Un anno di ripresa e riscatto per i mercati emergenti. Focus sul debito e l'azionario

mercati emergenti news
Ryo Tanaka (Unsplash)

Un anno che potrebbe sorridere ai mercati emergenti. Dopo un 2022 da dimenticare, dove sia le azioni che il debito di questi Paesi hanno registrato i peggiori rendimenti dalla crisi finanziaria globale, con l'indice MSCI EM e l'indice JPMorgan Emerging Market Bond che nell’anno hanno perso rispettivamente il 20,1% e il 17,8 per cento.

"Tra i Paesi emergenti, dove le banche centrali sono state generalmente un passo avanti rispetto agli Stati Uniti in termini di inasprimento monetario, vediamo una serie di tendenze in via di sviluppo che potrebbero fornire una solida base per una ripresa in tutte le asset class", spiega Saira Malik, CFA, Chief Investment officer di Nuveen. Da una parte c'è ottimismo per l'indebolimento del dollaro derivante da un allentamento dell'inflazione e da un rallentamento e/o una pausa nei rialzi dei tassi della Fed. In secondo luogo può aiutare un'attività economica in Cina migliore del previsto dopo la fine delle politiche zero-Covid. La diminuzione delle correlazioni tra i maggiori Paesi emergenti e la gestione delle emissioni di debito. E, infine, un punto di partenza elevato per i rendimenti nel 2023, che potrebbe portare a rendimenti totali robusti entro fine anno per i titoli obbligazionari.

Come sottolinea l'esperta di Nuveen, finora, nel 2023, i rendimenti del debito e dell'azionario dei mercati emergenti hanno superato quelli dei loro omologhi statunitensi grazie a una serie di fattori, tra cui l'accelerazione della riapertura della Cina, il miglioramento del sentiment di rischio verso il credito e l'indebolimento del dollaro. "Il miglioramento del quadro economico tra i Paesi emergenti sostiene anche aspettative di rendimenti più elevati, poiché la crescita del PIL dei Paesi EM è destinata a superare quella delle economie avanzate nei prossimi due anni", prosegue Malik.

Focus sul debito emergente

Guardando invece al debito EM, i rendimenti interessanti e la possibile riduzione dei tassi d'interesse dovrebbero continuare a sostenere rendimenti totali forti. "Gli emittenti di debito EM denominato in dollari potrebbero trovare ulteriore sollievo se il dollaro continuasse a indebolirsi. In generale, con i dati tecnici che rimangono favorevoli, i maggiori saldi di liquidità in riserva e le sfide associate agli emittenti sovrani in difficoltà in gran parte prezzate, i venti contrari dovrebbero continuare ad attenuarsi per il debito EM quest'anno, insieme all'inflazione globale", spiega.

L'esperta prosegue commentando che il debito EM è un'asset class ampia e diversificata, con opportunità in tutti i settori. "All'interno dei mercati locali, ci concentriamo sui Paesi che hanno aumentato i tassi prima, e in alcuni casi in modo più ampio, rispetto alla Fed. Questo ha portato a un profilo di cambio più interessante", dice. Attualmente Nuveen predilige le emissioni societarie EM rispetto a quelle sovrane, grazie ai rendimenti elevati degli emittenti emergenti di alta qualità e ben consolidati. Tra gli emittenti, le preferenze vanno a quelli con bilanci solidi e un'esposizione a solidi fondamentali macroeconomici, privilegiando le storie di riforme positive. Si guarda anche a emittenti con un'esposizione a materie prime diversificate, bilanciandola con un’esposizione ai Paesi che presentano una domanda interna più elevata, in un contesto di normalizzazione dell'attività economica dopo gli impatti del Covid-19.

Valutazioni poco costose

Infine, a detta di Malik i titoli azionari EM potrebbero offrire opportunità interessanti per gli investitori con maggior propensione al rischio nella ricerca di un potenziale di rendimento più elevato. "Le valutazioni delle azioni emergenti sono ben al di sotto delle loro medie di lungo periodo e rimangono poco costose rispetto a quelle USA, mentre le stime di crescita degli EPS previste per i prossimi anni sono notevolmente più interessanti rispetto alle controparti dei mercati sviluppati", commenta. Nel 2023, le aspettative sugli utili sono negative per le società emergenti, si tratta della prima previsione negativa dal 2009. Tuttavia, con il rinnovato ottimismo in Cina e il potenziale miglioramento delle questioni geopolitiche, le previsioni del consenso potrebbero essere troppo conservative.