Quattro motivi per tenere in portafoglio le obbligazioni dei mercati emergenti nel 2024

Priyank Shah(Amundi). Immagine concessa
Priyank Shah (Amundi). Immagine concessa

Il mercato è concorde nel ritenere che il 2024 sarà l'anno del reddito fisso. E questa buona previsione non vale solo quando si parla di obbligazioni dei mercati sviluppati, ma anche quando si guarda ai mercati emergenti. Priyank Shah, senior investment specialist di Amundi Funds Emerging Market Bond, spiega in un'intervista a FundsPeople alcuni dei motivi per cui prevede rendimenti che potrebbero raggiungere la doppia cifra. Una classe d'investimento con una bassa correlazione storica con gli asset tradizionali, ma molto ampia ed eterogenea, per cui l'identificazione di vincitori e vinti è fondamentale, soprattutto nell'attuale contesto geopolitico.

"Uno dei motivi per cui ci concentriamo sul reddito fisso emergente è che i rendimenti sono ai massimi da 15 anni. Questo livello interessante ci permette di avere un cuscinetto in caso di volatilità degli spread a breve termine. In termini di rischio/rendimento, c'è più da guadagnare che da perdere", spiega.

Un altro punto di forza di questo mercato è la Fed, in particolare la sua prevista politica più accomodante e il fatto che il ciclo di rialzi è ormai alle spalle. Shah sostiene infatti che questo nuovo scenario porterà a un'inversione di tendenza nell'asset in sé, dopo un periodo in cui l'interesse degli investitori è stato scarso.

"Con un profilo di duration relativamente lungo e le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed, il debito dei mercati emergenti può offrire agli investitori la prospettiva di rendimenti interessanti in futuro. Negli ultimi due anni l'asset class ha registrato deflussi per oltre 120 miliardi di dollari, quindi il quadro tecnico è chiaro", ha aggiunto.

Oltre che dalla Fed, le obbligazioni dei mercati emergenti possono essere sostenute anche dal fatto che il premio di crescita dei mercati emergenti rispetto ai mercati sviluppati è ai livelli più alti degli ultimi cinque anni. "Inoltre, in un contesto più favorevole, molte banche centrali dei mercati emergenti hanno già iniziato a tagliare i tassi e si prevedono ulteriori tagli dei tassi in vista del 2024", afferma. E continua: "La riduzione dei venti contrari delle banche centrali, il miglioramento dei differenziali di crescita rispetto ai mercati sviluppati e l'assenza di una profonda recessione globale potrebbero contribuire a delineare un quadro molto più favorevole nel 2024, ma l'identificazione dei vincitori e dei perdenti rimane fondamentale in un mondo frammentato con elevati rischi politici e geopolitici".

Per trarre vantaggio da questo cambiamento nel contesto delle obbligazioni dei mercati emergenti e ottenere il massimo da esse, il gestore ritiene che sia fondamentale essere flessibili nella costruzione del portafoglio. "Investiamo in modo attivo, consapevole, ma non soggetto a benchmark", spiega il gestore. Per questo opta per una diversificazione tra oltre 200 emissioni e 70 Paesi, combinando obbligazioni governative e societarie. "Siamo in grado di catturare l'alfa dalle nostre idee migliori, che comprendono un mix di Paesi che offrono un carry di qualità superiore, nonché allocazioni opportunistiche a emittenti in declino che scambiano a valutazioni estremamente interessanti", spiega.

Il fondo investe prevalentemente in emittenti in valuta forte, sia nel debito sovrano che in quello societario, ma alloca anche, su base opportunistica, le sue idee più convinte nelle valute emergenti. Per quanto riguarda le recenti modifiche apportate per il 2024, si nota la preferenza a rimanere sovrappesati nei Paesi in cui il carry e i fondamentali sono interessanti. Continuiamo a sottopesare i Paesi con fondamentali in deterioramento e quelli con spread ristretti.

"Attualmente privilegiamo alcuni esportatori di materie prime in America Latina e nei Paesi africani, che beneficiano di venti di coda macroeconomici e sono più interessanti dal punto di vista delle valutazioni rispetto ad altre regioni, mentre sottopesiamo Europa, Asia e Medio Oriente in termini generali", spiega. Per quanto riguarda le valute, il real brasiliano è considerato un'opzione opportunistica. "Il real brasiliano beneficia di un carry elevato, di rendimenti reali interessanti, di condizioni commerciali positive e della mancanza di prossimità a conflitti geopolitici", spiega.

"Puntiamo a sovraperformare costantemente il benchmark del 2-3% all'anno ed entro il 2024 crediamo di poter ottenere rendimenti a due cifre per il fondo. Finora il fondo ha ottenuto buoni risultati: in 14 dei suoi 20 anni ha registrato rendimenti annuali positivi. Uno di questi anni è stato il 2023, quando ha accumulato un guadagno del 6,17%, secondo i dati Morningstar (10,95%, al netto delle commissioni per la classe di azioni I2 USD)”, conclude.