In questa tavola rotonda vediamo insieme a quattro fund selector e un asset manager come si è chiuso il 2023 e come preparare i portafogli per i prossimi mesi.
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In questa tavola rotonda vediamo insieme a quattro fund selector e un asset manager come si è chiuso il 2023 e come preparare i portafogli per i prossimi mesi.
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Il 2023 è stato l’anno del ritorno all’obbligazionario ma l’azionario continua ad essere l’asset class più presente all’interno dei portafogli. Per questo il focus in questo momento dell’anno va sulla selezione che si fa all’interno della singola asset class. In questa tavola rotonda vediamo insieme a quattro fund selector e un asset manager come si è chiuso il 2023 e come preparare i portafogli per i prossimi mesi.
La componente obbligazionaria continua a essere presente nei portafogli di Banca Generali, spiega Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali Attive della banca, specie alla luce dei rendimenti sui titoli governativi e corporate. “Siamo stati pienamente investiti sull’azionario per tutto il 2023 e per quest’anno continuiamo ad avere un outlook fortemente costruttivo sulla parte obbligazionaria e anche sulla parte azionaria, perché vediamo una crescita del prodotto interno lordo atteso per il 2024 al di sopra del 2% a livello globale”. Visto che crescita degli utili a livello globale continua a essere sostenuta, sopra il 5%, Cominotto racconta come la banca continui a rimanere esposta ai mercati azionari “sebbene dopo il forte rally di dicembre potrebbe esserci un periodo di volatilità in aumento. In questo momento in particolare siamo esposti a livello globale ma anche all'area euro,in particolare l’Italia, che presenta valutazioni più convenienti rispetto all'America”. Guardando ai settori, il manager si dice positivo sul bancario, in particolare area euro, poiché mantiene valutazioni interessanti, “i non performing loans inferiori al 2% e i tassi di patrimonializzazione sopra 15”.
1/5Prende la parola Andrea Puccini, responsabile Gestione Prodotti Azionari di Fideuram AM SGR: “Durante il 2023 l’approccio di Fideuram AM al mercato, specialmente sulla parte equity, è stato molto costruttivo”. A novembre il mercato ha iniziato a prezzare uno scenario di soft lending, una crescita economica che rimane elevata e dati di inflazione che hanno sorpreso a ribasso. “In quest'ottica”, spiega Puccini, “continuiamo a preferire le aree geografiche americana e giapponese”. Nel breve periodo l’esperto si aspetta che i dati economici possano però essere controversi e che quindi in alcune fasi il mercato possa “iniziare a preoccuparsi per la crescita economica. Abbiamo quindi ridotto il sovrappeso azionario e orientato il portafoglio verso settori e temi più difensivi”.
I tre principali temi sui cui Fideuram Am SGR si dice positiva per il lungo periodo sono l’energetico, i Dividend Aristocrats e il comparto tecnologico in generale. “Sull’energia la nostra view positiva dipende dal fatto che pensiamo che la crescita dell'estrazione petrolifera negli Stati Uniti abbia raggiunto il picco e dal lato della domanda, a parte movimenti di breve periodo, crediamo che l'OPEC poi sia in controllo della situazione. Il tema dei dividend aristocrats ci permette di essere esposti a titoli di qualità medio-elevata entrando sul mercato con un profilo più difensivo”. Per l'outlook tematico di breve periodo Puccini spiega come sia stata ridotta l'esposizione al tema Energy per cercare di “prendere vantaggio di quei settori che sono stati penalizzati durante la fase di rialzo dei tassi di interesse”.
