Quando il paradigma della diversificazione viene meno, la correlazione tra le asset class assume un ruolo fondamentale nella strategia di asset allocation.
La diversificazione del portafoglio consente di cogliere opportunità a livello globale ed è strettamente legata al concetto di correlazione tra asset class. La correlazione rappresenta un fattore chiave nella costruzione di un portafoglio al fine di valutare la potenziale volatilità dello stesso.
La sfida dell’investitore dovrebbe essere quella di ottenere un rendimento superiore rispetto all’andamento del mercato su un orizzonte temporale prefissato. Al fine di ridurre il rischio complessivo del portafoglio, per l’investitore è molto importante adottare una strategia di gestione attiva e un approccio flessibile. In uno scenario caratterizzato da incertezza ed elevata volatilità sui mercati, viene meno il paradigma della diversificazione in quanto non è più sufficiente diversificare tra mercati e asset class per ottenere un portafoglio ¨protetto¨ da shock e eventi imprevedibili. Il grado di diversificazione di un portafoglio non dipende dal numero di investimenti presenti ma dalla loro tipologia, ed è importante che le varie asset class non siano correlate tra loro, o lo siano debolmente, ossia che i rendimenti dei vari strumenti che compongono il portafoglio si muovono quindi in modo indipendente.
Il coefficiente di correlazione varia da -1 a 1, in modo da poter esprimere l’assenza di correlazione (coefficiente pari a 0), la perfetta correlazione positiva (coefficiente pari a 1) e la perfetta correlazione negativa (coefficiente pari a -1). Dal 2012 al 2015 abbiamo assistito ad una continua crescita della correlazione tra le diverse classi di attività in quanto, in periodi di incertezza macroeconomica, le diverse classi di attività tendono a muoversi insieme in quanto sono guidate dalle stesse dinamiche globali. Il 2016 ha segnato una svolta. Analizzando le categorie Morningstar, azionarie e obbligazionarie, notiamo che la correlazione tra le 2 asset class è sensibilmente diminuita, arrivando spesso in territorio negativo.
Entrando più nel dettaglio, diamo uno sguardo ai coefficienti di correlazione delle 15 principali categorie Morningstar, a uno, tre e cinque anni. Le 15 categorie Morningstar oggetto di analisi sono le seguenti: Obbligazionari Corporate EUR, Obbligazionari Diversificati EUR, Obbligazionari Governativi EUR, Obbligazionari High Yield EUR, Obbligazionari Inflation-Linked EUR, Obbligazionari Flessibili EUR, Obbligazionari Diversificati USD, Obbligazionari Paesi Emergenti, Azionari Europa Large Cap Blend, Azionari Area Euro Large Cap, Azionari Giappone Large Cap, Azionari USA Large Cap Blend, Azionari Asia-Pacifico ex. Giappone, Azionari America Latina, Azionari Europa Emergente.
A questo proposito, osserviamo che le correlazioni tra l'azionario e l'obbligazionario sono profondamente cambiate nel 2016. Ad esempio, il coefficiente di correlazione tra i fondi azionari Asia (escluso il Giappone) e le obbligazioni ad alto rendimento emesse in euro è passato da 0,38 a cinque anni a -0,15 nell’ultimo anno, cosi come il rapporto tra l’equity large cap dell’Eurozona e i bond diversificati in dollari è passato da 0,34 a tre anni a -0,21 negli ultimi 12 mesi. Comparando le correlazioni tra le asset class dell’anno scorso con quelle a 3 e 5 anni, riscontriamo che questa tendenza è generale. I dati confermano quanto detto precedentemente, ossia che la correlazione tra le varie asset class è diminuita nel corso del 2016.