Come valutare le opportunità dei Green Bond

Simone Rosti notizia
Simone Rosti. Foto concessa (Vanguard)

Contributo a cura di Simone Rosti, Responsabile di Vanguard per l’Italia. Contenuto sponsorizzato.

L'interesse per gli investimenti sostenibili è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, poiché gli investitori sono andati sempre più alla ricerca di nuove soluzioni per mitigare il rischio legato alle tematiche ESG o per stimolare cambiamenti significativi. Il reddito fisso non fa eccezione a questa tendenza, dato che le obbligazioni emesse con il marchio ESG hanno ottenuto molto interesse tra gli investitori.

L’universo dei green bond, in particolare, sta crescendo rapidamente e una ricerca di Morgan Stanley suggerisce che l'emissione di green bond europei nel primo trimestre del 2021 equivalga alla metà del totale delle loro emissioni di tutto il 2020 (dati Morgan Stanley Research, Aprile 2021). Di fronte a questa crescita significativa, occorre però chiedersi quali ritorni offrano i green bond rispetto alle obbligazioni tradizionali e quali siano i rischi e le implicazioni di performance di questi investimenti.

Per le nuove emissioni, sembra esserci un "greenium" iniziale, un premio rispetto alle obbligazioni non verdi, dato che i green bond tendono a scambiare con spread più ristretti. I prezzi delle nuove obbligazioni includono di norma un premio di emissione, cioè un extra rendimento rispetto a quello offerto dalle obbligazioni già sul mercato, per attirare gli investitori. Poiché il forte interesse degli investitori ha determinato un eccesso di domanda rispetto all’offerta di nuove emissioni, la riduzione media dello spread dal prezzo iniziale fino a quello di emissione per le obbligazioni verdi è stata di 23 punti base per il debito emesso in Europa negli ultimi quattro anni, rispetto ai 19 punti base delle obbligazioni tradizionali1. È importante notare che gli spread possono variare a seconda del settore e dell'emittente.

Guardando tuttavia oltre gli spread al momento dell'emissione, non abbiamo osservato alcuna evidenza di una sovraperformance costante dei green bond rispetto alle obbligazioni plain vanilla. Complessivamente, l’analisi di Vanguard mostra che le obbligazioni verdi hanno avuto una performance aggiustata per il rischio sostanzialmente in linea con le obbligazioni convenzionali sia a un anno sia a cinque anni. Analizzando le obbligazioni verdi e quelle tradizionali di un medesimo emittente, con caratteristiche altrimenti identiche, non si trova infatti alcuna prova evidente di un "greenium" consistente dopo l’emissione. Inoltre, sulla base dei dati disponibili ad oggi, non possiamo concludere che le obbligazioni verdi abbiano migliori (o peggiori) proprietà di assorbimento degli shock rispetto alle obbligazioni tradizionali in caso di aumenti dei tassi di interesse, riduzione del merito creditizio o shock macroeconomici.

L’analisi del credito è cruciale

L’analisi del credito è fondamentale poiché, che si tratti di obbligazioni verdi o convenzionali, le emissioni differiscono per qualità del credito, valuta, scadenza, struttura e via dicendo e devono essere soggette alla stessa analisi fondamentale. Nel caso dei green bond non va poi trascurata l’eventualità del greenwashing, per cui alcune società possono impegnarsi nell’emissione di obbligazioni verdi, motivate più da scopi reputazionali che da reali obiettivi ambientali.

In conclusione continuiamo ad applicare un rigoroso approccio analitico a qualsiasi obbligazione, sia essa green o convenzionale. E gli investitori dovrebbero concentrarsi su mantenimento dei costi al minimo, adozione di un approccio a lungo termine e diversificazione sia che si investa in green bond sia in qualsiasi altro strumento.

Con i green bond che rappresentano una porzione crescente dei principali indici, la comprensione degli specifici rischi è fondamentale per la gestione dei portafogli obbligazionari.


1 Bloomberg Barclays, dati al 31 marzo 2021.