Asset rischiosi ma con orientamento prudente. Il giusto mix di Anima SGR

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foto flickr: james jordan, creative commons

"Uno stabile, fragile equilibrio”. È questa la metafora sull’attuale situazione dei mercati finanziari a livello globale, secondo il team gestionale di Anima SGR. Da un lato, infatti, è continuato il trend rialzista che da inizio anno sta interessando indistintamente quasi tutte le asset class. Dall’altro lato, però, sono bastati i toni lievemente meno concilianti del previsto per creare tensioni sulle Borse, in primis su quella americana, ma anche su quelle europee.

“In questo contesto manteniamo una preferenza per le classi di investimento più rischiose, ma con un orientamento prudente giustificato dal ridimensionamento delle opportunità valutative dopo il rally da inizio anno  e dal posizionamento sbilanciato di alcune tipologie di investitori quali i fondi quantitativi” dicono gli esperti. “L’approccio resta tattico e selettivo, focalizzato sulla ricerca di quei segmenti di mercato che ancora offrono valore”.

Negativi sui bond governativi

Guardando ai mercati obbligazionari il giudizio della SGR sulle obbligazioni governative core in euro da neutrale diventa negativo. “Si è registrata, di recente, una fiammata al ribasso dei rendimenti di queste obbligazioni”. Confermata la cautela anche sui titoli di Stato italiani. La view sulle obbligazioni societarie invece si mantiene prudente: “le valutazioni non sono interessanti, il flusso di nuove emissioni continua ad essere copioso e la volatilità estremamente compressa. Inoltre, il giudizio sulle obbligazioni emergenti resta neutrale, visto il marcato apprezzamento degli ultimi mesi, anche se il contesto di riferimento continua ad essere favorevole”.

Azionario, prevale una view neutrale 

Sui mercati azionari europei, invece, per la società di gestione resta cruciale il traino dell’economia globale. “La view sui mercati azionari europei si conferma neutrale. Le soddisfazioni maggiori nei prossimi mesi dovrebbero arrivare dagli asset più rischiosi: media, banche, energia e tecnologia. Le Borse del Vecchio Continente, dopo aver consolidato i rialzi da inizio anno, supportate soprattutto dall’atteggiamento  conciliante  di Fed e Bce – fase rialzista che all’interno dei portafogli dei fondi azionari di Anima è stata in parte accompagnata attraverso una riduzione dei sottopesi sui prodotti a benchmark e un aumento dell’esposizione sui fondi absolute return - come già ricordato, recentemente hanno vissuto una nuova fase di volatilità a causa dell’escalation nelle tensioni commerciali. A fine maggio, inoltre, ci sarà l’appuntamento delle elezioni parlamentari europee, che potrebbero riportare un po’ di incertezza. Nei prossimi mesi, comunque, una ripresa economica sincronizzata a livello globale potrebbe agire da catalyst positivo anche per le piazze dell’Eurozona”, dicono i gestori.

Confermata la neutralità anche sull’Italia: “Alla luce delle numerose incognite nel prossimo futuro, – dubbi sulla stabilità della maggioranza di Governo, lenta ripresa dell’economia domestica e relativo impatto sui conti pubblici – viene confermato un posizionamento neutrale. Il nostro Paese, in base alle previsioni economiche della Commissione Ue diffuse in questi giorni, nel 2019 è ultimo nell’Unione europea per quanto riguarda crescita, investimenti e occupazione”.

Dall’altra parte dell’oceano il giudizio viene ancora una volta confermato neutrale “a maggior ragione dopo il riaccendersi della miccia di una guerra commerciale, che pure finora ha penalizzato soprattutto le Borse asiatiche. In questo contesto, poi, i riflettori degli investitori restano puntati sulla Cina. “La Banca centrale cinese (PBoC), in particolare, sembra essere orientata a focalizzare con più attenzione le misure espansive (a riprova ha recentemente effettuato un’operazione di finanziamento mirata a medio-lungo termine), piuttosto che continuare con un easing a pioggia”, spiega il team gestionale di Anima. “Le politiche espansive implementate in Cina si trasmettono storicamente agli altri Paesi emergenti principalmente attraverso la crescita della domanda di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, visto il peso ormai acquisito dal paese nell’economia mondiale. Pertanto, il miglioramente delle aspettative di ripresa dell’attività economica in Cina, dovrebbe alimentare una progressiva revisione al rialzo delle attese di crescita del Pil e degli utili negli altri Paesi emergenti”.

Guardando all’Asia il Giappone resta infine l’area preferita per i gestori: “il listino giapponese, in termini di valutazioni, offre ancora delle opportunità, senza contare che rappresenta un universo investibile ricco di società attente ai criteri ESG”.