Barindelli (Natixis IM): "L’obiettivo del 2024 è quello di tornare a dialogare con reti di distribuzione e banche"

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Marco Barindelli. Foto concessa (Natixis IM)

Si sta per concludere altro anno particolarmente sfidante per l’industria del risparmio gestito. Il rialzo dei tassi di interesse, l’inflazione e la volatilità di mercato hanno dettato il passo di buona parte del 2023. “Sono stati dodici mesi complessi, sia a titolo personale che per il contesto di mercato”, dice Marco Barindelli, l’head of Italy di Natixis IM raggiunto da FundsPeople.

“Siamo partiti dalla riorganizzazione della squadra: il primo obiettivo è stato quello di riorganizzare la struttura all’interno di un perimetro e contesto differente rispetto a quello di qualche anno fa. E questo ha portato a cambiamenti all’interno del team e ad un approccio diverso nei confronti dei clienti con una focalizzazione maggiore, in questa prima fase, sulle direzioni prodotto (gestori, analisti...) sia nell’ambito della distribuzione sia nel mondo istituzionale classico. Guardando oltre la prima fase, l’obiettivo è quello di portare Natixis IM ad essere considerata in Italia uno dei principali interlocutori a cui rivolgersi per sviluppare progetti speciali e personalizzati in un’ottica di partnership oltre che un player di riferimento su asset class specifiche”. Più nello specifico, continua Barindelli, “penso ad esempio al mondo dell’impact investing con i temi legati alla transizione energetica e alla biodiversità, ma anche a settori quali l’intelligenza artificiale o la sicurezza”.

“A livello organizzativo, avvalendosi del supporto delle circa 20 società che fanno riferimento al nostro Gruppo, abbiamo dato priorità al canale dei fund selector e del mondo istituzionale”. E ancora: un altro importante obiettivo che ci poniamo nel 2024 è quello di tornare a dialogare con le reti di distribuzione e le banche, infatti anche per questo scopo abbiamo di recente inserito due nuovi professionisti nel team”, spiega Barindelli.

Richieste del mercato e modelli di business

Il professionista si sta attualmente interrogando su quali siano le esigenze e, di conseguenza, le soluzioni adatte al contesto di mercato. Anche se, per ovvi motivi, quest’anno si è tornato a parlare di soluzioni più semplici, come i titoli di Stato o soluzioni a scadenza, ci aspettiamo che non appena i mercati saranno in grado di dare qualche conferma in più potremo tornare a parlare in maniera proattiva di risparmio gestito e di investimenti a più a lungo termine, come di sostenibilità e private asset”, sottolinea. Uno degli obiettivi principali dell’esperto è quello che Natixis IM torni a essere un interlocutore credibile in tutti i canali: bancario, reti di distribuzione, istituzionali, con un’analisi puntuale delle SGR.

Poi, se si ragiona andando a ritroso nel tempo, si noterà come l’industria, rispetto ad alcuni anni fa, ha cambiato il modo di fare accordi e business. “Prima c’era maggior spazio per più intelocutori ma meno prodotti disponibili. Oggi il modello si sta razionalizzando con partnership sempre più forti, già in essere o da finalizzare, e proprio in questo segmento abbiamo deciso di candidarci, garantendo un supporto a 360 gradi e offrendo un complemento rispetto all’offerta attuale dei distributori ma anche degli stessi produttori”, dice Barindelli.

Un esempio di prodotto sono gli ETF che hanno cambiato il modo di lavorare delle controparti: “in questa direzione ci stiamo muovendo, grazie a Ossiam, unica società del gruppo specializzata in prodotti quantitatitvi e smart beta, che offre  diverse soluzioni, legate alla rotazione settoriale, al cibo, alla biodiversità o a certi segmenti di curva”, prosegue.

Tornando in direzione dell’universo istituzionale, sia classico che assicurativo, nel corso del 2023 si è notato un rallentamento dell’investimento nei private asset. “Oggi, tuttavia, con un ritorno della liquidità in portafoglio qualcuno sta già ripensando ai prossimi progetti e ai prossimi passi da fare, sia negli investimenti liquidi che nei private assets. Il mondo istituzionale mette in campo ciclicamente delle riallocazioni e siamo pronti a beneficiarne.

Ad esempio, cito su tutti Ostrum AM, la più grande delle società del gruppo con circa 400 miliardi di masse gestite prevalentemente per conto di controparti istituzionali e assicurative che si candida a diritto come un interlocutore esperto e affidabile” commenta.

Consolidare il mercato italiano

Come noto, il mercato italiano è dominato da un forte tasso di risparmio, con la presenza di grandi banche e reti di consulenti sul territorio. “Da un lato l’alto tasso di risparmio degli italiani, dall’altro la significativa quantità di risorse su cui  poter lavorare, hanno reso il nostro Paese sempre molto interessante per tutti i gestori internazionali” dice.

Natixis IM è tra le prime 20 società di risparmio a livello internazionale e tra le primi tre in Europa, e si avvale delle proprie affiliate per trattare temi anche molto diversi tra loro. “Abbiamo una grande esperienza in Italia dove siamo preesenti dal 2001 e questo ci permette di capire  le necessità del momento. Il mercato italiano resta prioritario per il nostro gruppo e il progetto di rilancio nel nostro Paese passa anche attraverso il rilancio del marchio. Punteremo sulle aree di eccellenza, dando continuità su quei segmenti dove eravamo già ben presenti e accelerando sui quelli  dove lo eravamo meno potremo affermare ulteriormente il nostro modello multi-boutique con l’auspicio di guadagnare quote di mercato e di sviluppare nuovi canali”, dice.  La competizione con il Btp vissuta nel corso di quest’anno non spaventa l’head of Italy poiché i Titoli di Stato hanno in qualche modo riacceso nei risparmiatori un interesse verso i mercati e gli investimenti, avviando dei nuovi dialoghi partendo proprio dal debito nazionale.

Inoltre, la capacità di “sentire” i cambiamenti del mercato deve essere propria anche degli asset manager che potranno modificare, accelerare o rallentare gli sviluppi a seconda delle dinamiche, non sempre uniformi, presenti sui mercati internazionali. Un esempio? Il mondo dei private market, così come il settore degli investimenti ad impatto potrà anche rallentare in certe fasi, ma sempre all’interno di un trend in continuo sviluppo e crescita

E ancora, per quanto riguarda i prodotti, secondo Barindelli, oltre al trend dell’impact investing – che continuerà ad essere predominante sul medio e lungo termine tanto sui mercati privati che su quelli pubblici –  e che noi proponiamo attraverso Mirova “altrettanto interessanti sono temi di lungo periodo come la sicurezza, l’intelligenza artificiale e la robotica, che calvalchiamo attraverso la nostra affiliata Thematics AM; nel breve, restano interessanti i temi obbligazionari quali il credito o l’high yield, spesso valutati in un’ottica sostitutiva analizando le performance relative dei prodotti all’interno dei peer group di riferimento”, spiega “e in questo settore sicuramente Loomis Sayles è stata in grado di crearsi uno spazio in un mercato affollato. Infine, secondo l’esperto, tornerà anche un interesse per i private asset come le infrastrutture, anche grazie agli Eltif 2.0, “potremo toglierci delle soddisfazioni a partire dal prossimo anno”, conclude.