Fondi bilanciati, quattro asset class che potrebbero sorprendere al rialzo quest'anno

Olivier van Haute. Immagine concessa (DPAM)
Olivier van Haute. Immagine concessa (DPAM)

Contributo a cura di Olivier van Haute, head Of Global Balanced Funds e fund manager di DPAM. Contenuto sponsorizzato.

Lo shock inflazionistico globale è stato il fattore determinante delle scarse performance azionarie e obbligazionarie di quest'anno. A seguito delle reazioni di politica monetaria a questa inflazione, la correlazione tra i mercati azionario e obbligazionario è diventata, nel 2022, positiva per la prima volta in più di un decennio.

In questa situazione insolita, in cui entrambi i mercati stanno perdendo valore, l'effetto di diversificazione di una strategia multi-asset non ha funzionato come previsto. Per il futuro, sarà essenziale considerare inflazione, produzione e regime di politica monetaria. La variabile chiave sarà l'evoluzione dell'inflazione nel 2023: se continuerà a scendere dagli attuali livelli elevati, le correlazioni potrebbero diventare nuovamente negative rendendo i mercati del reddito fisso e dell'azionario liberi di muoversi in modo più indipendente l'uno dall'altro.

Dal punto di vista della diversificazione per un fondo multi-asset, questo dovrebbe essere visto come uno sviluppo positivo.

Opportunità di rendimento in un contesto di decelerazione della crescita

Il 2023 si preannuncia come un anno diviso in due metà: nella prima, prevediamo una lieve recessione in Europa e un rallentamento della crescita negli Stati Uniti che potrebbero però stabilizzarsi e dare luogo a una ripresa nel secondo semestre. Nel breve termine, cerchiamo opportunità di rendimento nei mercati del reddito fisso, che offrono rendimenti interessanti in un contesto di crescita in decelerazione. Con la moderazione dell'inflazione e il picco di volatilità dei tassi, vogliamo puntare a opportunità di rendimento nelle strategie multi-asset attraverso strumenti a rischio contenuto e interessanti prodotti a spread.

Quattro asset class da tenere d’occhio nel 2023

US Treasury

Questa asset class potrebbe diventare molto interessante nel 2023, specialmente a livello di rapporto rischio/rendimento. Anche se i rendimenti decennali statunitensi dovessero salire di un punto percentuale rispetto ai livelli attuali, ci vorrà poco più di un anno per recuperare le perdite subite, dato l'elevato rendimento corrente dei titoli di Stato. Se invece i tassi si stabilizzassero ai livelli attuali o diminuissero ulteriormente, si potrebbero aprire interessanti opportunità di rendimento.

High Yield a breve termine

Nonostante siamo più cauti sull'high yield nel suo complesso e preferiamo il credito investment-grade, vediamo un'opportunità interessante nello spettro high yield a breve scadenza (1-3 anni). Molte società sono state in grado di rifinanziarsi a tassi d'interesse vantaggiosi nel 2020 e nel 2021, quindi il "muro delle scadenze" - la quantità di obbligazioni in scadenza che devono essere rifinanziate - è in gran parte una sfida per il 2025 e il 2026.

Debito dei mercati emergenti

Nel 2023 il debito dei mercati emergenti ha registrato deflussi record, in quanto gli investitori hanno cercato rifugi sicuri tra le preoccupazioni per la forza del dollaro USA e il rischio di default di paesi come Sri Lanka, Russia, Libano, Bielorussia e Suriname. Tuttavia, ciò rappresenta un'ultima opportunità per gli investitori nel reddito fisso, poiché il debito dei mercati emergenti offre attualmente un interessante carry del 5% rispetto ai titoli di Stato tedeschi. Uno dei motivi è che molte banche centrali emergenti hanno fondamentali più solidi rispetto alle loro controparti dei mercati sviluppati, in quanto hanno iniziato a inasprire la politica monetaria prima del ciclo. In media, le prime hanno attuato un inasprimento più aggressivo rispetto alle seconde. Altro elemento interessante: il debito dei mercati emergenti offre anche una bassa correlazione con i tassi europei, pari solo al 9,7%. Ciò lo rende un'aggiunta preziosa a una strategia multi-asset ben diversificata.

Attenzione però a rimanere selettivi: alcuni Paesi dell'Europa dell'Est e dell'America Latina appaiono particolarmente interessanti, mentre la cautela è d'obbligo nei mercati di frontiera come lo Sri Lanka. Il rischio maggiore per le prospettive del debito emergente è ovviamente rappresentato dal dollaro USA e dalle valute locali, ma pensiamo che il contesto nel 2023 possa essere favorevole a queste ultime.

Azioni europee e small cap

Nonostante l’azionario europeo offra sicuramente opportunità, se considerato in un contesto strategico multi-asset, rimaniamo cauti nel breve termine a causa dell'incertezza economica e della diminuzione della propensione al rischio. Le attuali aspettative sugli utili sono ancora troppo ottimistiche. Nel breve termine, gli investitori devono tenere d'occhio la tenuta dei margini, i dividendi e il forte flusso di cassa, ossia scelte di qualità e difensive. Pertanto, in termini di allocazione regionale, preferiamo le azioni statunitensi, grazie a  prospettive economiche migliori e picco inflazionistico alle spalle (il che è positivo per i titoli sensibili ai tassi).

Inoltre, la struttura del mercato azionario statunitense è maggiormente orientata verso i titoli difensivi e di crescita, che dovrebbero sovraperformare in caso di rallentamento. Tuttavia, poiché riteniamo che nel corso del 2023 i mercati azionari possano toccare il fondo grazie all'affievolirsi delle incertezze sulla recessione e alla fine del ciclo di inasprimento, ci stiamo avvicinando alle azioni europee per la seconda parte dell’anno, viste le loro valutazioni basse e la loro natura più ciclica. In particolare, preferiamo le prospettive delle azioni europee a piccola capitalizzazione.

Nel 2022, le small cap, tipicamente più cicliche e più domestiche rispetto alle large cap, hanno sottoperformato, come tendono a fare quando la crescita rallenta e i PMI diminuiscono. Possiamo aspettarci un ulteriore ribasso nel 1° trimestre 2023, dato che le aspettative sugli utili continuano a essere riviste al ribasso. Tuttavia, poiché prevediamo una decelerazione dell'inflazione nel 2023 e l'attenuarsi delle incertezze sulla recessione verso la seconda metà dell'anno, ciò dovrebbe creare un contesto positivo per la sovraperformance delle small cap. Nel breve termine, gli investitori dovrebbero concentrarsi sulla solidità dei bilanci e dei flussi di cassa e prestare attenzione alle società che presentano elevati costi del personale o oneri per interessi.

Un anno diviso in due parti

In sintesi, il 2023 si prospetta diviso in due parti. Nella prima parte dell'anno prevediamo una lieve recessione in Europa e un rallentamento dell'economia statunitense. Nel frattempo, siamo alla ricerca di opportunità di rendimento nei mercati del reddito fisso e abbiamo segnalato tre classi di attivi da tenere d'occhio: Treasury USA, high yield a breve termine e debito mercati emergenti. Per la seconda metà dell'anno, ci avviciniamo alle azioni europee, in particolare alle small-cap. Vale anche la pena considerare l'impatto della correlazione azioni-obbligazioni: se l'inflazione continuerà a scendere, potremmo vedere le correlazioni tornare negative, una boccata d'aria fresca per i fondi multi-asset.

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