Degrada (Fideuram AM SGR): "Diversificazione ed esposizione settoriale per 'battere sistematicamente' il benchmark"

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Luigi Degrada, foto ceduta (Fideuram AM SGR)

Battere “sistematicamente” il benchmark, puntando sulle opportunità di un mercato, quello dell’azionario Italia, che offre importanti occasioni di profitto. Il Fondo Fideuram Italia, prodotto articolo 8 SFDR (da gennaio di quest’anno) che ha ottenuto Rating FundsPeople 2023, vanta una storia “antica” nel panorama italiano: la sua nascita risale al 1991, e dal 2001 la gestione è in capo a Luigi Degrada, responsabile gestione fondi italiani di Fideuram Asset Management SGR.

Trentadue anni in cui l’ambito di azione del comparto si riferisce a tutto l’universo azionario italiano denominato in euro (prevalentemente a capitalizzazione elevata) e con uno stile di gestione attivo. Dettaglio importante, questo, richiamato da Degrada nel sottolineare come il fondo si posizioni, da anni “tra i migliori nella categoria azionari Italia”. La strategia infatti, a partire dal benchmark FTSE Italia All-Share (che comprende circa 300 titoli quotati sul mercato principale italiano dalle small cap alle grandi banche), si orienta su “una buona diversificazione dei titoli in portafoglio, circa un centinaio, attuata con l’utilizzo di diverse leve”.

Small cap “leader” di mercato

In primis “l’esposizione a un selezionato gruppo di small e medium cap, detenute nel medio e lungo periodo, che si qualificano come leader in specifiche nicchie di mercato, mostrano vantaggi competitivi legati a management e crescita (e valutazioni che non la scontano)”. È qui che Degrada individua il valore legato all’eccellenza tipica del tessuto produttivo italiano, fatto di medie e piccole capitalizzazioni “comprese quelle che, fino a qualche tempo fa, erano definite multinazionali tascabili”. Questo segmento strategico arriva a coprire anche il 30% del portafoglio. Certo, dipende dalle condizioni di mercato, motivo per cui la quota di “medie e piccole” è stata ridotta nei primi mesi dello scorso anno. Qui l’esperto fa un inciso sulla piazza azionaria del nostro Paese, che ha visto performance positive dall’inizio del 2023, soprattutto per le maggiori capitalizzazioni, “mentre le small cap hanno avuto un andamento molto contrastato se non negativo. Anche per questo abbiamo venduto nella prima parte del 2022 e adesso stiamo accumulando titoli che mostrano valutazioni interessanti (e anche a forte sconto rispetto a quanto si vede sui mercati internazionali), con possibilità di ritorni importanti nel medio periodo, specialmente nel settore industriale”.

Strategia settoriale

I fattori di incertezza persistono, certo, ma questo non inficia l’appeal dell’equity italiano. Ed è appunto su questo dettaglio che si colloca la seconda leva strategica menzionata da Degrada, che “gioca sull’esposizione settoriale”. A seconda dei periodi, insomma, “sovrappesiamo alcuni settori a scapito di altri. Negli ultimi anni, ad esempio, siamo stati in sovrappeso su titoli bancari (lo siamo ancora) ma anche sui titoli dell’Oil”. Diversa la situazione per le utility (“da un po’ di tempo siamo in sottopeso sui titoli del settore anche per la dinamica dei tassi di interesse”) e, ultimamente, “alla luce di un quadro macro che diventa sempre più difficile, anche dei titoli del lusso”.

La terza leva citata da Degrada è, infine, il trading, “anche di breve e brevissimo periodo sulla parte più liquida del portafoglio”, afferma il gestore in chiusura, indicando come questa leva sia mossa anche dal news flow, ossia da “notizie particolari per il mercato, o dalla valutazione dei titoli”.

Leggi l'intervista anche sul magazine FundsPeople di novembre, n. 78.