Asset allocation, un approccio cauto per uno scenario in lieve schiarita

Nonostante la crisi del settore bancario, l’economia si è mostrata piuttosto resiliente. Certo è che l’ottimismo sui mercati è stato messo a dura prova e lo scenario futuro dovrà essere supportato da dati macro convincenti. “Negli ultimi giorni il mercato è stato colpito da una serie di notizie negative relativamente al fallimento di alcune banche negli USA e alla tempesta che ha coinvolto Credit Suisse”, ricorda Andrea Florio, manager di Zurich Bank. “Si tratta di episodi che certamente non contribuiscono a costruire un giusto posizionamento sui mercati o a farsi un'idea corretta in termini di asset allocation. Nel futuro crediamo si debba monitorare l'impatto della crescente regolamentazione, la riduzione dei margini netti sui tassi d'interesse, l'impatto dei rialzi dei tassi da parte delle banche centrali e l'impatto sul contesto economico”, prosegue il manager. Per questo motivo “ci concentriamo su strategie con orientamento di medio lungo termine focalizzate su un approccio basato sui fondamentali e che possano beneficiare da trend di crescita secolari come quello della transizione energetica, della crescita della spesa per il settore sanitario oppure ci affidiamo a quei gestori che si sono mostrati capaci di navigare contesti di mercato turbolenti sfruttando un processo d’investimento disciplinato e orientato alla qualità nella selezione dei titoli”, spiega ancora Florio.

“A inizio anno i mercati scontavano alcune preoccupazioni legate alla riapertura della Cina e al rialzo dell’inflazione”, ricorda Massimo Ricatti, portfolio manager, multimanager division di BCC Risparmio&Previdenza. “Un campanello d'allarme successivo si è presentato quando il presidente della Fed Jerome Powell a marzo ha avvertito che l’inflazione risultava ‘ancora troppo alta’. Poi ci sono stati gli avvenimenti legati al sistema bancario negli Stati Uniti e in Europa con Credit Suisse, che per noi hanno rappresentato un ulteriore fattore di rischio che si è sommato ad altre incertezze presenti sul mercato”, aggiunge Ricatti, tracciando il quadro delle tensioni che hanno influenzato il sentiment negli ultimi mesi. Come tradurre la propria view in prospettive e strategie di investimento? “Abbiamo iniziato l'anno con un approccio cauto e ci troviamo in una condizione di ulteriore cautela proprio a causa dell'incertezza sui mercati. Continuiamo a esporci alle società e ai settori che riteniamo avere fondamentali solidi e un elevato potere di determinazione dei prezzi”, sottolinea Ricatti, evidenziando che “la gestione attiva resta importante perché aiuta a evitare il rischio idiosincratico, a differenza delle strategie passive che subiscono l’esposizione degli index provider a determinati settori o società. Riteniamo quindi che la gestione attiva sia fondamentale e che la selezione delle strategie debba essere focalizzata su società di qualità con fondamentali solidi”.

L'inflazione elevata non rappresenta certo una novità storica, ma il fenomeno inflazionistico degli ultimi mesi potrebbe avere caratteristiche nuove, che potranno portare i decisori di politica economica e monetaria a cambiare radicalmente i loro paradigmi. “Ci troviamo all’inizio di una nuova era, in cui l’inflazione continuerà a ridursi, ma si stabilizzerà a un tasso molto più alto di quello registrato negli ultimi dieci anni”, evidenzia Adrian Brass, gestore dell’ARTEMIS US Extended Alpha, Artemis Investment Management. “A causa di nuovi costi di sistema, l’inflazione rimarrà strutturalmente più elevata e i costi di finanziamento, di conseguenza, sono destinati ad assestarsi a livelli più alti: un cambiamento che il mercato non ha ancora del tutto scontato. Questi due elementi si rifletteranno sulla condizione di molte aziende: alcune non saranno in grado di farsi strada in seguito agli aumenti dei prezzi e il loro margine ne risentirà, altre non saranno probabilmente capaci di far fronte all’incremento dei costi di finanziamento”, aggiunge Brass. “Riteniamo quindi che ci sia bisogno di procedere con una ricerca attiva di società che possano continuare a essere forti e resistere a questo contesto. Ma sarà necessario evitare le aziende che non avranno buone capacità di determinazione dei prezzi e presenteranno pressioni sui margini e che, soprattutto, se presentano un’elevata leva finanziaria, potrebbero avere seri problemi di finanziamento”, continua il gestore, sottolineando che “l’obiettivo è concentrarsi sulle società con potere di determinazione dei prezzi e un leverage responsabile. L'aumento dell'incertezza e la drammatica dispersione delle valutazioni e dei risultati dovrebbero in linea di principio offrire grandi opportunità ai gestori attivi e in particolare ai gestori long-short. Ciò è dovuto a un contesto in cui vi sono parti del mercato estremamente interessanti, mentre molte altre parti presentano aspettative compiacenti e valutazioni potenzialmente pericolose (e meritevoli di essere shortate)”.

I recenti miglioramenti sul fronte azionario e obbligazionario, non devono far dimenticare la prudenza necessaria in caso di addensamento di nubi all’orizzonte. “In un contesto di mercato altamente volatile e incerto rimaniamo orientati verso aziende con fondamentali solidi e in grado di gestire gli aumenti dei costi”, commenta Roberta Rudelli, head of fund selection di Unicredit. “Il nostro ultimo comitato investimenti ha confermato le linee guida dell’asset allocation di portafoglio: rimaniamo neutrali sull'equity e sostanzialmente neutrali in Europa, Stati Uniti, Asia e mercati emergenti. La riapertura della Cina ha ridato un po’ di slancio all’Asia e in generale all’Europa. Ma in questa fase, a causa delle molte incertezze, sia macroeconomiche che geopolitiche, preferiamo mantenere un’allocazione strategica simile a quella del benchmark”, continua l’esperta ricordando che: ”Monitoriamo comunque gli indicatori di breve termine, i dati macroeconomici che vengono pubblicati, le decisioni delle banche centrali le revisioni degli utili societari per intercettare eventuali nuove opportunità da cogliere. In questa fase preferiamo non prendere troppi rischi, perché la visibilità è molto limitata. Inoltre, poichè è molto difficile gestire il market timing, manteniamo una view strategica”.

Il calo dell’inflazione, il rallentamento del ritmo di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali europee e statunitense e una recessione che sembra essere scongiurata, lo scenario attuale sembra essere caratterizzato da ottimismo. Eppure cautela e attenzione restano alte: “Ritengo che per i prossimi mesi la volatilità resterà elevata e che il comparto azionario, in particolare, inizierà a scontare la recessione degli utili in corso a livello aziendale”, sostiene Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics, Kairos Partners SGR. “Dal nostro punto di vista i prodotti long/short sono tornati a essere interessanti e potremmo registrare delle buone prestazioni”, aggiunge Tocchio. “Sul fronte long occorre puntare su società con buoni fondamentali, continuando a dare loro fiducia. Lato short, invece, c’è molto da fare. Inoltre, ci troviamo in un momento di mercato in cui, nonostante la nuova era dettata dal rialzo dei tassi e dell’inflazione, è ancora possibile ottenere buoni rendimenti. I mercati monetari e il comparto obbligazionario ne sono un esempio. I clienti possono ottenere un buon rendimento, senza correre troppi rischi e questo è un ottimo punto di partenza. Negli ultimi tempi si è anche registrata molta volatilità sulle commodities: il petrolio è recentemente sceso parecchio per paura della recessione. Crediamo che alla fine quest'area possa fare abbastanza bene, anche grazie all’aiuto della Cina”, rimarca l’esperto.