Secondo il Co-CIO il cambio di regime con il ritorno dei rendimenti segna l'inizio di una nuova era le obbligazioni. "Dopo un anno sulle montagne russe, nel 2024 prospettiva rialzista per l’asset class".
Per accedere a questo contenuto
Con la fine della pandemia e il rialzo aggressivo dei tassi da parte delle banche centrali per contenere l’inflazione ha avuto inizio un nuovo regime per i mercati. Ma secondo Gregory Peters, Co-Chief Investment Officer di PGIM Fixed Income, che ha presentato alla stampa a Milano le prospettive per il reddito fisso nel 2024, non tutti gli investitori sembrano essere pienamente consapevoli degli impatti di questo cambiamento. Gli effetti che ne derivano non sono transitori, ma duraturi. E il ritorno dei rendimenti sui bond degli ultimi anni non è da considerarsi un fenomeno passeggero, ma un fattore centrale per le scelte di portafoglio dei prossimi anni. “Sembra che il 2024 porrà definitivamente fine a un'epoca buia per gli investitori obbligazionari e per l'economia di tutto il mondo: un regime guidato da politiche dei tassi d'interesse a zero e addirittura negativi che hanno costretto investitori e risparmiatori ad assumere livelli spropositati di rischio”, spiega Peters. “Il nuovo regime, con tassi più alti ma che probabilmente non saliranno ulteriormente, presenta una sorta di scenario goldilocks per il reddito fisso”, continua. “Se da un lato possiamo sempre aspettarci periodi di volatilità, dall'altro gli investitori a reddito fisso a lungo termine dovrebbero vedere rendimenti elevati manifestarsi in un ritorno degli investimenti elevato, con scarso timore che il rischio di tasso d'interesse intacchi le loro posizioni”, dice l’esperto.
“Il raggiungimento di un plateau dei tassi è il momento ideale per investire in obbligazioni. Quando la Fed e le banche centrali di tutto il mondo cominceranno a ridurre i tassi, dovremo aspettarci che un numero ancora maggiore di investitori ridimensioni l’esposizione in azioni e la liquidità, e torni a un'allocazione di portafoglio più tradizionale; il che significa un massiccio spostamento verso le obbligazioni e un conseguente calo dei rendimenti. Gli investitori che non riescono a bloccare ora i tassi più alti potrebbero dover affrontare delle perdite nel lungo periodo”, osserva Peters.
“La capacità di tenuta di questo nuovo regime di tassi più elevati dipenderà dalla vischiosità dell'inflazione. L’ultimo miglio per riportarla al 2% è il più difficile”, spiega l’esperto. “Gli investitori dovrebbero tenere d'occhio il mercato del lavoro statunitense, dove la pressione al rialzo sui salari, in particolare nel settore dei servizi, continua a essere sostenuta dai bassi tassi di disoccupazione, anche se la domanda di lavoro è diminuita”, analizza. In più, secondo l’esperto, i venti contrari di natura geopolitica, come la minaccia alle rotte di navigazione in Medio Oriente e la guerra in Ucraina, potrebbero mettere a dura prova le catene di approvvigionamento e far salire ulteriormente i prezzi. “Questi fattori probabilmente impediranno alla Fed di assumere un atteggiamento dovish nel breve termine”, dichiara.
Secondo Peters uno dei problemi dei mercati è che sono stati troppo ansiosi di prezzare l’ambiente di tagli dei tassi. Ma i dati dell’inflazione, crescita e mercato del lavoro non permettono ancora alla Fed di dare il via all’allentamento della politica monetaria. “Sebbene una recessione potrebbe rendere necessario un taglio dei tassi prima del previsto, riteniamo che le probabilità di una recessione statunitense siano solo del 25 per cento”, dice l’esperto. Per quanto riguarda l’Europa secondo l’analisi di PGIM Real Estate le probabilità di una recessione sono del 30%, in calo rispetto allo scorso anno ma comunque superiori agli Usa, per la minor indipendenza energetica del Vecchio continente. “Recentemente Christine Lagarde ha dichiarato che l'Europa potrebbe vedere un taglio dei tassi in estate. L'Europa probabilmente resterà paziente di fronte a dati sull’inflazione più bassi e a margini di profitto meno brillanti; tuttavia, il nostro scenario di base ipotizza un taglio dei tassi di 50 punti base entro il quarto trimestre del 2024”, dice l’esperto.
Le aree di interesse del reddito fisso
In che modo dunque gli investitori dovrebbero di riposizionare i portafogli obbligazionari? “Si potrebbe dire che abbiamo già avuto un grande anno per le obbligazioni negli ultimi due mesi del 2023”, analizza l’esperto. “I titoli leverage loan, investment-grade e high-yield, che in alcuni momenti dell'anno scorso hanno espresso ottimi valori, appaiono ora meno interessanti, poiché gran parte del succo è già stato spremuto. Ma nonostante il rally, si possono ancora trovare valori interessanti in diverse aree, con caratteristiche di rendimento complessivamente interessanti. È qui che conta la selezione dei singoli titoli”, dice Peters.
Il mercato dei titoli garantiti da mutui su immobili commerciali (CMBS) è stato contaminato dalle preoccupazioni legate a questo tipo di proprietà dallo scoppio della pandemia. Tuttavia, dopo la crisi finanziaria globale, le strutture dei CMBS si sono rafforzate. “Sebbene persistano preoccupazioni sul futuro immediato degli uffici in un mondo in cui molte persone lavorano da casa, l'asset class è scambiata a uno sconto interessante e le peggiori previsioni di un danneggiamento permanente al mercato commerciale sembrano esagerate. In generale, i prodotti strutturati di alta qualità offrono un certo valore”, dice il Co-CIO.
Secondo l’esperto i titoli finanziari sono un’altra area che può beneficiare di tassi stabili o in calo in questo nuovo regime. “Sebbene ci siano stati molti dubbi sullo stato di salute del sistema bancario, in particolare delle banche regionali, dopo il crollo di Silicon Valley Bank nel marzo 2023, da allora i deflussi dei depositi si sono stabilizzati”, spiega. Inoltre vede significativi venti di coda per i mercati emergenti. “Sono stati i primi ad aumentare i tassi in risposta all'inflazione e saranno probabilmente i primi a tagliarli”, dice. “L'inflazione sta calando più rapidamente rispetto ai mercati sviluppati, l'inizio di un ciclo di riduzione dei tassi gioverebbe notevolmente alla crescita, poiché i tassi reali rimangono positivi”, osserva l’esperto. “Naturalmente, non tutti i mercati emergenti sono uguali: l'Indonesia, l'India e il Messico che stanno crescendo rapidamente e beneficiano direttamente dei cambiamenti delle catene di approvvigionamento”, conclude.