Prepararsi per l'inflazione e cavalcare i trend strutturali

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Tom Levering e Tim Casaletto. Foto concessa da Wellington Management

CONTRIBUTO a cura di Tom Levering, Global Industry analyst e Tim Casaletto, Global Industry analyst di Wellington Management. Contenuto sponsorizzato.

Le continue problematiche legate alle filiere, l'incremento del costo dell'energia e i cambiamenti strutturali continueranno probabilmente ad alimentare l'inflazione e, di conseguenza, a frenare la crescita economica. Le infrastrutture quotate potrebbero offrire agli investitori una protezione contro gli effetti dell'inflazione, nonché una mitigazione della volatilità ciclica e un'esposizione a trend di crescita strutturale.

A nostro avviso, gli investitori dovrebbero considerare un'esposizione mirata alle infrastrutture quotate globali, un segmento generalmente formato da aziende ben posizionate per sostenere l'impatto dell'inflazione sui rendimenti degli investimenti. Questo vale soprattutto per il segmento di quelli che definiamo enduring asset.

Si tratta di asset fisici molto longevi, come le reti elettriche, le infrastrutture di dati e le infrastrutture per i trasporti, che presentano flussi di reddito stabili e una certa protezione di natura normativa o contrattuale. Le società che possiedono tali asset godono generalmente di importanti vantaggi competitivi e di una scarsa sensibilità al ciclo economico e alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime.

Protezione dall'inflazione e dall'aumento dei tassi di interesse

Quando si considera un riposizionamento tattico dei portafogli a fronte dell'inflazione, è importante tenere a mente un paio di cose. Alcune società quotate attive nelle infrastrutture godono di una protezione esplicita dall'inflazione. Molte utility europee regolamentate, ad esempio, possono conseguire rendimenti superiori al tasso di inflazione della regione in cui operano sino a un determinato spread. In altri casi il nesso tra l'inflazione e le tariffe applicate dalla società è implicito: man mano che i costi aumentano, la società può mantenere un livello di rendimento predeterminato alzando i prezzi e trasferendo ai clienti l'incremento delle spese operative derivante dall'inflazione.

Molti altri tipi di infrastrutture tendono a presentare una qualche modalità di protezione dall'inflazione. La maggior parte delle strade a pedaggio ha la possibilità di aumentare le tariffe fino a una certa percentuale dell'inflazione. I proprietari di servizi logistici di stoccaggio e trasporto di petrolio e gas tendono a essere ben correlati con l'inflazione per via della loro esposizione ai trend energetici. I fornitori di infrastrutture via cavo e infrastrutture di dati presentano spesso vantaggi competitivi che permettono loro di trasferire ai clienti eventuali rincari dei prezzi. In sintesi, questi asset durevoli non proteggono i portafogli dalle sorprese dell'inflazione in modo diretto, come farebbe invece un portafoglio investito in materie prime, ma potrebbero offrire rendimenti più stabili e potenzialmente anche rendimenti reali superiori all'inflazione nel medio-lungo periodo.

Per quanto riguarda i tassi di interesse, un incremento marcato e imprevisto rappresenterebbe probabilmente un ostacolo a breve termine. Tuttavia, come nel caso dell'inflazione, i costi associati, cioè gli interessi passivi, dovrebbero essere trasferiti ai consumatori e, col passare del tempo e con l'aumento dei tassi nominali, le utility regolamentate dovrebbero ottenere rendimenti superiori ai tassi di interesse. Quindi, la protezione dall'aumento dei tassi di interesse risulta intrinseca.

Potenziale di crescita strutturale

Come nel caso delle materie prime, alla luce delle solide prestazioni registrate dagli asset infrastrutturali negli ultimi 12 mesi rispetto al mercato azionario, molti investitori si chiedono se la crescita sia già scontata nei prezzi di mercato. Nell'immediato, crediamo che questi asset possano guadagnare ancora terreno, soprattutto se le piazze azionarie resteranno sotto pressione. Più avanti, siamo convinti che questo segmento di mercato verrà trainato da due temi di lungo periodo.

Il primo è la transizione energetica globale che gode di sostegni statali per la decarbonizzazione (in particolare in USA, UE e Cina). Il processo di elettrificazione dell'economia in atto su scala mondiale determinerà un incremento della domanda di energia elettrica. La Figura 1 mostra che, se i governi terranno fede agli impegni presi per la riduzione delle emissioni fino a raggiungere la neutralità, nel 2040 il consumo globale di energia elettrica supererà del 70% il consumo del 2020.

I Paesi dovranno investire nelle reti elettriche, espandere la capacità di generazione di energia da fonti rinnovabili e modernizzare e decarbonizzare le infrastrutture dei trasporti.

A fronte della guerra in Ucraina, l'Europa ha accelerato le manovre per ridurre la dipendenza dalle forniture di energia provenienti dalla Russia, aumentando gli investimenti nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica. Le utility europee devono triplicare la capacità nell'eolico e nel solare e rafforzare gli investimenti nelle reti elettriche al fine di generare una quantità di energia sufficiente a eliminare le importazioni di petrolio e gas dalla Russia. Sono inoltre necessari investimenti nelle infrastrutture per il gas naturale e l'idrogeno verde. In ragione di tali pressioni a breve termine, della spinta per la decarbonizzazione di lungo periodo e della necessità di investimenti nelle energie pulite per almeno dieci anni, prevediamo un'accelerazione della transizione a un'economia a basse emissioni, che continuerà ad alimentare l'inflazione nel prossimo futuro.

Il secondo tema di lungo periodo è l'investimento nelle infrastrutture dei dati. La crescente domanda di dati e le politiche governative volte a favorire la modernizzazione e l'espansione della capacità dovrebbero dare impulso allo sviluppo di ripetitori, reti a banda larga e sistemi per le telecomunicazioni mobili. Anche per queste ragioni, le società quotate che operano nell'ambito delle infrastrutture potrebbero presentare tassi di crescita degli utili superiori alla media per diversi decenni a venire.

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