La boutique, che ha anche fondi propri (alcuni gestiti dallo stesso De Luca nella doppia veste manageriale) divide le sue gestioni in due macroaree, le Gpm e le Gpf. “Se nelle gestioni patrimoniali in fondi utilizzo solo prodotti (quindi l’approccio di selezione in quel caso è molto differente), nelle gestioni patrimoniali mobiliari facciamo selezione anche dei titoli. Ciò significa che, data la nostra specializzazione nei megatrend, preferiamo comprare direttamente i titoli tecnologici piuttosto che un fondo dedicato al tema. In quel caso, perciò, la selezione dei fondi si basa sull’idea di comprare quello che non riesco a fare da solo. Negli ultimi tempi abbiamo aggiunto dei fondi obbligazionari che fanno arbitraggio, emerging market bond e high yield. Quest’anno, rispetto allo scorso, il fixed income torna ad essere interessate e penso che il classico portafoglio bilanciato 60/40 possa tornare in auge. Sulla parte azionaria cerco fondi direzionali, per esempio su tutta la parte asiatica o, come dicevamo, sui fondi alternativi che tengano sotto controllo la volatilità”, afferma il manager.
Tutto cambia, invece, quando si parla di gpf, non potendo utilizzare l’expertise della boutique che è legata appunto alla scelta dei titoli. “Portiamo avanti delle analisi global macro, top down e poi andiamo a selezionare i fondi che ci sembrano più interessanti, guardando alle aree geografiche e ai settori. Benché i megatrend come la robotica o l’intelligenza artificiale stiano soffrendo, per De Luca i fondi growth restano comunque molto più interessanti rispetto a quelli gestiti con stile value. “Anche se la tecnologia ha sofferto molto negli ultimi tempi, il mondo va in quella direzione. L’AI, la robotica, la cyber security o la transizione energetica sono tutti temi che continueranno ad essere forti anche in futuro. Si tratta solo di saper scegliere, dentro ogni settore specifico, quali sono poi le aziende che faranno la differenza nei prossimi anni. In quel caso non ci interessa scegliere il fondo che ha performato meglio ma quello che ha avuto il miglior rapporto rischio/rendimento negli ultimi tre o cinque anni”.
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