Una asset class di nicchia, volatile e poco diversificata. Tre caratteristiche associate nel sentire comune al credito dei Paesi emergenti ma che non reggono la prova dei dati. Questo il cuore dell’intervento tenuto da Michele Cicoria, head of Retail & Wholesale BDS Italy Fenthum (partner di MainFirst) in occasione del FeeOnly Summit di Verona. Il centro dell’argomentazione proposta alla platea dei consulenti indipendenti indaga la natura delle convinzioni diffuse sulla classe di attivo per scoprire se si tratti di pregiudizi sedimentati nel tempo.
Potenziale di crescita
Il primo elemento preso in considerazione dal portavoce di MainFirst, è quello che riguarda la diversificazione. “L’universo emergente”, fa notare, “è composto da 130 Paesi contro i 20, massimo 30 Stati, che costituiscono i mercati sviluppati a seconda di come ne siano tracciati i confini”. Non solo una questione di numero, però, ma anche di peso complessivo delle economie rientranti nella categorizzazione emerging markets sul totale mondiale. “L’affermazione secondo cui l’asset class emergente rappresenti una nicchia è smentita dai dati che certificano una contribuzione pari al 60% del PIL a livello globale, oltre a rappresentare il complesso dei mercati in cui abita l’80% della popolazione mondiale”. Sussistono dubbi anche sulla maggiore volatilità della classe di attivo, come si evince dal grafico che mostra l’andamento del rapporto rischio / rendimento nel tempo.
Una verità condivisa
Se un certo grado di pregiudizio interessa i mercati emergenti, sono però reali alcune caratteristiche che, sottolinea Cicoria, “rendono necessario un approccio sofisticato”, intendendo con tale frase la necessità della selezione di strategie a forte tasso di specializzazione e insieme della capacità di individuare il senso finanziario dell’inserimento di una tale esposizione all’interno di un portafoglio diversificato. Il credito emergente è dunque, nella visione dell’esperto di MainFirst, uno dei regni della gestione attiva. “Il rating obbligazionario”, fa notare Cicoria, “conta nel mondo emergente fino ad un certo punto”. “I casi di collegamento del rating con quello dello Stato di appartenenza a prescindere dai fondamentali societari così come le significative opportunità che si creano in caso di prime emissioni, determinano grandi possibilità per quei team di investimento in grado di mettere in campo una solida expertise nel comparto”, aggiunge. Le soluzioni della società di gestione tedesca con approccio multi-boutique nel comparto sono il MainFirst Emerging Markets Corporate Bond Fund Balanced il MainFirst Emerging Markets Credit Opportunities Fund che si differenziano per una selezione di credito investment grade e high yield per quanto riguarda il primo strumento mentre la quota di high yield è pari alla totalità per quanto riguarda il secondo.