Tim Rainsford (Generali IP): "I rendimenti offerti dalla liquidità sono il principale concorrente per gli asset manager"

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Tim Rainsford, immagine concessa (Generali Investments Partners)

Il vero rischio per un gestore di fondi non è la volatilità. È che il cliente trovi un posto più interessante dove mettere i propri soldi. Dopo più di un decennio in cui gli asset privi di rischio non offrivano un rendimento sufficiente, la liquidità la fa di nuovo da padrone. "I rendimenti offerti dalla liquidità sono ora il principale concorrente per i gestori", riconosce Tim Rainsford, CEO di Generali Investment Partners.

Crescere nonostante il contesto difficile

Rainsford è ottimista. Sostiene che c'è ancora spazio per i gestori che aggiungono valore. "Non è detto che i clienti ritirino tutto dai fondi per passare alla liquidità", afferma. Nel caso di Generali IP, si registra un grande interesse per i fondi absolute return della boutique Lumyna e per i fondi multi-asset di Plenisfer. "Il portafoglio tradizionale 60/40 ha deluso nel 2022 con il ritorno della correlazione positiva tra le due asset class, quindi c'è una domanda di gestori veramente attivi per quella parte del portafoglio che richiede una maggiore agilità nei cambiamenti di asset allocation quando c'è volatilità", spiega.

In linea con l'esigenza di diversificare, continua anche la domanda di asset privati. In quest’ottica, lo scorso luglio, Generali IP ha nominato Sandrine Richard nuova responsabile del Private Debt con l'obiettivo di crescere nel segmento dei prestiti di medio mercato. Tuttavia, ci sono segmenti che indubbiamente dovranno affrontare venti contrari nei prossimi mesi. "La strada sarà più difficile per chi si occupa solo di equity", afferma. Finché non ci sarà un chiaro catalizzatore del rischio, il manager ritiene che i clienti diffideranno delle azioni per due motivi. In primo luogo, le valutazioni, nonostante i cali, non sono ancora eccessivamente convenienti. In secondo luogo, le azioni sono in competizione con l'attrattiva offerta dagli asset a rischio più basso, come il reddito fisso.

Espansione in nuovi mercati

Nonostante i rumori del mercato, il manager rimane fermo nel suo piano di espansione, iniziato quattro anni fa. Nel suo ecosistema, Generali è cresciuta sia con l'acquisizione di boutique di gestione che con l'ingaggio di interi team. Si tratta di una crescita lenta e realizzata con raziocinio, insiste Rainsford, senza l'obiettivo di acquistare per il gusto di crescere, ma piuttosto pensando a dove possono aggiungere valore per il cliente.

Una seconda leva di crescita è la distribuzione: la casa di gestione sta lavorando per aprirsi a nuovi mercati. Negli ultimi anni ha consolidato la propria presenza in Italia, Francia e Spagna, dove dispone già di forti team. L'ultimo ufficio aperto è stato quello di Zurigo.

Ora quest'area di business sta entrando in una seconda fase di espansione: l'apertura in mercati in cui il gruppo assicurativo Generali non ha una presenza così forte. In Europa, Rainsford deve ancora entrare in due grandi mercati, i Paesi nordici e il Regno Unito. Inoltre, intende fare il salto in Asia con l'apertura di un ufficio a Singapore, previsto per la seconda metà del 2024. Si tratterà di un passo importante per la crescita della società, che dovrà costruire un marchio senza il sostegno della casa madre. "Idealmente mi piacerebbe arrivare a un punto di crescita in cui non dipendiamo dalla nostra società madre per il capitale di avviamento", confessa il CEO.