Rally dei mercati emergenti: ecco perché potrebbe esserci ancora spazio per un miglioramento

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Ryo Tanaka (Unsplash)

Un viaggio di andata e ritorno per i mercati emergenti nel giro di soli 12 mesi. Le pressioni inflazionistiche in tutto il mondo e i timori di un atterraggio duro dell'economia hanno portato a un calo dei prezzi delle azioni emergenti per gran parte del 2022. Ma il tono è cambiato negli ultimi due mesi dell'anno finanziario. "L'ottimismo sulla riapertura della Cina e l'allentamento delle politiche hanno ridato fiducia agli investitori verso la fine dell'anno", spiega Raheel Altaf, gestore dei mercati emergenti di Artemis IM. Dalla fine di ottobre, le azioni dei mercati emergenti hanno registrato un'impennata, guidata dai titoli cinesi.

Questo, spiega Altaf, è stato dovuto in gran parte dal cambiamento di atteggiamento della Cina nei confronti delle sue politiche di zero Covid. "Un'economia molto grande stava subendo un importante cambiamento politico", ricorda il gestore. A suo avviso, questo potrebbe essere positivo per l'economia nazionale e per diverse economie vicine. "Nel complesso, i Paesi emergenti continuano a registrare avanzi delle partite correnti, soprattutto grazie ai fondamentali sani delle economie asiatiche", sostiene il gestore.

In Cina, i recenti sviluppi positivi dell'offerta di moneta e della politica monetaria suggeriscono che il sentiment potrebbe continuare a sorprendere al rialzo. "Questo allentamento contrasta con quello dei mercati sviluppati, dove sono necessarie misure restrittive per controllare l'inflazione", osserva. Con l'inflazione a buoni livelli in molti Paesi emergenti, l'esperto di Artemis IM sostiene che il potenziale per sostenere la crescita economica con misure politiche rimane significativo.

Un rally sostenibile?

Tuttavia, il rally dei mercati emergenti iniziato a ottobre sembra aver perso vigore nelle ultime settimane, a causa del timore che le banche centrali debbano essere più aggressive del previsto. Tuttavia, secondo alcuni gestori, c'è ancora spazio per l'asset class.

Secondo Altaf, ci sono buone ragioni per credere che il rally sia sostenibile. "Se si considerano tutti i mercati emergenti, la forza lavoro più giovane, la classe media in crescita, l'aumento dell'urbanizzazione e il miglioramento dell'autosufficienza suggeriscono che le prospettive sono buone per i prossimi anni", afferma. A suo avviso, inoltre, il rallentamento della globalizzazione dovrebbe far sì che i mercati emergenti offrano maggiori vantaggi di diversificazione in futuro.

Inoltre, le valutazioni sono a livelli ragionevoli e bassi rispetto alle azioni statunitensi e gli investitori continuano a sottopesare l'asset class. Lo vediamo chiaramente nel grafico condiviso dall'esperto di Artemis IM.

Robeco sovrappesa i mercati emergenti

Questa è l'opinione condivisa da Arnout van Rijn, strategist di soluzioni sostenibili multi-asset di Robeco. In effetti, i portafogli multi-asset di Robeco sono ora sovrappesati sui titoli dei mercati emergenti, dopo molti anni in cui questa asset class era rimasta indietro. "Nel nostro outlook quinquennale sui rendimenti attesi dello scorso settembre, abbiamo previsto un rendimento annualizzato del 4% per i mercati sviluppati e del 5,25% per i mercati emergenti. Riteniamo che questa previsione a lungo termine sia oggi molto attuale da un punto di vista tattico: è il momento di comprare", spiega.

Secondo Van Rijn, uno degli aspetti da tenere d'occhio è se i mercati emergenti riusciranno a sganciarsi dagli Stati Uniti: "Se così fosse, inizieranno a seguire l'esempio della Cina piuttosto che quello degli Stati Uniti, anche se la crescente forza e l'ampia portata della Cina limitano i vantaggi della diversificazione tra i Paesi", precisa.

Il team è convinto che esista una ragionevole possibilità di disaccoppiamento dei mercati emergenti, parallelamente alla ripresa non sincronizzata della Cina e all'effetto positivo che questa avrà sul resto dell'Asia. "Anche per quanto riguarda i settori, il quadro è diverso nei mercati emergenti, con i titoli finanziari e i semiconduttori che svolgono un ruolo più importante. Crediamo in delle prospettive ottimistiche per i microchip", conclude.