Ritchie (abrdn): "ESG, pensare di più al futuro delle aziende sulle quali investiamo”

Ben Ritchie_news
Ben Ritchie, immagine ceduta (abrdn)

Non sorprende che Ben Ritchie, gestore dell'Aberdeen Standard SICAV I – European Sustainable and Responsible Investment Equity Fund, abbia già una vasta esperienza professionale nel mondo delle azioni europee. Ciò che può risultare nuovo è il nome di questo fondo, precedentemente noto come Aberdeen Standard SICAV I – European Equity Fund.

In un'intervista al responsabile di questa strategia di investimento, che ha Marchio FundsPeople 2021 con Rating C (Consistente), il professionista ha subito svelato il motivo alla base del cambiamento. Prima, "davamo ai clienti semplicemente la nostra parola che non avremmo investito in aziende che riconducibili a settori controversi". Ora invece, spiega come come abbiano formalizzato questa intenzione all'interno dei prospetti del fondo. "Specifichiamo i settori in cui non abbiamo intenzione di investire", rivela. Lo specialista confessa che, in questo modo, riescono a dare "un'altra consapevolezza ai clienti”.

"È stato un cambiamento che non ha comportato alcuna variazione per il team di gestione che già aveva un approccio del genere". Abbiamo sempre considerato l'ESG come uno dei nostri driver di qualità ed è una componente chiave del modo in cui valutiamo la qualità delle aziende", aggiunge Ben Ritchie.

Il focus è sulle best in class

È attraverso un approccio bottom-up, in cui il rendimento rimane il primo obiettivo per il team di gestione, che viene costruito il portafoglio dell'Aberdeen Standard SICAV I – European Sustainable and Responsible Investment Equity Fund.

Nell'ultimo anno non ci sono stati cambiamenti di rilievo nell'universo d'investimento di questa strategia. "La tendenza è stata quella di aggiungere società capaci di migliorare il portafoglio: il fatturato del fondo non è cambiato molto", afferma lo specialista. Il processo di investimento prevede infatti la selezione delle migliori aziende in Europa. E sono davvero il meglio del meglio. "Vogliamo investire solo in aziende che, a nostro avviso, siano di alta qualità e questa premessa esclude l'85% del mercato", confessa Ben Ritchie.

In un certo senso, si potrebbe pensare che questo possa essere un limite della strategia di investimento, ma il professionista preferisce vedere la questione da un'altra prospettiva. Ritchie conferma che: "Non credo che questo ci limiti particolarmente, perché le esclusioni devono essere lette con una prospettiva di gestione del rischio. Questo tipo di società affrontano rischi significativi proprio per questo non vogliamo allocare il capitale dei nostri clienti in queste aree", afferma.

Il manager, infatti, rivela che tali limitazioni gli piacciono, "anche se, in generale, non è l'opinione della maggior parte delle persone". Per Ben Ritchie questo "è un modo per avere una strategia ben definita in cui presenti chiaramente cosa farai e cosa no”. Fondamentalmente, afferma il professionista, la strategia offre ai clienti un'idea chiara di cosa possano aspettarsi in termini di performance del fondo e del suo team di gestione.

La strategia ESG

Tuttavia, per Ben Ritchie, la componente più interessante del processo non sono tanto le esclusioni che applicano, quanto invece il modo in cui pensano al futuro delle società in cui investono. In questa fase, rivela che il team dà la priorità a tre elementi, che assieme concorrono a formare la strategia ESG del fondo. "Pensiamo ai leader sostenibili, che sono le aziende al primo posto in termini di gestione del rischio ESG; ai fornitori di soluzioni, che sono aziende ben allineate con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; e infine quelle che hanno un ampio margine di miglioramento, società i cui punteggi ESG sono bassi al momento, ma per i quali abbiamo identificato un modo per migliorarli, ovvero attraverso il loro coinvolgimento”. A seguire, il gestore sottolinea che "il portafoglio è già composto da società eccellenti e che questo è solo un modo per dividere il portafoglio e presentarlo in modo più ESG”.

Quando gli è stato chiesto se ad abrdn avessero preso in considerazione l'idea di lanciare un'altra strategia oltre a questo fondo, Ben Ritchie è stato chiaro: "Pensiamo che l'SRI sia un buon punto di partenza per noi, consente di includere il fondo nell'articolo 8 secondo SFDR”. Quindi, per ora, il professionista dice che intende "far funzionare bene questa strategia, e forse in futuro ci sarà l'opportunità di creare un ulteriore fondo, a impatto".

Storie di successo

In termini di società che hanno rafforzato la performance del fondo, Ben Ritchie esordisce condividendo l'opinione secondo cui "i titoli che portano a grandi performance sono sempre quelli che non ci aspettiamo, perché se ci aspettassimo grandi rendimenti probabilmente questi si rifletterebbero anche nel prezzo".

In questo contesto, il professionista rivela alcune storie di successo. Titoli che hanno avuto, in pratica, una performance ragguardevole, aumentando così anche la performance stessa del fondo. "Nemetschek è stata un'ottima scelta per noi. L'azienda tedesca, fornitore di software per architetti e ingegneri, si trova in una nicchia di mercato fortemente regolamentata. Fondamentalmente costruisce il design digitale che è l'obiettivo di questo regolamento e il suo software fornisce soluzioni per modificarne il design”, spiega. 

Un ultimo tassello che ha superato le aspettative del manager è stata la questione ASML. "Abbiamo acquistato questa azienda all'inizio del 2019, quando l'opinione pubblica era un po' preoccupata per il ciclo dei semiconduttori, e ha funzionato molto bene, probabilmente anche spinta dalla pandemia", conclude.