallentamento della crescita globale e il possibile inasprimento monetario, nell’orizzonte di lungo termine ci sono una serie di tendenze positive a sostegno della crescita di questi mercati: sviluppi demografici favorevoli; crescente urbanizzazione con conseguente aumento della produttività e marchi domestici sempre più rilevanti adottati da una classe media in espansione. Tuttavia, dati i notevoli rischi ancora persistenti, diviene fondamentale un’attenta attività di stock picking da parte del gestore. “In quello che storicamente è un mercato conveniente, la varietà di valutazioni è ampia. Settori quali quelli dei servizi di comunicazione, informatico e beni di consumo di massa sono ancora affollati e costosi mentre altri, quali quelli finanziario, delle telecomunicazioni e delle utilities passano di mano a forte sconto rispetto al mercato. Questa dispersione offre grandi opportunità all’investitore attivo disciplinato”, commenta Altaf.
“Ci troviamo in una situazione in cui è possibile comprare azioni di società con prospettive di crescita in massima parte simili a multipli di valutazione molto diversi: un rapporto prezzo/utili di 4x in Cina o 20x in India. E se alcuni investitori preferiscono pagare di più per avere maggiori certezze nel breve termine, noi preferiamo investire in un’azione con un prezzo basso ma con utili in via di miglioramento”, aggiunge il gestore.
Un approccio value
Gli investitori devono tenere a mente una cosa: la volatilità nel breve periodo è anche fonte di importanti opportunità nel lungo. Occorre però saper individuare quei titoli che oggi il mercato sottovaluta, ma che hanno un grosso potenziale futuro. Sui mercati emergenti le azioni value hanno prodotto rendimenti più elevati delle azioni growth l’anno scorso, a conferma del fatto che il valore e la qualità premiano sempre, anche in contesti di estrema volatilità. Il pronunciato rimbalzo del mercato dall’inizio dell’anno è un’ulteriore prova che il timing degli investimenti nei mercati azionari dei paesi emergenti è difficile.
“Riteniamo che le prospettive per le azioni value stiano migliorando, ecco perché nel fondo Artemis Funds (Lux) - Global Emerging Markets, siamo notevolmente orientati alle società più convenienti. Di conseguenza, abbiamo un’esposizione maggiore verso la Cina (anche con azioni cinesi di classe A) e verso la Turchia, mentre siamo esposti in misura minore alla più popolare – e più costosa – India. In termini di settore, prediligiamo le utilities (elettricità, energie rinnovabili) e altre aziende beneficiarie della spesa infrastrutturale rispetto alle azioni tecnologiche o ad altri costosi settori difensivi”, dichiara Altaf.
“Grazie ad un approccio che predilige il 'value investing' in un mercato che presenta la più ampia dispersione delle valutazioni che si sia mai vista da molti anni a questa parte, il nostro fondo è ben posizionato a trarre beneficio dall’avversione al rischio degli altri investitori e dalle prospettive in via di miglioramento delle azioni value. Due terzi delle azioni detenute dal fondo quotano a un rapporto prezzo/utili inferiore a 10x e, nell’insieme, il fondo è scambiato ad uno sconto del 33% rispetto al mercato (prezzo/utili di 7,8 a fronte di un indice di 11,7x), consentendo ai nostri investitori di usufruire di un margine di sicurezza”, conclude il portfolio manager.