Contributo a cura di Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm.
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Contributo a cura di Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm.
Negli Stati Uniti, ormai, la quasi totalità delle società ha riportato i risultati relativi al quarto trimestre del 2018, e come da attese, i numeri lasciano trasparire un quadro più debole rispetto alle stagioni passate, ma forse meno disastroso di quanto ci si potesse aspettare. Quando si valutano le stagioni degli utili bisogna analizzare prevalentemente i dati relativi ai ricavi e utili aziendali. Per entrambi si guarda sia alla crescita rispetto all’anno passato, sia alla sorpresa rispetto alle attese. Per quanto riguarda la crescita degli utili negli Stati Uniti, seppur solida attorno al 13%, se confermata, sarebbe al di sotto del 20% per la prima volta da fine 2017. Per quanto riguarda la sorpresa, la percentuale di aziende che stanno superando le attese e la conseguente sorpresa positiva a livello di utili sono più basse della media degli ultimi 5 anni. Lo stesso vale per la sorpresa a livello di ricavi.
Per l’Europa possiamo notare risultati simili, con una sorpresa al di sotto della storia recente e una crescita che va ad affievolirsi. Era inevitabile che l’indebolimento del contesto macroeconomico internazionale si riflettesse sui risultati societari, che verranno anche influenzati dall’esaurirsi del beneficio fiscale della riforma Trump, dopo la quale attendiamo una normalizzazione dei tassi di crescita che convergeranno verso le medie storiche. Tuttavia, le aspettative molto basse in questo momento sul risultato delle aziende potrebbero lasciare spazio a una sorpresa positiva di cui potrebbe beneficiare l’azionario nel corso dell’anno. Il grafico mostra la relazione tra le revisione degli utili degli analisti e la performance azionaria con uno spazio di sei mesi.
Trade Wars
Dopo mesi di proposte e controproposte, Cina e Usa sembrano ora più vicini che mai a un accordo e ciò ha spinto al rialzo i mercati nello scorso mese. Entrambe le controparti hanno mostrato segnali concreti di distensione. Tuttavia, per ora la maggior parte delle notizie che abbiamo in questo senso fa riferimento più ad annunci che a provvedimenti legislativi veri e propri, quindi non è ancora possibile eliminare totalmente il rischio.
Inoltre il deficit degli Stati Uniti verso l’estero ha toccato un nuovo record a febbraio. Il dato si spiega con il dollaro forte, che favorisce le importazioni, e il raffreddamento dell’economia globale, che frena le esportazioni. Insomma, il tentativo di Trump di ridurre il deficit non sembra funzionare al meglio e ciò potrebbe gettare un’ombra sulla recente distensione nella guerra dei dazi tra Cina e Usa.
Tigri contro toro
Sui mercati a volte esistono delle curiose relazioni tra variabili a prima vista non del tutto esaustive e grandi fenomeni. Una di queste è quella tra i dati sulle esportazioni dell’Asia emergente (Cina, Taiwan, Corea, Singapore, Thailandia, India) e la crescita degli utili aziendali a livello globale Come si può notare dal grafico, esiste una relazione piuttosto forte tra le due variabili: migliore è la dinamica dell’export asiatico (asse verticale), maggiore potrebbe essere la crescita degli utili aziendali nei sei mesi successivi. Partendo dai dati dell’export asiatico nel 2018, abbiamo dunque provato a prevedere la crescita degli utili implicita per il 2019 (puntini arancioni). Come si può notare, seguendo questa scorciatoia, la crescita degli utili potrebbe essere in discreto calo rispetto al 2018 (punti verdi).