2/5Il comparto azionario lo scorso anno è stato trainato dai principali titoli degli indici, in particolare nei settori tecnologia e communication services. Alcuni temi che erano andati bene negli ultimi anni hanno invece sofferto e vi sono state “dispersioni settoriali elevate, soprattutto sul mercato americano”, spiega Nicola Tommasini, responsabile Servizio Analisi, Divisione Multi-Manager di Anima SGR. Dopo un anno e mezzo di rialzi dei tassi, spiega l’analista, nei prossimi mesi “ci potrebbe essere un impatto sulla crescita, ma altri elementi, come la dinamica dell’inflazione e la politica monetaria più accomodante, potrebbero supportare l’azionario nel 2024”. Per quanto riguarda i temi maggiormente presenti nei portafogli di fondi di fondi, Tommasini spiega che Anima vede positivamente quelli legati alla demografia, come l’invecchiamento della popolazione, “principalmente implementato attraverso settori biotech med tech”, e tendenze dei consumatori millennial. “Inoltre continuiamo ad avere esposizione a strategie in ambito climate change (ad esempio, net zero o Paris aligned)”. C’è poi interesse per il tema dell'elettrificazione anche legato alle infrastrutture e specie con gli ETF. “Complessivamente manteniamo un bias verso la qualità e non abbiamo temi eccessivamente ciclici, troppo di nicchia o volatili”.
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Dopo i primi sei mesi di prudenza sulla parte azionaria, nel resto del 2023 nella componente macro il trend di rallentamento è risultato meno impattante delle aspettative e “abbiamo quindi rivisto la nostra view”, prosegue Massimo Ricatti, portfolio manager Multimanager Division di BCC Risparmio&Previdenza S.G.R. “A partire dai mesi estivi ci siamo riposizionati in maniera neutrale sull'azionario, selezionando asset di qualità e non prendendo esposizioni cicliche”. Dal punto di vista tematico è stato un anno molto eterogeneo, spiega Ricatti: “da una parte il 90% della performance dell’S&P 500 si è dovuta a soli sette titoli, dall’altra temi come l'intelligenza artificiale sono riusciti a sovraperformare il mercato”. Alcuni titoli small cap hanno sofferto maggiormente nel corso dell'anno e hanno deluso le aspettative. “La transizione energetica è stato un tema che ha penalizzato fortemente le nostre performance”. Da qui in avanti cosa vedremo? “Stiamo preferendo i temi che lo scorso anno hanno sofferto a causa delle decisioni di politica monetaria, che hanno esposizione alla crescita ma che sono stati penalizzati anche a causa di valutazioni eccessive”. Ancora transizione energetica e tecnologia, ma anche alternative in termini di driver di rendimento. “Abbiamo incrementato l'esposizione sulle biotecnologie, un altro tema che ha sofferto particolarmente quest'anno, e abbiamo inserito quello delle risorse idriche”.
4/5Fronte tassi, dalla fine del 2022 la previsione del managing director di UBP Federico Marzi, è sempre stata di soft landing e non di recessione: “Per questo tutte le nostre strategie sulla parte bond hanno performato bene e il 2023 si è concluso positivamente”. Sulla parte equity il focus è stato sul quality growth anche se non sono stati ottenuti i “risultati sperati” nell’ultimo trimestre dell’anno. Per l'impostazione del portafoglio di quest’anno i temi saranno due: “Siamo positivi sul reddito fisso, in particolar modo sul credito. Se, come crediamo, non si dovesse verificare una recessione importante, avere in portafoglio dei titoli obbligazionari solidi con buon flusso cedolare garantisce una buona protezione dalla volatilità dei mercati e le duration di tre o quattro anni sarebbero favorite in caso di restringimento degli spread sull’high yield e di una stabilizzazione dello scenario sui tassi”. Per il 2024, spiega Marzi, “puntiamo sui titoli growth, anche se ci sono dubbi riguardo ai magnifici sette che hanno performato benissimo nel 2023”. Sul tech viene preferita la parte software all’hardware e UBP continua a investire sulla parte di energy transition, “soprattutto sull'equity dei nostri portafogli globali e con geografie ben precise”. Il managing director prevede un ritorno alle strategie più growth, con meno rotazione settoriale rispetto al passato. “Siamo positivi anche sul fixed income, per uno scenario di tassi che riteniamo sia in fase di stabilizzazione e di graduale riduzione nel corso dei prossimi trimestri. L’inflazione rimane variabile chiave per indirizzare le politiche monetarie delle banche centrali verso scenari più accomodanti”.
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