Il 2024? L'anno del nuovo disordine globale. Cinque temi d'investimento (secondo Amundi)

conferenza stampa Amundi
Foto ceduta

Sarà l’anno del nuovo disordine globale, delle grandi rivoluzioni tecnologiche, geopolitiche, energetiche e fiscali. “Andiamo oltre la new normal” precisano Monica Defend, head of Amundi Investment Institute e Matteo Germano, Global Deputy CIO di Amundi, “in un arco temporale che si protrarrà presumibilmente fino al 2030. “Un anno pieno di sfide ma anche di opportunità, dove America e Cina rallenteranno”.

Alla conferenza stampa di presentazione dell’outlook 2024 della società di gestione, il quadro che emerge è un quadro disomogeneo: il nuovo anno, secondo gli esperti, sarà caratterizzato da un graduale rallentamento della crescita globale e da un'inflazione che dovrebbe attenuarsi ma rimanere comunque al di sopra degli obiettivi delle banche centrali. Supponendo che la crisi in Medio Oriente rimanga contenuta, questa view globale sarà determinato principalmente da un rallentamento nei mercati sviluppati. “India, Indonesia, Brasile, Vietnam, grazie alle loro risorse naturali, saranno i veri vincitori”, sottolineano gli esperti.

Crescita disallineata e politiche fiscali

D’altronde le previsioni di crescita del Pil mondiale si attestano al 2,5% e ci si aspetta che la crescita nei Paesi sviluppati sia in media dello 0,7% contro il 3,6% dei mercati emergenti. Per il 2025, invece, ci si aspetta un Pil reale pari al 2,7% a livello globale, dell'1,5% per i mercati sviluppati e del 3,6% per i mercati emergenti. Secondo gli esperti, il differenziale di crescita tra i mercati sviluppati e quelli emergenti dovrebbe raggiungere il livello più alto degli ultimi cinque anni. Gli Stati Uniti dovranno affrontare una lieve recessione nella prima metà del 2024, mentre la crescita dell'Eurozona rimarrà leggermente positiva e quella del Giappone dovrebbe rallentare. I mercati emergenti restano più resilienti ma mostrano una maggiore frammentazione. L'Asia sarà il principale beneficiario dei flussi di investimento, soprattutto l’India, che sta emergendo come una n uova potenza, con prospettive economiche promettenti grazie a una forte domanda interna e a investimenti sostenuti (crescita del 6,0% nel 2024 e del 5,2% nel 2025).

Sul fronte delle politiche fiscali gli esperti immaginano una svolta dovish. Con una domanda più debole, l'inflazione dovrebbe convergere verso gli obiettivi delle banche centrali entro la fine del 2024. Tuttavia, le pressioni inflazionistiche permangono, in un periodo caratterizzato da una transizione energetica disordinata e dall'emergere di un nuovo ordine mondiale che potrebbero portare a un’impennata dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari. Questi rischi potrebbero arrestare o invertire il processo in atto. “Riteniamo che le banche centrali dei Paesi sviluppati manterranno i tassi invariati nel corso del primo semestre, fino a quando l'inflazione non apparirà sotto controllo. L'inflazione negli Stati Uniti influenzerà la risposta della Fed, determinando così la profondità della recessione. Ci aspettiamo che nel 2024 la Fed e la Bce ridurranno i tassi di interesse rispettivamente di 150 e 125 punti base”, dicono.

Portafogli difensivi e asset allocation dinamica

Il nuovo disordine globale avrà, ovvio, degli impatti importanti sulle asset class. Per Amundi nell’anno che viene gli investitori dovranno affrontare prospettive economiche frammentate. L'elevata disparità delle valutazioni e il prosciugamento della liquidità in eccesso porteranno a una maggiore volatilità delle azioni. Il rallentamento della crescita e dell'inflazione potrebbero favorire il ritorno di una correlazione negativa tra obbligazioni e azioni, che rappresenterebbe una buona notizia per la diversificazione dei portafogli multi-asset. Gli asset reali e alternativi (come gli hedge fund macro e a reddito fisso) potrebbero contribuire alla diversificazione tradizionale, mentre l’oro potrebbe fornire protezione dal rischio geopolitico e alcune materie prime possono rappresentare una copertura dall'inflazione.

Le obbligazioni di qualità (sovrane o societarie) sono l’asset class da privilegiare per l’inizio del 2024”, spiega Matteo Germano. “Aggiungeremo gradualmente duration e ci concentreremo sul credito investment grade, sul debito dei mercati emergenti in valuta forte e sull'euro high yield a breve termine. Aumenteremo progressivamente l’esposizione al debito dei mercati emergenti in valuta locale dopo che la Fed avrà iniziato a tagliare i tassi e il dollaro Usa si sarà indebolito”.

Sul fronte azionario, invece, la società preferisce una posizione difensiva. “Privilegiamo il segmento value negli Stati Uniti e in Giappone”, dicono. “Quando la Fed inizierà a tagliare i tassi, ci dirigeremo verso mercati e settori più ciclici, come l'Europa, i mercati emergenti e le small cap”. I temi da tenere sotto osservazione nell'azionario saranno la transizione energetica, la sanità e l'intelligenza artificiale. Anche la gestione valutaria sarà un fattore chiave del 2024, mentre per i mercati emergenti, come già anticipato, l’Asia sarà nel mirino: “nel corso dell'anno, dovremo osservare le storie di lungo periodo (India) e di “nearshoring”, nonché i vincitori della transizione energetica (esportatori di materie prime come il Brasile) e i progressi tecnologici (Cina)”.