Asia a due velocità

Asia, Cina, India
Foto di Pratiksha Mohanty (Unsplash)

Al contrario di quello che si pensa, l’Asia negli ultimi tre anni è stata un’asset class che ha portato rendimenti positivi agli investitori. E allora perché ci viene da pensare che stia andando così tanto male? Perché si sta muovendo a due velocità: l’Asia emergente e il Giappone hanno registrato un ritmo costante di crescita, mentre i mercati cinesi e coreani fanno ancora fatica a riprendersi.

Categoria MorningstarYTDRendimenti
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5 anni
Azionari Vietnam9,93-5,8017,1216,2310,53
Azionari India11,984,724,0215,8711,11
Azionari ASEAN-5,2-4,48-4,784,62,79
Azionari Giappone Large Cap8,22-0,597,732,744,22
Azionari Corea4,43-3,291,38-0,83,05
Azionari Hong Kong-13,95-7,320,56-8,86-1,98
Azionari Cina - A shares-13,87-7,71-11,06-9,644,8
Azionari Grande Cina-8,07-5,012,06-10,011,79
Azionari Cina-15,29-8,45-3,83-14,02-1,11
Fonte: Morningstar Direct al 12 novembre 2023. Rendimenti in %, in euro e patrimonio in milioni di euro.

Per molti versi, la Cina ha seguito un modello esistente di trasformazione economica che rispecchiava il successo di altri Paesi dell'Asia orientale, in particolare Giappone, Corea e Taiwan. Questo modello richiedeva un quadro politico che cercava di sfruttare una vasta offerta di manodopera a basso costo creando una destinazione attraente per il settore manifatturiero.

Secondo Elliot Hentov, head of macro policy research di State Street Global Advisor, per mantenere la sua traiettoria di crescita la Cina dovrà o ricorrere ad ampie riforme strutturali o continuare a dipendere dal suo attuale modello di surplus di esportazioni. “Il primo caso richiede ampie riforme istituzionali, mentre il secondo potrebbe appesantire le tensioni geopolitiche. In ogni caso, il percorso che la Cina sceglierà per la sua crescita futura avrà profonde implicazioni non solo per gli investitori, ma anche per le relazioni internazionali”.

Da Amchor IS fanno notare che in Cina non mancano segnali di miglioramento dell’economia. “Sebbene permanga un sentiment negativo nei confronti del gigante asiatico, la maggior parte dei recenti dati ha chiaramente sorpreso in positivo. Guardando al futuro, il fatto che le autorità siano sempre più disposte ad aumentare l'intensità degli stimoli fiscali e monetari ci rende costruttivi sull'andamento dell'economia cinese nell'ultima parte di quest'anno e anche nel 2024”. Inoltre gli ultimi dati provenienti dal Giappone confermano un significativo progresso dell'inflazione: “al netto degli alimenti freschi e dell'energia, rimane ben al di sopra dell'obiettivo del 2% su base annua, in un'economia che per il resto continua a mostrare segni di crescita superiore al potenziale”.

Verso la fine del mese, la Banca del Giappone (BoJ) ha rilasciato un’importante dichiarazione in merito alla politica di controllo della curva dei rendimenti, che consente alla banca centrale di controllare il rendimento del debito pubblico giapponese fino a un orizzonte temporale di 10 anni acquistando obbligazioni. “L’annuncio ha rappresentato un ulteriore passo avanti verso la rimozione del controllo della curva e quindi verso la normalizzazione della politica monetaria”, spiega Marco Giordano, direttore investimenti di Wellington Management. “Lo yen si è indebolito a seguito del meeting della banca centrale, poiché il clamore mediatico aveva spinto al rialzo le aspettative del mercato relative a questa decisione”.

Questo potrebbe segnare la fine dei tassi negativi già nel primo trimestre del 2024. “Ci aspettiamo che il Giappone cresca di più rispetto ad altri Paesi, in quanto le imprese dovrebbero acquistare competitività a livello internazionale grazie a una valuta più debole e a condizioni finanziarie che dovrebbero comunque rimanere accomodanti”, conclude.

Tassi interesse BOJ